La Miss che non teme il regime: «Vorrei portar luce a chi è ancora nel buio»

Era passato un anno da quando Anastasia Lin aveva lasciato la sua casa a Changsha, in Cina, per trasferirsi in Canada con sua madre. Nel 2004, la madre le ha dato un piccolo libro. Ora Miss Mondo Canada, Anastasia Lin ricorda quel momento come un momento chiave della sua vita, che l’ha resa determinata ad affrontare fino in fondo un nemico potente: il regime comunista cinese.

Il libretto conteneva informazioni che il Partito Comunista Cinese (Pcc) mantiene nascoste, grazie ai media di Stato, alla censura di internet e a un sistema oppressivo che monitora i pensieri e le azioni delle persone.

Il piccolo libricino verde chiaro parlava della persecuzione del Falun Gong (o Falun Dafa) da parte del Pcc. Questa pratica pacifica, che consiste di movimenti delicati e di meditazione, è radicata nei principi buddisti e taoisti di verità, compassione e tolleranza.

«Se una persona non è vissuta sotto un regime autoritario, è molto difficile che capisca cosa si provi», ha detto la Lin in un’intervista telefonica.

Appena pochi anni prima, nel 1999, l’ex leader del Pcc Jiang Zemin aveva dichiarato che i valori del Falun Gong erano in antitesi al governo ateo del Partito Comunista. Ha posto quindi l’obiettivo di eliminare il Falun Gong, che allora era praticato da 100 milioni di cinesi, secondo alcune stime. E per fare questo ha usato il sistema di propaganda cinese, creando una serie di falsità su questa pratica pacifica.

La Lin conosce la propaganda. Quando era in Cina ha persino aiutato a diffonderla, contribuendo a organizzare una proiezione di un video propagandistico nelle scuole superiori. Ma le informazioni che sua madre le ha dato quel giorno, le hanno mostrato la vera situazione: una pratica pacifica veniva calunniata dal Pcc; e il sistema di torture, imprigionamenti e uccisioni a scopo di profitto del regime cinese avevano reso il Falun Gong il gruppo più perseguitato della Cina moderna.

Dopo aver letto quei materiali che dicevano la verità sul Falun Gong, le sono venute in mente due cose. Innanzitutto, la Lin ha visto nella pratica «la parte della cultura tradizionale cinese che stavo cercando».

E come seconda cosa ha visto la vera faccia del Pcc: quella faccia che il regime nasconde al suo stesso popolo e al resto del mondo. La faccia di un brutale regime che perseguita le persone perché credono in un qualcosa di più alto; un regime che reprime le persone che chiedono democrazia, e che utilizza un elaborato sistema di media statali e censura per rendere ciechi i suoi cittadini.

«Era come se mi fosse sempre mancata quella parte del puzzle, e poi tutti i pezzi si sono improvvisamente ricomposti», ha raccontato. «Era come se fossi diversa da tutti i miei compagni di classe, in una scuola canadese».

La Lin racconta di aver dedicato il suo tempo a scoprire di più sulla storia non censurata del regime cinese, e questo processo non è stato facile.

«Quando ho visto il video del massacro di Piazza Tiananmen, ho pianto così tanto».

PRESA DI POSIZIONE

Anastasia Lin è stata incoronata Miss World Canada il 16 maggio 2015, promettendo che sarebbe stata «una voce per chi non ne ha una». Ha mantenuto la sua promessa, a sue proprie spese. Il suo sostenere i diritti umani, in particolare quelli cinesi, ha attirato l’attenzione delle autorità in patria.

Dopo aver vinto il concorso di bellezza, suo padre le ha telefonato, dicendo di aver ricevuto visite dalle forze di sicurezza cinesi. Le ha chiesto di smettere di parlare di diritti umani, temendo ripercussioni dal regime.

Anastasia Lin, Toronto-based actress and 2015 Miss World Canada, testifies on the persecution of Falun Gong in China before the Congressional Executive Commission on China, in Washington on July 23, 2015. (Li Sha/Epoch Times)
Anastasia Lin, attrice e Miss Mondo Canada 2015, parla della persecuzione religiosa in Cina di fronte alla Commissione Esecutiva del Congresso Usa a Washington il 23 luglio 2015 (Li Sha/Epoch Times)

Questa sua forza di volontà ha avuto un costo.

In questi giorni si sarebbe dovuta recare nell’Isola Hainan, in Cina, per partecipare alla finalissima del concorso di Miss Mondo. Ma diversamente dalle altre partecipanti, Anastasia Lin non ha ancora ricevuto il permesso di soggiorno dal regime cinese. Se non lo dovesse ricevere entro il 20 novembre, verrebbe squalificata.

«Mi manca il Paese in cui sono nata, la terra, la cultura, il suono della sua lingua, il profumo del cibo per la strada», ha raccontato, nostalgica.

