La riforma delle Olimpiadi, possibilità anche per Roma?

Un pacchetto di raccomandazioni per le Olimpiadi a venire. Il Cio cambia le carte in tavola per andare incontro a una realtà dei nostri tempi: i Giochi costano e il rischio concreto che non si affaccino Paesi candidati è concreto.

Nei 40 punti svelati oggi in Svizzera dal Presidente Thomas Bach il principale richiamo è infatti a «presentare un progetto che sia compatibile con le necessità sportive, economiche, sociali ed ambientali di lungo termine» della città che sottoporrà la candidatura, si legge nel comunicato diramato oggi. Città che potrà ‘delegare’ alcuni eventi sportivi all’esterno, come già succede per le gare di vela e le partite di calcio, pur dovendo mantenere il Villaggio Olimpico entro i suoi confini.

La roadmap che porterà a «cambiare il futuro dei Giochi olimpici», secondo le parole del presidente Bach, potrebbe permettere anche ai Paesi più ‘piccoli’ di portare il maggiore evento sportivo sul proprio territorio. Come fare? Semplificare la logistica e ridurre i costi è una delle linee guida essenziali: la commissione giudicante terrà fortemente in considerazione chi potrà disporre di strutture già esistenti o proporrà progetti che prevedono un futuro riutilizzo delle strutture. In questo senso Roma ci crede.

«Attendiamo con grandissima curiosità le decisioni dell’assemblea del Cio: possono esserci delle notizie particolarmente interessanti per chi ha intenzione di candidarsi», ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò ripreso da Rainews. La proposta del Cio dovrà però essere votata in seduta straordinaria dall’assemblea, per poter essere implementata. Il progetto Olimpiadi in Italia era stato affossato due anni fa dall’allora premier Mario Monti per motivi di cassa.

Questa sorta di Olimpiadi low cost – a confronto delle spese faraoniche dell’edizione invernale di Sochi 2014 e Pechino 2008 – porteranno svariate novità: dal limite del numero degli atleti che potranno partecipare, circa 10500, e del personale tecnico accreditato, non oltre 5000. Le medaglie in palio rimarranno 310. Verrà poi enfatizzata la ricerca di una parità di genere, cercando di raggiungere il 50 per cento di atlete donne impegnate nelle competizioni. La città ospitante potrà organizzare una manifestazione tradizionale fuori programma, così da mostrare al pubblico un aspetto culturale specifico.

«Le 40 raccomandazioni sono come i pezzi di un puzzle, messi insieme comporranno il quadro di un Comitato olimpico internazionale che salvaguarda l’unicità dei Giochi e rafforza la presenza dello sport nella società», il commento di Bach, che ha anche premuto sul rispetto delle regole di trasparenza finanziaria per i Paesi candidati e l’indipendenza della Commissione giudicante nell’assegnare le prossime edizioni dei Giochi.

Ad influire sulle decisione del Comitato olimpico di diramare le raccomandazioni potrebbe essere stato l’esito delle gare di assegnazione dei Giochi invernali 2022. Ben otto Paesi si sono ritirati – tra cui anche Germania e Norvegia, che economicamente non se la passano male. In lizza sono rimasti solo la Cina e il Kazakistan, dove le violazioni dei diritti umani confermate dall’Onu sono una chiara violazione allo spirito sportivo ed etico che permea il Cio.

Visita la nostra pagina Facebook e il nostro account Twitter

 

 
 
Articoli correlati