La Danimarca condanna l’interferenza del regime cinese contro Shen Yun

La notizia che l’ambasciata cinese in Danimarca voleva impedire al Royal Danish Theatre di ospitare la compagnia di livello internazionale Shen Yun, ha provocato indignazione e condanne da parte di politici e intellettuali danesi, che l’hanno definita una pesante interferenza sulla libertà artistica.

Il 19 febbraio scorso, l’emittente locale Radio24syv ha informato infatti di essere in possesso dei messaggi di posta elettronica che due dipendenti del teatro si sono scambiati, e da cui emerge che l’ambasciata cinese in Danimarca ha chiesto allo storico teatro settecentesco di Copenaghen, di non ospitare la compagnia newyorchese Shen Yun Performing Arts.

Nata nel 2006, Shen Yun compie ogni anno tournée in tutto il mondo, presentando spettacoli che fanno rivivere l’autentica cultura tradizionale cinese, esibendosi in oltre 150 teatri, tra i più prestigiosi del mondo.

La compagnia è stata fondata da praticanti della disciplina spirituale Falun Dafa, conosciuta anche come Falun Gong. È una pratica di qigong che comprende esercizi, meditazione e miglioramento del sé, basata sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza. Dal 1999, in Cina questa disciplina è violentemente repressa e perseguitata. Come si legge sul sito di Shen Yun, le scene sulla persecuzione e i riferimenti allo stretto legame tra cultura cinese e divinità, hanno contrariato i dirigenti del regime comunista di Pechino – ufficialmente ateo – che hanno tentato più volte di ostacolare le rappresentazioni.

È dal 2007 che Shen Yun cerca di portare lo spettacolo al Royal Danish Theatre di Copenaghen, e quest’anno si era arrivati finalmente a un accordo. Ma, dalle notizie di Radio24syv, è emerso che al momento di firmare il contratto, il teatro ha cambiato improvvisamente idea, adducendo «motivi logistici». E anche in seguito ha continuato a rifiutare le proposte della compagnia, facendo intendere che il livello artistico dello spettacolo non rispondeva alle esigenze della loro istituzione. Questo, malgrado Shen Yun si sia esibita nei più grandi teatri del mondo, compreso l’Aarthus Concert Hall, proprio in Danimarca, per due volte nel 2016.
A quel tempo, il giornale danese Politiken aveva informato delle ingerenze da parte dell’Ambasciata cinese, poi fallite, perché lo spettacolo venisse annullato.

Nel settembre 2017, gli organizzatori di Shen Yun hanno scritto alle autorità danesi, per rinnovare la richiesta di autorizzazione a rappresentare lo spettacolo al Royal Danish Theatre.
Stando alle e-mail di cui riferisce la radio, quando il Ministero della cultura ha chiesto il parere al Royal Danish Theatre, un suo dipendente ha rivelato a un collega di essere stato contattato in agosto dall’ambasciata cinese. Il messaggio riferisce: «Loro [l’ambasciata] hanno concluso l’incontro domandando se avessimo avuto trattative con Shen Yun e chiedendoci di non affittargli il teatro».
Tuttavia, Morten Hesseldahl, direttore del teatro, e Mette Bock, ministro della Cultura, negano l’accusa e dichiarano di non essere a conoscenza delle pressioni da parte cinese.

In seguito al servizio di Radio24syv, numerose personalità danesi hanno espresso indignazione per l’ingerenza del regime cinese negli affari della Danimarca. In un’intervista alla televisione newyorchese New Tang Dynasty Television (Ntd), la preside dell’Università popolare di Copenaghen Bente Hagelund, ha dichiarato che queste notizie sono una prova evidente dell’ingerenza cinese.


Bente Hagelund in un’intervista a Ntd

E Soren Espersen, parlamentare danese, ha dichiarato in un’intervista alla testata Berlingske che le azioni dell’Ambasciata cinese sono «scioviniste», e si chiede «perché dovrebbero decidere loro su cosa andrà in scena nei nostri teatri e su chi si esibirà». Michael Aastrup Jensen, esponente del Partito liberale, a Ntd ha espresso l’opinione secondo cui il governo danese dovrebbe fare luce su tali interferenze, e ha ribadito: «Dobbiamo cercare di difendere il nostro modo di vivere e il nostro sistema politico, il che significa che non abbiamo nessuna censura, accettiamo tutte le idee e ogni persona ha libertà di espressione».


Michael Aastrup Jensen a Ntd

Benny Brix, rappresentante dell’Associazione locale della Falun Dafa, che ha invitato Shen Yun a Copenaghen, ha sottolineato che da diversi anni cerca di spiegare al ministro della Cultura il sistema con cui avvengono le interferenze da parte cinese. E ha precisato: «Non è qualcosa che ci siamo inventati noi. Siamo piuttosto di fronte a un potere autoritario che si intromette nelle arti e nella cultura danesi».

 

Articolo in francese: Les politiciens et les intellectuels danois condamnent l’interférence du régime chinois avec le spectacle Shen Yun

Traduzione di Francesca Saba

 
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