Quando la vita su Marte finì, milioni di anni fa

Secondo i dati raccolti dal Mars Atmosphere and Volatile Evolution (Maven), un veicolo spaziale della Nasa, milioni di particelle si stanno allontanando dall’atmosfera superiore di Marte andando a finire nello spazio. Questo è dovuto ai venti solari provenienti dalla nostra stella.

Questi flussi di protoni ed elettroni che fuoriescono dal Sole a una velocità di circa 1 milione di miglia all’ora, i cosiddetti venti solari, creano dei campi elettrici nell’atmosfera marziana, accelerando gli atomi di gas e mandandoli nello spazio esterno.

Durante le tempeste solari questo processo viene notevolmente amplificato, e Maven ha avuto l’opportunità di osservarlo lo scorso marzo. I dati mostrano che i venti solari spogliano l’atmosfera di Marte di circa un quarto di chilo di gas ogni secondo.

Secondo i ricercatori della Nasa, la perdita di particelle atmosferiche dovuta ai venti solari é ciò che ha trasformato l’allora paesaggio ricco di acqua di Marte nel terreno secco e duro che esiste oggi. L’atmosfera del pianeta rosso è così sottile che per l’acqua è difficile rimanere allo stato liquido. In ogni caso, le sue valli fluviali e i suoi depositi minerali suggeriscono che un tempo l’acqua coprisse gran parte del pianeta.

«Marte sembra aver avuto un’atmosfera spessa, e calda abbastanza da sostenere l’acqua liquida, che è un ingrediente fondamentale e un mezzo per la vita, per quello che noi sappiamo attualmente». Queste le ipotesi esposte in un comunicato da John Grunsfeld, amministratore del consiglio direttivo delle missioni scientifiche della Nasa.

«È importante sapere cosa potrebbe aver causato quei cambiamenti nell’ambiente del pianeta, che lo hanno portato dall’essere un ambiente che ospita microbi nella sua superficie all’esserne uno in cui ciò non avviene; ed è una domanda chiave che si sta affrontando nel viaggio della Nasa verso Marte», ha aggiunto.

La perdita dell’atmosfera di Marte è iniziata più di 4 miliardi di anni fa, ed è durata per 500 milioni di anni, secondo quanto detto dai ricercatori della Nasa in una conferenza tenuta il 5 novembre 2015. I dati ricevuti da Maven stanno fornendo una risposta importante alla vecchia domanda di cosa può essere accaduto alle grandi quantità di acqua e Co2 su Marte. C’era il sospetto che il pianeta rosso potesse aver avuto ingenti quantità di acqua e di atmosfera con gas a effetto serra, ma la prova che tutto questo sia accaduto non è stata ancora trovata dalle sonde sulla superficie del pianeta.

Maven è stato lanciato a novembre del 2013 ed è arrivato sull’orbita marziana a settembre 2014, armato di una serie di strumenti necessari per sondare la superficie del pianeta. Lo strumento fondamentale è il magnetometro, che serve a trovare quelle tracce di campi magnetici e magnetosfere che possono ancora essere individuate su Marte.

A differenza della Terra, che è coperta da una magnetosfera globale, sulla crosta di Marte ne rimane soltanto qualche ‘chiazza’. Le magnetosfere sono importanti perché offrono uno scudo contro i venti solari, e la mappatura di queste sacche di protezione è stata fondamentale per misurare quanto i venti solari siano stati efficaci nello sciogliere l’atmosfera marziana. A causa dei venti solari, circa il 75 per cento degli ioni sono fuoriusciti da una regione di coda, mentre il restante 25 per cento della perdita si è verificata attorno ai poli del pianeta.

I dati permettono anche di approfondire la storia del sistema, il che serve a capire dove gli astronauti dovrebbero o non dovrebbero andare in una determinata missione futura della Nasa. «È possibile comprendere con quale dosaggio di radiazioni gli astronauti verranno a contatto una volta arrivati sulla superficie – ha detto a Wired Stephen Bougher, co-ricercatore del Maven – Se non vogliamo mandare degli astronauti a morire, dobbiamo valutarne i rischi».

Articolo in inglese: ‘NASA Discovers How Mars Became Uninhabitable Billions of Years Ago

 
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