Messo «sotto controllo» Jiang Zemin, ex leader del Pcc

L’attuale leader del Partito Comunista Cinese Xi Jinping ha messo sotto scacco il ‘re’ avversario: Jiang Zemin, suo pre-predecessore e acerrimo nemico, è stato posto «sotto controllo» insieme ai suoi due figli. La loro libertà di movimento è temporaneamente limitata. A riferirlo una fonte di Pechino, vicina ai vertici del governo cinese.

La fonte, che si è confidata con Lin Feng, redattore dell’edizione cinese di Epoch Times, ha precisato che l’azione è stata presa il 15 agosto. Anche Zeng Qinghong, scagnozzo di Jiang, è stato «limitato», secondo la fonte.

Epoch Times ritiene che la fonte sia attendibile in virtù della sua stessa identità e dell’accesso che ha alle informazioni ai vertici del potere. Lin Feng crede che, in un momento come questo, lo scopo della rivelazione sia quello di inviare un segnale ai sostenitori dell’ex segretario del Pcc all’interno del regime, in modo da «dare a tutti una preparazione psicologica per quando Xi arresterà formalmente Jiang».

«Hanno fatto lo stesso prima della rimozione di Zhou Yongkang e di altri, aumentando la pressione su di loro», ha spiegato Lin. Zhou Yongkang è stato l’ex capo della sicurezza del Partito; quando le voci riguardanti la sua prossima epurazione hanno cominciato a emergere, inizialmente sono state respinte dagli osservatori stranieri di politica cinese. La rimozione di Zhou è ampiamente riconosciuta come una tra le più significative epurazioni politiche dei nostri tempi.

Jiang Zemin è stato il leader del Partito Comunista Cinese dal 1989 al 2002, è rimasto come capo dell’esercito per i successivi due anni, e non ha abbandonato totalmente le sue cariche per un ulteriore anno. Durante i suoi anni al potere, e anche mentre stava per lasciarlo, Jiang ha posizionato molti suoi uomini nei posti chiave, alcuni dei quali muovevano i propri feudi al di fuori del controllo della leadership formale.

Questa struttura di potere parallelo, comprendeva l’apparato di Sicurezza sotto il dominio di Luo Gan e in seguito di Zhou Yongkang – che lo ha reso un colosso con un budget annuale di 120 miliardi di dollari, più grande di quello dell’esercito – e anche le forze armate.

Tutto questo ha garantito la prosecuzione delle politiche chiave di Jiang, compresa la sua crociata contro la pratica spirituale del Falun Gong. Guo Boxiong, e in particolare Xu Caihou, i due ex vice presidenti della Commissione militare centrale, hanno «svuotato del potere» il presidente Hu Jintao, secondo quanto detto da Yang Chuncheng, ex vice direttore dell’Accademia delle scienze militari, in un’intervista alla Phoenix Television di Hong Kong.

Negli ultimi due anni e mezzo, gran parte delle epurazioni del Partito Comunista di Xi Jinping sono state rivolte a questa rete politica. La campagna è stata accompagnata da soffiate tempestive alla stampa, e da relazioni e osservazioni stuzzicanti da parte di funzionari che hanno accennato a cospirazioni politiche di vasta portata contro i vertici del regime.

Che Jiang Zemin sia stato l’ultimo ‘padrino’ dietro la macchina politica che Xi Jinping ha cercato di smantellare, è stato ampiamente compreso nei circoli politici in Cina, ma non era stato messo in luce esplicitamente fino al 10 agosto, quando è andato in stampa un editoriale del Quotidiano del Popolo, portavoce del Partito: il giornale ha infatti pubblicato una critica pungente rivolta agli ex leader che interferiscono negli affari dei loro successori, impendendo loro di «rimboccarsi le maniche e fare il lavoro coraggioso».

I leader, invece di «essere felici di andare in pensione […] fanno tutto il possibile per estendere il loro potere», sottolineava l’editoriale.

