La gravità del prelievo d’organi dell’Isis non è niente rispetto alla Cina

Martedì 10 febbraio, un importante diplomatico iracheno ha detto che lo Stato islamico sta prelevando gli organi dalle vittime per contribuire a finanziare le attività dell’organizzazione terroristica. E sebbene questo possa sembrare orribile, è improbabile che l’Isis stia operando sulla stessa scala del Partito Comunista Cinese.

Non è chiaro come lo Stato islamico stia svolgendo questa procedura, se le vittime siano civili o combattenti nemici (o entrambi), e a chi siano diretti gli organi. Lo Stato islamico ha scioccato il mondo con i suoi raccapriccianti video delle esecuzioni in cui si mostrano decapitazioni di ostaggi, crocifissioni di soldati e persone bruciate vive. In questa situazione, non sorprende se l’organizzazione terroristica fosse anche coinvolta nel prelievo degli organi da persone in vita.

L’ambasciatore iracheno Mohamed Alhakim ha rilasciato queste affermazioni inerenti al prelievo degli organi in un incontro nel corso del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di cui la Cina, la Russia e gli Stati Uniti sono membri permanenti. Ha detto che nelle fosse comuni sono stati ritrovati dei corpi che riportavano incisioni chirurgiche in corrispondenza di organi mancanti, come il fegato, e ha sostenuto che questi vengono venduti per contribuire al finanziamento del gruppo.

In Cina, dove le prime testimonianze inerenti al prelievo forzato degli organi sono emerse nel 2006, gli organi sono venduti negli ospedali statali ai ricchi cinesi e agli stranieri per più di 90 o persino 180 mila euro. Le vittime sono i prigionieri di coscienza, in particolar modo i praticanti del Falun Gong, una pratica spirituale che viene perseguitata in Cina dal luglio 1999.

La Cina è dal 2000 un punto di riferimento globale per i trapianti di organi e per il turismo dei trapianti. Gli organi vengono ottenuti tramite il sistema dei campi di lavoro forzato in mezzo a un’infinità di abusi dei diritti umani e di crimini contro l’umanità.

Ethan Gutmann, analista della Cina e investigatore dei diritti umani, autore del libro The Slaughter: Mass killings, organ harvesting, and China’s secret solution to its dissident problem [Il massacro: uccisioni di massa, prelievo di organi e la soluzione segreta della Cina al suo problema dei dissidenti, ndt], stima che ben 65 mila praticanti del Falun Gong e dai duemila ai quattromila uiguri e cristiani delle chiese indipendenti siano stati vittime del prelievo forzato degli organi.

In un articolo pubblicato sul sito al-Monitor, Alhakim ha detto che l’Isis sta prelevando e trasportando gli organi da un ospedale della città di Mosul in Iraq, che dallo scorso anno è controllata dallo Stato islamico. Gli organi vengono poi contrabbandati in Siria e in Iraq e nei Paesi vicini come l’Arabia Saudita e la Turchia, aggiunge l’articolo. Le bande criminali vendono poi gli organi al mercato nero in tutto il mondo, ha affermato l’agenzia mediatica Assyrian International News Agency.

«Vendere organi umani a scopo di lucro non è una ragione piacevole. Ogni anno in Cina, migliaia di persone vengono uccise per fornire organi vitali a questo settore molto redditizio. Sia gli ospedali militari che quelli civili stanno facendo questo sporco lavoro e il Governo lo sa», ha scritto David Kilgour, ex membro del Parlamento canadese e investigatore dei diritti umani, per Epoch Times.

Nel descrivere il processo di prelievo degli organi negli ospedali cinesi, Kilgour ha aggiunto: «I prigionieri sono colpiti con un proiettile in stile esecuzione, ma non uccisi. Rimangono in uno stato di profondo shock e quindi possono essere operati senza l’utilizzo dell’anestetico per addormentare il corpo mentre gli organi vengono rimossi».

«La parte più agghiacciante è che i prigionieri sono ancora vivi quando i loro corpi vengono aperti ed è stato riferito delle loro urla durante gli interventi chirurgici», ha scritto.

Dopodiché gli organi vengono immediatamente portati in un ospedale e trapiantati a quei pazienti che sono già in attesa.

La Cina ha ammesso di prelevare gli organi dai prigionieri sostenendo che il numero di tali interventi ammonta a circa duemila all’anno. Ma in realtà il numero supera i diecimila all’anno.

Articolo in inglese: ‘ISIS Organ Harvesting Allegations Are Nothing Compared to China

 
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