David Kilgour: in Cina il prelievo forzato di organi è un’industria

Le voci sono cominciate nei primi anni 2000, ma è dal 2006 che vengono le prime conferme e i primi studi: è ormai chiaro che il regime cinese preleva con la forza gli organi dai prigionieri di coscienza nei campi di lavoro, uccidendoli su richiesta non appena sia necessario un trapianto. David Matas e David Kilgour, rispettivamente avvocato dei diritti umani e ex ministro degli Esteri canadese, indagano su questa strage di Stato a partire dal loro primo studio del 2006, con periodici aggiornamenti.

Inizialmente increduli, i due investigatori indipendenti si sono dovuti ricredere: nei campi di lavoro, i praticanti della pacifica disciplina spirituale del Falun Gong, oltre a venire torturati e uccisi, vengono usati come banca d’organi vivente, all’interno di un lucrosissimo giro di denaro che ha spinto in breve tempo la Cina al secondo posto nel mondo per numero di trapianti effettuati (dopo gli Usa). Come per molti altri aspetti della ricchezza cinese moderna, le banconote frutto di questo giro criminale e immorale, sono macchiate di sangue innocente.

Epoch Times ha intervistato David Kilgour dopo la recente pubblicazione di un’inchiesta aggiornata, frutto della rinnovata collaborazione con David Matas e dell’inedito apporto del giornalista investigativo Ethan Gutmann.

David Kilgour, avvocato ed ex magistrato canadese, è stato deputato alla Camera dei Comuni del Canada per 27 anni. Nel governo di Jean Chretien, è stato ministro degli Esteri

Qual è l’elemento più importante della vostra nuova inchiesta?

«Il Partito Comunista Cinese sostiene che nel Paese è possibile effettuare oltre 10 mila trapianti d’organi. Per noi questi nuovi dati mostrano, oltre ogni ragionevole dubbio, che esiste una ‘industria’ di trapianti su larghissima scala, molto più grande di quello che credevamo in precedenza; parliamo di decine di migliaia di trapianti di organi eseguiti annualmente; questo è per me il punto più significativo della nuova inchiesta»

Perché questo è importante?

«Quando è passata la Risoluzione ‘H.Res.343’ alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, l’Ambasciata Cinese ha ribattuto che le accuse sono infondate, e ha anche affermato che nel 2015 il Governo aveva interrotto la pratica dei prelievi dai condannati alla pena di morte. Huang Jiefu, portavoce ufficiale del sistema di trapianti cinese, non ha mai ammesso neanche un volta che i praticanti del Falun Gong fossero i ‘donatori’. Il Governo cinese parla sempre dei prigionieri condannati alla pena capitale.

«Nei passati cinque-sette anni non abbiamo mai sentito Huang Jiefu ammettere che sono stati prelevati gli organi dai prigionieri di coscienza contro la loro volontà; come Ethan Gutmann ha fatto notare, la maggior parte di questi erano praticanti del Falun Gong e una minima parte erano tibetani, uiguri e Cristiani. E’ a causa della propaganda che queste notizie vengono oscurate, ma noi crediamo che le prove schiaccianti della nostra nuova inchiesta convincano anche i più dubbiosi del fatto che questi prelievi stanno ancora avvenendo e il loro numero non è diminuito affatto. Anzi, è aumentato arrivando a una quantità industriale»

Come potete affermare con certezza che gli organi vengono dai praticanti del Falun Gong?

«Conosciamo tutti i fattori legati alla vicenda: per esempio, per ognuno dei 350 campi di lavoro forzato in tutto il Paese, abbiamo parlato con delle persone che ne erano uscite, e loro ci hanno spiegato che solo ai praticanti del Falun Gong vengono fatte delle visite mediche periodiche. Dalle descrizioni forniteci degli esami medici a cui sono sottoposti, risulta molto chiaro che non sono per il mantenimento della salute; al regime non importa affatto della loro salute. Gli esami sono chiaramente orientati a verificare la compatibilità per un trapianto. In queste istituzioni pubbliche solo i praticanti del Falun Gong vengono esaminati: questo sembra riprodurre i modelli dei campi creati da Hitler e Stalin dove si veniva spediti per tre anni con la sola firma di un poliziotto. Questo dimostra chiarmente che la principale risorsa di organi proviene dai praticanti del Falun Gong»

Lei era Segretario di Stato per l’Asia-pacifico del Canada. Qualcuno nella sua posizione, in che modo può affrontare un caso del genere, quando arriva sulla sua scrivania? Come ha affrontato il caso?

«Nel 2002 o 2003 venni a sapere qualcosa, ma al tempo io e David Matas non avevamo ancora fatto le nostre indagini, che si conclusero nel 2006! Al tempo ero tristemente ignaro di ciò che stava accadendo al Falun Gong: alcuni praticanti vennero a trovarmi per parlare e io rimasi veramente turbato da quello che sentivo, ma per mia colpa non mi attivai con molta energia per affrontare questi problemi con le autorità cinesi o canadesi. Tuttavia più tardi io e Matas abbiamo fatto le nostre ricerche, rivisto gli studi, compilato il libro e ricontrollato le prove fino al 2006 ed abbiamo dimostrato che tutto ciò che ci era stato raccontato era accaduto realmente. Ora con questo aggiornamento dell’inchiesta stiamo dimostrando non solo che è accaduto ma che sta continuando e si sta diffondendo su scala industriale».

Cosa pensa dovrebbero fare la Società internazionale dei Trapianti e le autorità mediche?

«Il loro compito è di controllare che i trapianti vengano effettuati in maniera etica. Dovrebbero sapere che quei trapianti non rispettano la ‘Dichiarazione di Istanbul’ e altri accordi internazionali sui trapianti. La ragione per cui la conferenza internazionale sui trapianti, organizzata dalla ‘TTS’ [Società dei Trapianti d’Organo, ndt] si terrà a Hong Kong, è perché Hong Kong è parte della Cina. C’è dell’ironia nel fatto che ad Hong Kong esista un sistema che garantisca che i trapianti rispettino l’etica. Ma è chiaro che a questa conferenza non parteciperanno persone come Huang Jiefu, per l’ovvia ragione che da anni non sta facendo altro che dire bugie e grandi falsità sulla questione. Sarà altrettanto difficile che i chirurghi cinesi che operano nei trapianti prendano una posizione chiara sull’ argomento; è perciò di grande importanza che i chirurghi di tutto il mondo prendano una posizione netta. Ma ho il timore che proprio perché la conferenza sarà tenuta ad Hong Kong, sfortunatamente, non possiamo aspettarci molto.

«Penso che la nostra nuova inchiesta scuoterà le coscienze di molte persone rendendole consapevoli di cosa sta succedendo in Cina. Credo le renderà consapevoli che esiste un solo posto sulla Terra in cui prigionieri di coscienza vengono uccisi per prelevare i loro organi, che sono poi venduti per i trapianti a uso sia del popolo cinese che dei pazienti di tutto il mondo».

Per approfondire:

 
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