La straordinaria piramide sommersa del Giappone è Atlantide?

Il monumento di Yonaguni a Okinawa nelle isole Ryūkyū è una struttura magnifica: è paragonata alla città perduta di Atlantide e potrebbe aver ospitato una civiltà avanzata, esistita ancora prima del Diluvio Universale. Tra gli scienziati il dibattito continua, per capire se è opera dell’uomo o della natura.

(YouTube Screenshot)

Il monumento, situato tra le isole a Sud del Giappone, è considerato da numerosi ricercatori di grande interesse: geologi, scienziati e scrittori come Masaaki Kimura, Graham Hancock e Robert Schoch hanno cercato di fare luce sulle leggende che circolano in proposito. L”edificio’ è una formazione rocciosa, che alcuni ritengono siano ruderi di un’antica civiltà giapponese esistita da 5 a 10 mila anni fa.

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Kihachiro Aratakea, direttore dell’Ente per il turismo Yonaguni-Cho, l’ha scoperto nel 1985 durante un’immersione. Nel 1997 Masaaki Kimura, geologo marino dell’Università giapponese di Ryūkyū, ha esplorato il sito con un gruppo di scienziati, e ha studiato per diversi anni il mistero di Yonaguni, arrivando alla conclusione che è opera dell’uomo. Kimura ha dichiarato che «la struttura più grande somiglia a una piramide a piani, monolitica e complessa, che si innalza a 25 metri di profondità». Ha precisato inoltre che non è l’unico edificio: ne sono stati trovati altri dieci, tra cui un castello, alcuni che ricordano dei templi e uno somigliante a uno stadio gigantesco. È interessante osservare che sono tutti collegati con strade e condotti per l’acqua.

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Kimura ha individuato anche dei caratteri incisi nella pietra, che appartengono all’antica scrittura Kaidā, usati prima che prevalesse la moderna scrittura giapponese. Spiega in proposito: «I simboli e le sculture di animali trovati sott’acqua, che ho parzialmente restaurato nel mio laboratorio, fanno pensare a una cultura proveniente dal continente asiatico: un reperto che ho definito ‘sfinge sommersa’, somiglia a un antico re cinese o di Okinawa».

Il geologo ha scoperto che la costruzione è realizzata con pietre provenienti da un’unica formazione rocciosa, ha forma rettangolare, misura 150 metri per 40 ed è alta 27. Sulla cima si nota una forma somigliante a una tartaruga, scolpita nella roccia.

(Wikipedia | Masahiro Kaji)

Il geologo marino Robert M. Schoch, che ha esaminato il monumento con Kimura e Hancock nel 1997, pensa invece che sia semplicemente una «formazione naturale»: ha dedotto che sia stato creato dall’erosione delle onde, nel corso di milioni di anni. Afferma: «La prima volta che mi sono immerso qui, sapevo che non era artificiale. Non è corretto, come sostengono in molti, che gli angoli retti e la simmetria non siano presenti in altri  luoghi». E aggiunge: «Kimura dichiara di aver individuato una forma di scrittura o delle immagini, ma sono solo abrasioni naturali sulla roccia, e le interpreta come opera dell’uomo, ma non so da dove lo deduca».

(Getty Images|nudiblue)

Touri Ouchi, professore associato di Semiologia all’Università di Kobe, condivide invece la posizione di Kimura: ha confermato di non aver mai trovato strutture simili, al di sopra o al di sotto del mare, prodotte dall’attività tettonica. Afferma: «Mi sono immerso anch’io e ho toccato la piramide, quello che sostiene Kimura non è del tutto inverosimile: si può dire tranquillamente che quei reperti non sono stati causati da un terremoto». Kimura ritiene che Yonaguni sia stata costruita quando il livello del mare era molto più basso di oggi, e che fosse un’isola collegata a Taïwan, probabilmente era un’importante via di commercio marittimo.

(YouTube Screenshot/Stoneflower MyMusic)

Come ha fatto a sparire questa civiltà, e che cosa è successo alle persone che vivevano qui? Secondo Kimura, la città potrebbe essere stata abbandonata dopo l’innalzamento del livello del mare, che ha portato in seguito a dimenticare la sua esistenza, e un terremoto potrebbe aver contribuito a far sommergere la città e i suoi abitanti sott’acqua.

(YouTube Screenshot/ Stoneflower MyMusic)

 

Traduzione di Francesca Saba

Japan’s mystifying underwater ‘pyramid’ compared to the lost city of Atlantis—the debate continues

 
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