La pace con l’Iran ci frutterà 3 miliardi

La probabile fine delle sanzioni all’Iran, prevista dall’accordo che gli Stati 5+1 hanno raggiunto con lo Stato asiatico, si ripercuoterà positivamente sull’Italia. Su questo ci sono pochi dubbi e ci sono anche cifre precise: 3 miliardi di guadagno in più nei prossimi 4 anni, secondo il gruppo Sace.

Riguardo l’impatto «consistente» delle sanzioni all’Iran per l’export italiano, la Sace scrive: «A partire dal 2006 si è infatti registrata una perdita di oltre 15 miliardi di euro di esportazioni, di cui oltre il 60 per cento in corrispondenza della seconda ondata sanzionatoria».

«Il settore più colpito è stato la meccanica strumentale, che rappresenta oltre la metà dell’export italiano verso l’Iran e che ha subito perdite per oltre 11 miliardi dall’inizio delle sanzioni», si legge sul sito.

Le grandi aziende italiane che operavano in Iran, come Eni e Finmeccanica, si sono dovute ritirare dopo le sanzioni. A sopravvivere sono state invece le Pmi, spiega il dott. Pier Luigi d’Agata, segretario generale della Camera di Commercio Italo-Iraniana, secondo cui «questo accordo rappresenta una svolta storica».

Sono già molte le aziende interessate ad intraprendere la strada dell’Iran. Il 16 luglio la Camera di Commercio ha spiegato i contenuti dell’accordo e le sue conseguenze a varie aziende interessate. Mentre le grandi avranno probabilmente la possibilità di tornare in Iran, anche per le Pmi tutto sarà più semplice.

Le aziende italiane in Iran operano in quasi tutti i settori, «dai beni di consumo ai macchinari». Ma ci sarà anche concorrenza: con la fine delle sanzioni, in particolare la Germania si rifionderà sull’Iran e lo stesso potrebbe avvenire per gli Usa e la Francia.

Il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ha annunciato una missione italiana che guiderà le centinaia di aziende interessate a riaprire relazioni con l’Iran, che per l’Italia è stato da anni un importante partner economico.

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