Ma rifiuta anche di auto censurarsi, e per la Lin questa è una questione di principio. Sa bene che cedere alla pressione del regime cinese permetterebbe a esso di continuare a violare i diritti umani. «Se funziona con me, funzionerà con altre persone», spiega. «Più a lungo questo tipo di tattica funzionerà sulla gente, più la utilizzeranno». Non permettendo a questo metodo di funzionare, e anzi denunciandolo, nel futuro «prima di applicare questa tecnica sulla gente, dovranno pensarci due volte».

Nel mondo moderno, in cui la pressione del Pcc ha censurato film, notizie e discussioni politiche in Occidente, la Lin ritiene che prendere pubblicamente una posizione significhi essere responsabile non solo verso sé stessa e le sue idee, ma anche verso i cinesi che sono stati ingannati dal Pcc, proprio come lei in passato.

VALORI TRADIZIONALI CINESI

La Lin ha un cuore generoso, e un profondo amore per le tradizioni cinesi. La sua storia preferita è il romanzo classico cinese Il sogno della camera rossa, basato sull’idea che nulla dura per sempre.

Questo romanzo è in realtà una tragedia, ma tratta anche della ricerca di uno scopo più alto nella vita. Ha avuto un grande impatto sulla vita adolescenziale della Miss Mondo Canada: in particolare ha fatto presa su di sé l’idea che una persona dovrebbe concentrarsi su ciò che è davvero importante nella vita, piuttosto che inseguire piaceri sfuggenti. «Devi concentrarti sulla tua vera felicità, non su ciò che pensi di essere e su ciò che vuoi possedere», afferma.

«È ciò che sento adesso», dice. «Ho affrontato queste cose da sola. Ma ciò che mi fa andare avanti è questo senso di missione». Crede nel fatto che quello che nella vita vale davvero, sono gli elementi duraturi. Quello che rimane alla fine delle nostre vite è l’eredità delle nostre azioni, buone o cattive, e l’impatto che hanno sugli altri.

La madre di Anastasia Lin insegnava economia all’Università di Hunan, ma ha educato la figlia nei suoi primi anni in base ai valori confuciani, nonché ai valori tradizionali cinesi. Vivevano nelle vicinanze dell’Accademia Yuelu, vecchia di mille anni, dove la madre portava la piccola Anastasia a imparare la calligrafia.

Gli insegnamenti confuciani su come vivere bene la vita, in modo benefico per la società, un tempo rivestivano un ruolo importante nell’educazione cinese, fornendo la base per il forte senso che i cinesi hanno della famiglia.

Il regime cinese ha manipolato alcuni di questi principi fondamentali della cultura cinese, trasformandoli in strumenti di repressione. In particolare, il regime utilizza l’amore per la famiglia come un’arma per mettere a tacere le persone.

La Lin ne ha fatto esperienza diretta, dato che il Pcc sta facendo pressione su suo padre in modo da perseguitarla indirettamente. «Il Pcc ha afferrato la parte migliore di un essere umano, l’amore e la compassione che proviamo gli uni per gli altri, e l’ha usata contro gli altri come se fosse un’arma», ha affermato. «È quello che hanno fatto a me. Hanno usato l’amore per la mia famiglia, come un’arma».

COMMOSSA DALLA COMPASSIONE

In qualità di attrice, la Lin ha interpretato anche ruoli di persone che venivano perseguitate in Cina. «Penso che gli attori, quando devono sperimentare cose del genere, devono entrare in sintonia con i personaggi».

Per imparare a interpretare questi ruoli, parla spesso con le persone che hanno vissuto quelle esperienze: le persone sopravvissute alle torture. E questo può essere un processo doloroso per entrambi. «Chiedo: “come ti senti quando sei nel mezzo di un campo di lavoro?” Ci sono questi muri e questi fili spinati, e ci sono poliziotti con cani ovunque e ti dicono, “se non abbandoni il tuo credo oggi, ti manderemo su quella macchina, e ti manderemo nella stanza per la cremazione”».

In un suo prossimo film canadese, The Bleeding Edge, la Lin interpreta una praticante della Falun Dafa perseguitata in Cina. Il film presenta varie scene difficili che mostrano metodi di tortura usati dalla polizia cinese, tra cui lo stupro, il conficcamento di bastoncini di bamboo sotto le unghie, e le percosse.

In una scena lei lascia la prigione e cammina lungo un corridoio, con celle su ognuno dei lati, tutte piene di prigionieri di coscienza che la chiamano e le dicono che ora è libera. Quando raggiunge l’uscita, è ormai «completamente in lacrime».

«Fare questa scena anche soltanto una volta è emotivamente distruttivo», ha detto, affermando che per interpretare un ruolo del genere «devi avere una concentrazione massima».

Ma sebbene il lavoro non sia facile, ha un significato. «Alla fine della giornata, quando vado a casa, mi rendo conto che è l’esperienza più soddisfacente in assoluto».

Che sia il suo lavoro di attrice, o il suo sostegno ai diritti umani in un concorso di bellezza, la Lin ha sempre la stessa missione: «Ci sono così tante persone che non hanno una voce, e io vorrei portare luce a coloro che sono ancora nel buio».

Articolo in inglese: ‘Why Miss World Canada Anastasia Lin Refuses to Be Intimidated by China

 
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