La Sanità pubblica secondo il comunismo cinese

Avrebbe dovuto essere una semplice operazione chirurgica, quella a cui si è sottoposta la madre 63enne di Zhou presso l’ospedale Weixian nella città di Xingtai. L’anziana signora era caduta dalla bicicletta elettrica procurandosi una frattura alla gamba destra, che ha richiesto l’installazione di una piastra metallica. Ma in seguito all’operazione ha lamentato continui dolori e, quattro mesi dopo, Zhou ha riportato la madre in ospedale, facendo involontariamente scoppiare uno scandalo sanitario.

Il primo novembre, l’emittente cinese Jiangxi News ha dato la notizia che la piastra di acciaio si era spezzata, danneggiando i tessuti interni: l’operazione era riuscita ma la piastra si era successivamente rotta. Un’inchiesta realizzata sotto copertura del Jiangxi News (che inizialmente intendeva scoprire se la piastra di acciaio fosse stata fabbricata usando materiali scadenti e se fosse in linea con gli standard di sicurezza) ha scoperto invece che ‘l’Ospedale del Popolo Weixian’ vendeva le piastre e le viti ai propri pazienti a un prezzo esorbitante, molto superiore a quello pagato. In uno dei casi documentati, l’ospedale aveva acquistato le piastre a un prezzo di 480 yuan l’una (61 euro circa), per rivenderle ai pazienti a 4.662 yuan (596 euro circa).

Secondo il Jiangxi News Net, il denaro ricavato da queste esorbitanti creste veniva spartito tra il personale dell’ospedale ai differenti livelli: direttore, presidente, farmacisti, capireparto e medici. Ma la corruzione nell’ospedale Weixian è solo una piccola manifestazione delle piaghe che affliggono il sistema sanitario cinese. Da diversi anni la Cina è teatro di scandali sanitari legati a truffe, tangenti, farmaci pericolosi, corruzione e vaccini scadenti. E non sono rare le proteste dei pazienti, quando le cure non ottengono i risultati previsti.
Ma dietro questi conflitti si celano problemi più grandi, e alcuni sono stati indicati pubblicamente anche da diversi funzionari del Partito Comunista Cinese: una delle ragioni per cui il sistema sanitario cinese è qualitativamente inferiore allo standard occidentale, è la differenza di investimenti nel settore della Sanità. Secondo i dati della Banca Mondiale, infatti, gli Stati Uniti nel 2014 hanno ad esempio destinato il 17 percento del proprio Pil all’assistenza sanitaria, mentre la Cina appena il 5,5 percento.

Sulla carta, il regime comunista cinese dichiara che il 95 percento dei cittadini sono coperti dall’assicurazione medica e che possono usufruire di rimborsi statali fino al 70 percento, per un’ampia gamma di malattie. Ma in realtà le coperture non sono affatto sufficienti; infatti, secondo un’analisi condotta nel 2013 dalla Wharton School of Buisness dell’Università della Pennsylvania, i pazienti cinesi devono comunque pagare metà delle spese mediche di tasca propria.

Un’altra causa dell’inefficienza del sistema sanitario sono le linee guida ministeriali, secondo le parole di Fan Daiming, direttore dell’istituto parastatale dei tumori.
Le linee guida sono direttive che regolano diversi settori del sistema sanitario, dalle cure odontoiatriche ai ricoveri ospedalieri. Fan sostiene che il 96 percento del contenuto delle linee guida sia copiato dai sistemi occidentali, mentre dovrebbero esserci direttive specifiche per affrontare i problemi di salute peculiari dei cinesi, e che dovrebbero essere basate sulle loro abitudini alimentari piuttosto che su quelle degli europei o degli americani.

Durante un incontro politico del 2014 Zhong Nanshan, ex presidente dell’Associazione dei medici cinesi e attuale caporedattore del Journal of Thoracic Disease, ha affermato che le riforme sanitarie non sono riuscite a risolvere molti problemi fondamentali.
Per esempio, il dottor Zhang sostiene che molti cinesi che vivono in povertà continuano a non avere accesso all’assistenza sanitaria, per via del costo elevato. Inoltre gli ospedali pubblici, in assenza di finanziamenti da parte delle autorità, continuano a operare come se fossero ospedali privati, e a tentare ogni espediente per accrescere le proprie entrate. Per rendere l’idea, Zhang ha fatto notare che i dottori degli ospedali pubblici fissano molti più appuntamenti di quanti possano gestirne, per riuscire a ottenere più soldi dai pazienti; per il dottor Zhang «queste non sono piccole questioni, sono problemi profondi che riguardano l’intero sistema»

Nel giugno 2016 la morte di Wei Zexi, uno studente universitario 21enne a cui era stato diagnosticato un raro tumore alla pelle, ha guadagnato l’attenzione dell’opinione pubblica nel momento in cui si è scoperto che per sei mesi Wei aveva ricevuto trattamenti medici assolutamente inadeguati, e che l’ospedale al quale si era rivolto il giovane faceva parte del cosiddetto Putian Network: una rete di 8.600 ospedali controllata da uomini di affari e funzionari del Partito, che pubblicizzavano online false terapie e farmaci contraffatti.

 

Articolo in inglese: A Broken Leg Exposes a Broken Health Care System in China 

Traduzione di Marco D’Ippolito

 
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