Legge sulla tortura approderà alla Camera

Agenda importante per la Camera dei Deputati che l’8 e il 9 aprile discute e vota il disegno di legge per introdurre il reato di tortura. Il procedimento inizia il giorno dopo la condanna della Corte Europea dei diritti dell’uomo contro l’Italia, per l’irruzione delle forze di polizia nella scuola Diaz nell’ambito del G8 di Genova, nel 2001.

«La sentenza pronunciata dalla Corte europea dei diritti umani carica di un particolare significato il voto che la Camera si appresta a dare da giovedì prossimo», le parole della presidente della Camera Laura Boldrini.

Il disegno di legge, già approvato dal Senato, è approdato alla Camera il 23 marzo per la discussione generale, ma sarà discusso questa settimana. Dopo oltre 26 anni di proposte sul reato di tortura «il Parlamento si avvia finalmente a colmare un vuoto che anche i giudici europei, oltre che tanti cittadini italiani, hanno ritenuto intollerabile. La nuova legge non potrà certo cancellare quella pagina buia della nostra storia recente. Servirà però ad allineare l’Italia all’Europa dei diritti umani», ha detto la Boldrini in un comunicato.

«Abbiamo seguito le raccomandazioni del Comitato Onu contro la tortura», ha spiegato Donatella Ferrante, presidente della Commissione giustizia della Camera, ripresa da Ansa. «Da un lato, marcando in maniera specifica gli elementi determinanti per il reato commesso dal pubblico ufficiale e, dall’altro, individuando con più puntualità gli elementi oggettivi e soggettivi della condotta al fine di evitare improprie sovrapposizioni con altri delitti già puniti dal codice penale», precisa la Ferrante.

«È un buon testo che speriamo possa rapidamente diventare legge», ha detto il deputato Pd Franco Vazio del Comitato Parlamentare per i Procedimenti di Accusa e della Giunta per le Autorizzazioni sul suo sito ufficiale.

Il testo, composto da sette articoli, prevede che la tortura sia reato comune, punibile con la reclusione da quattro a dieci anni. In molte Nazioni europee la legge di tortura si applica solo ai pubblici ufficiali. Il disegno di legge italiano prevede aggravanti quando il reato è compiuto da pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio, con una pena varia da un cinque a 12 anni di reclusione.

Si arriva fino a 30 anni di reclusione nel caso in cui vi siano lesioni personali, lesioni personali gravi, lesioni personali gravissime oppure la morte della persona offesa come conseguenza non voluta. L’ergastolo è previsto quando la morte è provocata intenzionalmente.

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