La politica d’investimento cinese fa bene all’economia americana

NEW YORK – Con un’economia cinese più debole e volatile si sta scatenando un alto livello di deflusso di capitali dalla Cina, e finora, gli Stati Uniti sono stati il primo beneficiario.
La frenesia cinese per gli investimenti esteri è iniziata nel 2010, ed è stata motivata da un cambiamento nella politica del regime cinese che promuoveva gli investimenti in uscita. Da allora un totale di 50 miliardi di dollari americani sono stati investiti da società cinesi in una vasta gamma di industrie statunitensi, e gli immobili hanno attirato da soli 10 miliardi.

Con il crollo del mercato azionario in Cina che ha avuto inizio nel giugno del 2015 i cinesi stanno investendo ancora di più sul mercato immobiliare statunitense, che viene infatti considerato come un rifugio sicuro per gli investitori.

«Il denaro proveniente dalla Cina è forte quanto lo è stato prima. Ci sentiamo davvero ottimisti sul fatto che questo trend continuerà», ha spiegato Kathryn A. Korte, presidente e amministratore delegato di Sotheby’s International Realty.

Negli ultimi anni gli investitori cinesi hanno cavalcato le onde degli immobili commerciali e residenziali americani. Nel 2014 il mercato immobiliare ha rappresentato quasi il 25 per cento di tutti gli investimenti di capitale transfrontaliero negli Stati Uniti, secondo le dichiarazioni dell’Asian Real Estate Association of America (AREAA), che ha ospitato la conferenza l’Oriente incontra l’Occidente— Connessione immobiliare di Lusso a Manhattan, il 2 novembre.

Sun Yu, responsabile di ricerca di rete per il Financial Times, nel corso di una tavola rotonda alla conferenza ha detto che all’inizio i cinesi investivano privatamente sulle società di gestione del fondo, su miniere e proprietà. Ora, con un’economia cinese sempre più volatile, l’aria è cambiata. «Il forte calo dei rendimenti tornati a casa ha spinto gli investitori istituzionali e privati a diversificare i loro investimenti e a cercare rifugi sicuri – spiega Yu – Questa è una buona notizia per il mercato immobiliare di New York».

Le destinazioni più attraenti per gli investitori immobiliari cinesi sono New York, Londra, Los Angeles, San Francisco e Tokyo, secondo le analisi di Christine Zhang, di Bank of China. New York e Londra hanno sostituito Shanghai e Hong Kong, che tempo addietro erano le migliori destinazioni per gli investimenti dei cinesi all’interno del continente asiatico.

Negli ultimi mesi, anche il settore immobiliare di Houston è diventato molto attraente. David Friedman, presidente di Wealth-X ha detto che Houston è il nuovo mercato emergente proprio grazie al suo alto numero di investitori cinesi.

Finora, le proprietà americane più attraenti per gli investitori cinesi sono state le proprietà di fascia alta, gli spazi per gli uffici e gli alberghi. Nel 2014, i magnati cinesi sono stati anche il più grande gruppo di investitori stranieri su abitazioni e condomini statunitensi, secondo l’associazione di settore americana National Homebuyers.

Riassumendo, gli investitori cinesi hanno iniziato a cercare nuove opportunità in diverse aree geografiche e su una maggiore varietà di tipi di asset.

VENDERE CASE IN CINA

È previsto che la crescita della classe media cinese guidi gli investimenti in uscita dei prossimi anni. Secondo Yu, la classe media delle famiglie di Shanghai possiede più di una casa. Questo è dovuto alla riforma immobiliare del 1998 che ha permesso ai residenti cinesi di acquistare case a prezzi molto bassi, portando di fatto molta gente a possedere più di una casa. «C’è un’enorme popolazioni di proprietari di case nelle grandi città dove i prezzi sono aumentati – spiega Yu – E il valore medio degli appartamenti è di 500 mila dollari americani».

Questo elevato livello di proprietà si traduce nel fatto che ora i cinesi possono vendere le loro seconde o terze case in modo da trasferire i fondi liberati all’estero. Inoltre, dall’altra parte dell’oceano si sta facendo strada l’intenzione della classe media di mandare i propri figli all’estero. Secondo Yu, questa tendenza fornirà un sostegno al mercato immobiliare nei prossimi anni.

A partire da marzo 2015 negli Stati Uniti l’acquisto di una casa dai cinesi ammonta attorno agli 830 mila dollari americani, secondo quanto dichiarato dalla National Association of Realtors.

Tuttavia, recentemente si è registrato un aumento delle transazioni di prezzo inferiore, e questo viene visto come un segnale dell’incremento di investimenti nel mercato statunitense da parte della classe media cinese. «Vediamo molti più investitori acquistare in fasce di prezzo inferiori ai 2.000-3.000 dollari americani a metro quadro piuttosto che proprietà a fascia alta», spiega Korte.

