La campagna anti-corruzione della Cina entra nella fase cruciale

La campagna anti-corruzione del leader cinese Xi Jinping è entrata di recente in un vicolo cieco: il processo al potente ex zar della sicurezza è stato rinviato; il capo dell’anti-corruzione ha tenuto un discorso di incitamento in una provincia che si supponeva già purgata; e l’investigazione e l’epurazione dei funzionari di alto livello ha rallentato fino quasi a fermarsi.

Gli analisti sostengono che questa pausa sia un segnale che la lotta tra le fazioni all’interno del Partito si trovi adesso in una fase critica e che le scelte fatte nel prossimo futuro saranno decisive – e che porteranno o alla completa disintegrazione della fazione opposta a Xi, o potenzialmente, a un indebolimento del potere di Xi e a una possibile futura ritorsione nei suoi confronti.

Più recentemente, la rivista cinese Mingjing Monthly ha illustrato questa situazione aprendo il suo ultimo numero con un articolo dal titolo eloquente: «Freni tirati sulla campagna anti-corruzione, fermata la caccia alla ‘grande tigre’». Nell’editoriale si afferma che l’ex leader del regime Jiang Zemin e il suo scagnozzo Zeng Qinghong hanno effettivamente bloccato la campagna di rettifica del Partito guidata da Xi Jinping e dal capo disciplinare Wang Qishan.

L’articolo spiega come Zeng Qinghong stia cercando di impedire la condanna a morte dell’ex leader della sicurezza cinese Zhou Yongkang, nonostante abbia confessato numerosi omicidi, e come stia chiedendo che molti alti funzionari – tra cui Ling Jihua, aiutante del precedente leader del Partito Hu Jintao, e Guo Boxiong, in passato vice comandante delle forze militari – se la possano cavare con un semplice schiaffo morale, in virtù dei loro legami con Jiang Zemin.

Mingjing tenta anche di mettere in discussione la legittimità della campagna di Xi e Wang, dando risalto al presunto auto-arricchimento dei familiari dell’attuale premier. Non è chiaro se la pubblicazione stia riportando la notizia o tentando di farlo per volontà delle forze politiche cinesi, tuttavia, in entrambi i casi gli osservatori concordano sul fatto che l’intraprendente lotta alla corruzione di Xi Jinping sembra aver cessato di perseguire obiettivi di alto profilo, e molti casi contro alti funzionari appaiono adesso bloccati in una sorta di limbo.

Secondo Chen Pokong, autore e analista della politica comunista cinese, l’affermazione che la vecchia guardia di Jiang Zemin e Zeng Qinghong stia trattenendo la mano di Xi da dietro le quinte, appare credibile.

«Tra Xi Jinping e Jiang Zemin è una questione del tipo ‘tu muori e io vivo’», ha detto Chen in un’intervista telefonica, utilizzando una comune espressione cinese per descrivere la guerra politica.

Da quando nel mese di marzo la centesima ‘tigre’ – un riferimento del Partito ai funzionari di alto rango – Zhao Liping, ex vice presidente della Commissione regionale della Mongolia Interna della Conferenza consultiva politica del Popolo cinese, è stato arrestato, gli arresti sono diminuiti, e da allora sono stati colpiti solo due funzionari.

Secondo quanto riferito dal South China Morning Post di Hong Kong, il processo a carico dell’ex membro del Politburo Zhou Yongkang è stato rinviato in quanto l’imputato sta cercando di ritrattare le sue confessioni.

Inoltre, dall’8 al 10 maggio Wang Qishan è andato in visita nella provincia cinese orientale dello Zhejiang – una zona dove era già stata catturata la ‘tigre’ più grande, l’ex vice presidente della Commissione provinciale dello Zhejiang della Conferenza consultiva politica del Popolo cinese Si Xinliang. Dal momento che normalmente le purghe avvengono dopo che Wang è stato in visita in un determinato territorio, gli opinionisti cinesi sono perplessi riguardo al motivo per cui il capo dell’anti-corruzione si sia recato nella provincia dello Zhejiang, piuttosto che recarsi nella vicina Shanghai, che è tradizionalmente la base del potere di Jiang Zemin, e nonostante lì ci siano già state numerose indagini e purghe.

Chen Pokong sostiene che Xi e Wang devono affrettarsi con la loro campagna anti-corruzione affinché possa sradicare le forze di Jiang prima che queste possano reagire.

Lo studioso Gao Wenqian, autore di una biografia su Zhou Enlai, ha presentato la sua analisi sulle condizioni della campagna nel corso di un talk show su Voice of America.

«Per Xi Jinping e Wang Qishan, è una guerra per la vita o per la morte. Stanno cavalcando una tigre e non possono scendere. La portata e la misura della campagna hanno ecceduto quello che avevano previsto – e se la attuassero fino alla fine, allora il Partito potrebbe cadere. Tuttavia se si fermassero lontani dall’obiettivo, potrebbero essere mangiati dalla tigre», ha detto.

«Quindi non sanno come andare avanti. Fanno un passo e dicono qualcosa, poi fanno un altro passo e dicono qualcosa di diverso».

Se Jiang Zemin – che ha quasi novant’anni – si dovesse ammalare gravemente o morire, allora il percorso sarebbe probabilmente più agevole, afferma Chen Pokong. Tuttavia se dovesse continuare a porre resistenza all’agenda di Xi Jinping fino al 19° Congresso nazionale del Partito del 2017, allora l’attuale leadership potrebbe potenzialmente dover far fronte a una ‘ritorsione’ nei propri confronti.

Chen ha una proposta originale: collaborare con i liberali e i riformisti per combattere contro i conservatori.

«Al momento, Xi Jinping sta cercando di tirare giù sia i conservatori che i liberali e questo è un qualcosa che di certo non lo aiuta», ha detto Chen. Tuttavia, se facesse accettare al popolo la lotta alla corruzione come un vero e proprio esercizio di rafforzamento della legge, e privasse effettivamente del potere il Partito in favore delle istituzioni realmente indipendenti, allora sarebbe impegnato non solo in una lotta interna al Partito, ma in un esercizio di porre la Cina su una base più legittima di governo.

Naturalmente c’è un precedente positivo al quale Xi può fare riferimento – alla fine degli anni 80, la lenta apertura di uno Stato autoritario da parte dell’ex premier di Taiwan Chiang Ching-kuo ha portato alla liberalizzazione del Paese.

Chen ha detto: «Se Xi fosse lungimirante si schiererebbe con il popolo, in questo modo avrebbe il suo sostegno e sarebbe ricordato dai posteri».

Articolo in inglese: China’s Anti-Corruption Campaign Enters Crucial Phase

 
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