La medicina cinese è una ‘slow medicine’

L’organismo è programmato per guarire, ma questo richiede tempo. La medicina tradizionale cinese conduce a una vera guarigione e non maschera solamente i sintomi come può fare un farmaco da prescrizione. Per fare questo, quindi, il medico deve capire non solo cosa sta succedendo, ma anche il motivo. Infatti solo dopo che viene scoperta e curata la vera fonte dei sintomi, può avvenire la vera guarigione.

La natura della medicina cinese insiste sul bisogno di rallentare ed entrare in contatto con il proprio corpo. La diagnosi e il trattamento possono infatti portare a miglioramenti solo se il paziente collabora. Per esempio, sapete che il vostro mal di testa è un’emicrania. Tuttavia, per essere efficace, il medico dovrà saperne di più, chiedendosi per esempio se sia unilaterale, quanto spesso si manifesta, se il dolore nella zona interessata è simile a una pressione, se è legato a cambiamenti climatici e se sta succedendo qualcos’altro alla propria salute. I dettagli che a prima vista non presentano una connessione con il disturbo, costituiscono spesso le prove più importanti e il medico può rendersi utile solo se conosce i dettagli. E per consentire al medico di svolgere al meglio il proprio lavoro è necessario prestare attenzione al proprio corpo. Una buona cosa da fare, in quanto alla lunga permette di sviluppare delle intuizioni sulla propria salute che non si sarebbero mai prese in considerazione.

Un’altra differenza con la medicina occidentale è che la medicina cinese non è solo lenta, ma anche dolce. La medicina moderna mette a disposizione farmaci e chirurgia. Quella cinese offre invece erbe e più o meno mezz’ora di rilassamento su un lettino per massaggi, durante una seduta di agopuntura. A proposito di erbe cinesi, è vero che in un primo momento gli effetti sono blandi e che per funzionare bisogna prenderle per un periodo più lungo rispetto a un farmaco. In realtà, molti farmaci da prescrizione derivano dalle stesse erbe usate dal medico cinese: la differenza tra i due è che quando si assume un’erba, viene usata l’intera pianta, sfruttando anche l’effetto sinergico di tutti i composti. Quando invece si produce un farmaco partendo da una pianta, solo il principio attivo viene estratto e trasformato in un potente medicinale; può funzionare più velocemente, ma è accompagnato da molti effetti indesiderati a causa della sua potenza.

Infine la natura della medicina cinese spesso implica che il paziente debba essere partecipe nella terapia, in quanto lo stile di vita è un fattore che viene preso in considerazione e che spesso contribuisce alle condizioni del paziente. Per esempio se la dieta fa stare male, il paziente ha la responsabilità di cambiarla come parte del processo di cura. Se il lavoro da 80 ore settimanali sta causando stanchezza e irritabilità, l’agopuntura funziona solo fino a un certo punto. Pertanto, se il cambiamento è parte della terapia, si può pianificarlo con un po’ di pazienza. In questo caso i miglioramenti percepiti sono reali, e non è come nel caso di un farmaco, i cui effetti alleviano temporaneamente i sintomi senza curare le cause.

Perciò, alla luce di quanto detto, forse sarebbe il caso di prendere in considerazione la possibilità di scegliere in qualsiasi momento la lenta, dolce e profonda guarigione della medicina cinese rispetto ai farmaci e alla chirurgia.

Lynn Jaffee è un agopuntore e autore del libro Simple Steps: The Chinese Way to Better Health. Questo articolo è stato originariamente pubblicato su AcupunctureTwinCities.com.

Articolo in inglese: ‘Chinese Medicine Is Slow Medicine

 
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