La mano di Xi Jinping rimescola le carte dell’esercito cinese

Il Comando di Pechino dell’Esercito di liberazione del Popolo svolge alcuni degli incarichi più importanti e delicati all’interno delle forze armate: tiene sotto controllo gli altri organi dell’Esercito, fornisce il supporto logistico all’Ufficio Centrale di Guardia e assiste nella protezione dei vertici del Partito.

Il Partito Comunista Cinese è da tempo fermo alla massima maoista che il potere politico nasca dalla canna del fucile. Di conseguenza, oltre al Comando rivestono un ruolo primario anche il Distaccamento militare di Pechino, che protegge la Capitale e l’Ufficio Centrale di Guardia, che protegge direttamente i massimi leader.

Quando si verificano dei cambiamenti al vertice di questi tre organi non è cosa da poco – come a esempio la nomina di un nuovo vice comandante e di commissario politico nel caso del Comando. Recentemente c’è stata un bel po’ di agitazione nei ranghi del Distaccamento militare: la palla è passata ai fedeli di Xi Jinping, mentre sono stati degradati gli ufficiali vicini ai membri del governo epurati in passato.

La campagna anti-corruzione di Xi Jinping sta raggiungendo le profondità dell’esercito e dello stesso Partito Comunista: un segnale che l’attuale leader stia affinando il suo controllo nei settori più sensibili, al contempo proteggendosi le spalle.

L’istintiva segretezza del Partito Comunista porta a nuove nomine senza che queste vengano rese pubbliche: i nuovi funzionari si mostreranno semplicemente in pubblico con il loro nuovo titolo, chi segue la politica cinese saprà a quel punto che le carte in tavola sono cambiate. 

È il caso di Wu Aimin che il 18 marzo ha partecipato a una conferenza militare a Pechino in qualità di vice comandante del Comando di Pechino, quando in precedenza era conosciuto come un comandante della terza divisione del Comando militare di Pechino.

Anche il Distaccamento militare, che ha il compito di difendere la capitale e vanta circa 300 mila uomini, è stato oggetto di una serie di cambiamenti agli alti livelli del personale.

 Prima che l’ex vice comandante Liu Zhigang venisse rimosso, era stato declassato nella zona di Jinan, considerata di minore importanza. Liu era stato segretario dell’ex vice presidente della Commissione Militare Centrale Guo Boxiong, nel mirino degli investigatori del Partito. Guo è ritenuto un amico intimo di Jiang Zemin, leader del Pcc dal 1989 al 2002.

Gran parte della campagna di rettifica del Partito messa in atto da Xi Jinping è mirata a eliminare il controllo e l’influenza che erano state stabilite e gestite da Jiang Zemin. Uno dei pesci grossi catturati è stato Zhou Yongkang, un tempo a capo dell’intero apparato di sicurezza del Partito, organo che vanta un budget più sostanzioso di quello dell’esercito.

Da ricordare gli articoli pubblicati da organi di propaganda del Partito, che recentemente hanno sancito la caduta di Zhou Yongkang e Bo Xilai, membri del direttivo del Politburo per «attività politiche non riconosciute». Un modo elegante per indicarli come sovversivi intenti a creare una fazione antagonista a Xi Jinping.

Nuove nomine sono state effettuate anche all’Ufficio Centrale di Guardia, che protegge l’élite del Partito Comunista.

Secondo quanto riportato il 13 marzo dal South China Morning Post di Hong Kong, Wang Shaojun, che ha riferito di essere stato un tempo la guardia del corpo personale di Xi Jinping, è salito di livello: da vice segretario a Capo dell’Ufficio.

Articolo in inglese: Shuffle of Military Personnel in Beijing Signals Xi Jinping’s Tightening Grip

 
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