Il legame tra noia e creatività

La noia, paradossalmente, è diventata un tema molto interessante per la ricerca. Ad aprile la Conferenza internazionale interdisciplinare della noia ha riunito gli studiosi di scienze umane a Varsavia per la quinta volta, e all’inizio di maggio, il suo precursore meno scientifico, la Conferenza Boring di Londra, ha celebrato sette anni di diletto della noia.

Viene da chiedersi per quale motivo sia oggetto di studio e anche come quantificarne il livello per confrontarlo con quello degli altri. Beh, qualcuno lo ha fatto. Un team di studiosi tedeschi ha identificato cinque tipi di noia: indifferente, calibratrice, di ricerca, di reazione e apatica: la noia può essere miserevole, ma certamente non è cosa semplice.

In realtà molti preferiscono il dolore alla noia. Un gruppo di psicologi ha scoperto che due terzi degli uomini di uno studio e un quarto delle donne preferirebbero auto-infliggersi delle scosse elettriche che sedersi da soli, immersi nei propri pensieri per quindici minuti.

Ma la noia non è affatto una brutta cosa: incoraggia la contemplazione e l’immaginazione, e può stimolare la creatività. Uno studio britannico ha chiesto ai soggetti di completare una sfida creativa: presentare un elenco di usi alternativi per un oggetto domestico. Un gruppo di soggetti ha svolto un’attività noiosa, prima di dedicarsi alla sfida creativa, mentre gli altri hanno cominciato direttamente con il compito creativo. Bene, è stato accertato che il primo gruppo era più prolifico.

 

Articolo in inglese: ‘Boredom Is Good for You

Traduzione: Massimiliano Russano

 
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