La poesia sulla luna del poeta immortale

Il 15 settembre nella tradizione cinese si celebra lo Zhongqiu Jie, conosciuto anche come la Festa di Metà-Autunno che cade sempre il 15esimo giorno dell’ottavo mese del calendario lunare cinese. È un giorno importante nel quale le famiglie si ritrovano per ammirare la luna piena e luminosa e per mangiare il Dolce di luna.

Dai tempi antichi questa festa era legata alla leggenda di Chang E, ed era fonte di ispirazione per i poeti, che con versi poetici sulla luna esprimevano gioie e pene, alti e bassi dello spirito, nostalgie e speranze. Li Bai, Du Fu, Bai Juyi e Su Shi sono tra i maggiori poeti della letteratura cinese ad aver scritto su questa luna ‘malinconica’.

LA POESIA DI LI BAI

Li Bai (701-762) era un poeta della dinastia Tang ed è chiamato il Poeta Immortale nella storia della letteratura cinese. Da giovane Li Bai amava leggere e all’età di dieci anni aveva già letto molti classici confuciani. Più che ventenne lasciò la famiglia e viaggiò attraverso il Paese fino al 742, quando trovò lavoro al servizio dell’imperatore Tang Xuanzong1 come consigliere e poeta.

Un giorno, mentre passeggiava ammirando i fiori nel giardino del palazzo con la sua concubina reale favorita Yang Guifei2,  l’imperatore ebbe uno sbalzo d’umore e mandò a chiamare Li Bai perché esprimesse in versi quel momento.

Li Bai arrivò ubriaco, faceva fatica a stare in piedi davanti all’imperatore e i cortigiani dovettero gettargli addosso dell’acqua per farlo riprendere: Li Bai allora si riprese, prese un pennello e scrisse un componimento di una grazia perfetta.

L’imperatore fu molto soddisfatto e impressionato dal suo talento e in seguito, sia che bevesse o che organizzasse banchetti, era sempre in compagnia di Li Bai.

Un giorno Li Bai ubriaco si sporcò le scarpe, l’imperatore ordinò a un eunuco di pulirgliele, Gao, che era l’eunuco più autorevole del palazzo e serviva solo l’imperatore, si offese alla richiesta di effettuare un servizio così umile, tuttavia eseguì l’ordine dell’imperatore.

L’eunuco però si prese la sua rivincita mettendo zizzania tra Li Bai e Yang Guifei: mostrò a Yang una delle poesie di Li Bai dicendole che in realtà nascondeva un attacco contro di lei e, credendo a quelle parole, Yang si arrabbiò con Li Bai. L’eunuco e la concubina convinsero l’imperatore che non fosse opportuno tenere Li Bai a palazzo, e nel 743 il poeta fu allontanato dalla corte imperiale.

Lasciato il palazzo Li Bai iniziò a vagabondare, continuò a scrivere poesie e si dice che diventò taoista. Un anno dopo il suo esilio, in un giorno d’autunno incontrò un altro poeta di quel tempo, Du Fu. Ammirati dei loro rispettivi talenti letterari, diventarono ben presto buoni amici.

Nelle sue poesie Li Bai esprime la sua grande passione per la natura, l’amore per la patria e il dolore del suo cuore: la maggior parte dei suoi poemi descrive un’umanità smarrita, solitaria e alla ricerca di un contatto con il Cielo. Di seguito, due celebri poesie sulla luna (le poesie sono espressioni dell’autore).

Bere solo, con la luna

Da una coppa di vino tra i fiori
Bevo solo senza compagnia.
Alzo il mio calice e chiedo alla luna splendente
Dammi la mia ombra e saremo tre.
La luna non può capire perché bevo,
L’ombra mi segue silente ovunque vada
La luna accompagna la mia ombra un breve istante,
per me un momento da vivere con gioia.
Mentre canto la luna è pensierosa
Mentre danzo l’ombra volteggia.
Lieto degli amici quando veglio
Cessa l’armonia nell’ebbrezza.
Nella ricerca di un’amicizia eterna
Ci incontreremo nuovamente nella vastità del cielo.

Pensieri in una notte serena

Davanti al mio letto, il chiarore vivo della luna;
Immagino che sia il biancore del gelo che brilla al sole.
Alzo la testa, per contemplare la luna splendente
Abbasso la testa e penso alla mia terra.

Note:

  1. L’imperatore Xuanzong, chiamato anche Minghuang dei Tang, era il settimo imperatore della dinastia Tang. Il suo nome era Li Longji e visse dal 685 al 762. Il suo regno durò 43 anni (712-756), fu il più lungo della dinastia Tang. Durante la prima parte del suo regno, fu impegnato e avveduto, instaurò delle regole che portarono la Cina all’apice della sua cultura e della sua potenza.
  1. Il vero nome di Guifei Yang era Yuhuan Yang (716-756). Guifei era il titolo più alto che poteva ricevere una moglie imperiale dopo quello di imperatrice. Yang divenne negli ultimi anni l’amata sposa dell’imperatore Xuanzong. Era conosciuta per essere stata una della Quattro Bellezze dell’antica Cina.

 

Articolo in inglese: The Mid-Autumn Moon in Classic Chinese Poetry (Part 1)

Traduzione di Francesca Saba

 
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