La comunità internazionale condanna la clonazione di scimmia in Cina

Durante una recente conferenza stampa a Pechino, un gruppo di scienziati dell’Accademia delle scienze cinese, ha comunicato di aver effettuato con successo una clonazione di primati non umani. Le scimmie clonate, Zhong Zhong et Hua Hua, hanno cominciato a vivere rispettivamente, il 27 novembre e il 5 dicembre 2017 a Shanghai.

Secondo il settimanale tedesco Stern, queste scimmie sono state clonate seguendo lo stesso procedimento impiegato nel 1996 per la pecora Dolly, ossia trapiantando il nucleo di una cellula somatica.

Dopo la pecora Dolly, con la stessa tecnica sono state clonate oltre venti specie di animali, tra cui un cane, un maiale e un gatto, ma finora mai una scimmia.

Nel corso di una conferenza stampa, Poo Mu-ming, direttore dell’Accademia delle scienze cinese, ha dichiarato che le scimmie clonate saranno utilizzate per studiare le malattie umane, aggiungendo che una tecnologia così avanzata elimina «le barriere tecniche alla clonazione umana».

Tuttavia, questa «tecnologia avanzata» degli scienziati cinesi, ha destato non pochi dubbi nella comunità internazionale, e preoccupazione in relazione all’aspetto etico di pratiche incoraggiate dalle autorità cinesi.
Darren Griffin, professore di genetica dell’Università del Kent, ha spiegato che questo genere di esperimenti aumenta la probabilità di clonaggio di esseri umani: «Credo che le persone debbano riflettere su questo problema, sia dal punto di vista morale che del Diritto. C’è davvero bisogno di clonare persone? È estremamente pericoloso».

Allo stesso modo, nei media europei si è manifestata preoccupazione per questa possibilità. Il 23 febbraio scorso, l’emittente tedesca Deutsche Welle ha informato che la Società tedesca per la protezione degli animali ha criticato la pratica cinese della clonazione.

Il Vaticano ha commentato: «È una minaccia per l’avvenire dell’umanità». Anche l’ex presidente della Pontificia accademia per la vita, Elio Sgreccia, ha espresso inquietudine per gli esperimenti portati avanti in Cina, ritenendo che sia piuttosto elevata la probabilità che il prossimo obiettivo sia la clonazione di un essere umano. E ha ribadito: «È un sistema che non sarà mai approvato dalla comunità religiosa».

Le leggi federali degli Stati Uniti proibiscono il clonaggio umano, e numerosi scienziati in tutto il mondo rispettano le regole etiche e si oppongono a questo genere di sperimentazioni.

Luo Yu, figlio del ‘generale rivoluzionario’ cinese Luo Ruiqing, ha commentato la clonazione dei primati qualificando il Partito Comunista Cinese come «una banda di individui immorali, senza principi e senza fede». E ancora: «Dopo aver dominato nel campo della scienza e della tecnologia, sarebbero forse capaci di azioni etiche? La cosa totalmente contraria alla morale che stanno compiendo oggi, è quella del prelievo di organi da persone vive, con lo scopo di venderli nel lucroso e disumano mercato dei trapianti».

A questo proposito, Luo Yu ha anche richiamato l’attenzione sul fatto che, dal 2005, l’avvocato dei diritti umani David Matas e l’ex segretario di Stato canadese David Kilgour, hanno investigato e raccolto le prove sull’espianto di organi da prigionieri di coscienza ancora vivi, detenuti in Cina.

Tutto il mondo ormai è informato su questi crimini orribili, tuttavia il Pcc non è in grado (e si rifiuta) di rispondere alle numerose richieste di chiarimenti in merito.

Per approfondire:

 

Articolo in francese: La communauté internationale condamne le clonage de singes en Chine

Traduzione di Francesca Saba

 
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