POLITICA DI LIBERAZIONE DEGLI INVESTIMENTI SUI COMBUSTIBILI

Un altro fattore di crescita è la nuova politica attuata da Pechino che abolisce approvazioni regolamentari per la maggior parte degli investimenti in uscita, secondo lo schema della Qualified Domestic Institutional Investor (QDII). Secondo questa analisi, agli investitori è consentito investire nei mercati mobiliari esteri attraverso istituzioni di gestione del fondo.

Secondo Yu il regime cinese ha promosso gli investimenti in uscita per espandere la propria influenza politica ed economica all’estero. È previsto che a breve la Cina lanci il nuovo progetto pilota QDII2 consentendo ai singoli di investire direttamente all’esterno.
Questo progetto sarà lanciato inizialmente in sei città chiave: Shanghai, Tianjin, Chongqing, Wuhan, Shenzhen, e Wenzhou. Soltanto gli individui che possiedono almeno 1 milione di yuan (160 mila dollari americani) potranno partecipare alle attività finanziarie.

«Se questo schema verrà lanciato vedrete più investitori venire negli Stati Uniti e spendere più soldi sugli immobili», ha commentato Savio Chan, amministratore delegato di China Partners.

LA PUNTA DELL’ICEBERG

Un altro segmento significativo di investitori nel mercato immobiliare statunitense sono gli studenti cinesi. «La Cina ha avuto la politica del figlio unico per 30 anni. Un filgio unico ha molto potere d’acquisto: viaggia e studia all’estero, compra di tutto per migliorare la propria immagine», osserva Chan, che è anche il coautore del libro ‘I super consumatori della Cina’.

Ci sono più di 250 mila studenti universitari cinesi che studiano negli Stati Uniti, e li studenti internazionali rappresentano il 7 per cento degli investimenti esteri nel mercato immobiliare statunitense, secondo Chan. «Vediamo solo la punta di un iceberg» secondo Henry Tang, direttore generale di Clarett International. Oltre al grande potenziale che vede negli studenti cinesi, Tang si aspetta che in futuro vi saranno sempre più cinesi a investire nel mercato immobiliare statunitense.

Secondo uno studio condotto dalla Cornell University, in tutti gli Stati Uniti il mercato immobiliare di Manhattan è in cima alla lista degli investimenti del capitale asiatico. Tra il 2013 e il 2015 Manhattan ha attirato più di 10 miliardi di dollari americani in investimenti asiatici, seguita dalle Hawaii (4 miliardi), Los Angeles (4 miliardi), e San Francisco (1.3 miliardi).

FINANZIAMENTO CREATIVO CON L’EB-5

Ancora un’altra fonte di crescita per il mercato immobiliare statunitense sono i fondi provenienti dal programma EB-5. Dato che l’accesso al credito bancario è sempre più difficile, gli imprenditori stanno utilizzando sempre più il denaro EB-5 come una nuova fonte di finanziamento.

Il programma di EB-5 consente ai cittadini stranieri di ottenere uno status permanente di residente negli Stati Uniti investendo in un business che crea posti di lavoro all’interno del Paese stesso. «Adesso è normale vedere un ammontare di soldi EB-5 nel capitale finanziario», fa notare Sam Suzuki, amministratore delegato di Suzuki Capital. Attraverso l’EB-5, Suzuki stima che la componente azionaria del capitale finanziario della maggior parte dei progetti sia salito dal 40 al 55 per cento.

Nel corso dell’ultimo anno, il 90 per cento delle applicazione dell’EB-5 proviene da cittadini cinesi, secondo l’avvocato di immigrazione Stephen Yale-Loehr.

Tuttavia, c’è ancora qualche polemica riguardo alla fonte del reddito. «Attualmente il Congresso sta esaminando il programma EB-5. La legislazione sta per essere rivista per mettere più tutele. Non sappiamo ancora esattamente quale sarà il risultato», ha spiegato Bruce Feffer, socio dello studio legale Eaton e Van Winkle.

Anche se rimane ancora incertezza sulla regolazione del programma EB-5, questo non dovrebbe causare dei gravi problemi al flusso degli investimenti cinesi. Con l’aumento dell’instabilità economica, della volatilità del mercato e con i nuovi schemi di liberazione politica come il QDII2 in Cina, gli esperti ritengono che New York e il mercato immobiliare statunitense continueranno a essere i primi destinatari della ricchezza cinese.

 

Immagine di Times Square concessa da Shutterstock. Per leggere l’articolo in inglese clicca qui.

 
Articoli correlati