I commentatori politici hanno immediatamente identificato l’articolo come un attacco diretto a Jiang. «A coloro che hanno gli occhi per vedere, è chiaro a prima vista che questo articolo è una critica a Jiang Zemin, senza nominarlo», ha scritto Hu Ping, analista politico che vive in esilio a New York, in un commento sul sito web di Radio Free Asia.

Nella sua soffiata ad Epoch Times, la fonte ha spiegato che «in origine lui [Xi Jinping, ndr] voleva arrestare Jiang nella prossima primavera, lasciando il resto dell’anno a Xi per riprendersi cura dell’economia […] Inizialmente, non voleva farlo così presto».

Secondo Lin Feng non è sicuro che questo significhi che Jiang ora sparirà dalla scena, visto che in un certo numero di altri casi di funzionari d’alto profilo che sono stati deposti, era ancora permesso loro di apparire brevemente in pubblico, in un modo o nell’altro, anche dopo le segnalazioni che fossero sotto inchiesta, o sotto procedure disciplinari interne di partito. Questo include Guo Boxiong e Ling Jihua, l’equivalente di un capo del personale nella precedente leadership del Partito.

La fonte di Epoch Times ha anche aggiunto: «Dopo l’incidente di Tianjin, Xi Jinping non è riuscito a dormire per due notti». Cioè a dire che Xi Jinping credeva che Jiang Zemin fosse implicato nelle due enormi esplosioni, pari a 21 tonnellate di Tnt secondo le autorità, scoppiate in un impianto portuale della città costiera di Tianjin, il 12 agosto.

La causa delle enormi esplosioni non è per ora nota, secondo quanto dichiarato dalle autorità. Ma il cratere lasciato dall’esplosione è della dimensione di diversi blocchi stradali, e la palla di fuoco risultante dalla deflagrazione ha carbonizzato migliaia di auto e diverse costruzioni distanti più di un chilometro hanno visto le proprie finestre distrutte dall’onda d’urto. Una settimana dopo l’esplosione, il bilancio ufficiale delle vittime ammonta a 116, mentre gli abitanti del posto stanno ancora segnalando piogge tossiche e pesci morti che galleggiano a riva. I funzionari hanno detto che 770 tonnellate di cianuro di sodio (sostanza potenzialmente letale) erano nel magazzino esploso.

La teoria secondo cui le esplosioni erano in qualche modo intenzionali, è stata fatta circolare con alacrità nei media cinesi d’oltremare subito dopo l’accaduto: un sito di notizie associato a Boxun, con sede nel North Carolina, ha citato una fonte esclusiva che afferma che «l’esplosione è stata innescata da un veicolo imbottito di esplosivo […] Il camion è stato molto accuratamente parcheggiato accanto al magazzino, nella posizione più vicina ai materiali infiammabili. La gente se n’è andata presto, e circa 15 minuti più tardi l’esplosione ha avuto luogo, scatenando altre esplosioni a catena».

Gli articoli su Boxun, e su una serie di media ad Hong Kong, hanno collegato le esplosioni a Jiang Zemin.

Lin Feng, il redattore dell’edizione cinese di Epoch Times, ha spiegato che la gente di Jiang è nota per la tattica di far trapelare notizie e indiscrezioni sui media stranieri, e che se Jiang Zemin fosse stato in qualche modo dietro l’esplosione, avrebbe voluto che la questione venisse pubblicizzata: «Il messaggio sembra essere “Noi possiamo creare il caos”», ha aggiunto Lin.

La responsabilità dell’instabilità sociale è infatti imputata alla leadership, e fornirebbe le condizioni per limitare il potere di Xi Jinping all’interno del Partito, la cui campagna anti-corruzione a molti in Cina non è affatto piaciuta.

Articolo in inglese: Former Chinese Party Chief Jiang Zemin Placed ‘Under Control’

 
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