Persecuzione del Falun Gong, fine in arrivo?

Vista la sua storia di violenza inflitta al popolo cinese, qualsiasi discorso che implichi da parte del Partito Comunista Cinese la riparazione degli errori del passato dovrebbe normalmente essere preso con prudenza.

Ma è anche vero che il regime cinese si serve spesso di un codice (una sorta di comunicazione per simboli) per la sua propaganda e per gli annunci di partito.
La tempistica, il contenuto e il luogo di un recente incontro tenutosi per discutere della riparazione degli sbagli commessi (a livello dell’intero sistema giudiziario) da parte di uno dei potenti apparati di sicurezza del Partito, suggeriscono un cambiamento di rotta sulla persecuzione del Falun Gong.

La mattina del 20 luglio, l’agenzia di stampa di Stato Xinhua ha riferito infatti che la Commissione centrale per gli affari politici e giuridici (l’organo segreto del Partito che controlla l’intero apparato di sicurezza, identificato con la sigla Plac) dal 18 al 19 luglio ha tenuto un incontro a livello nazionale sulla promozione delle riforme giuridiche nella città di Changchun.

La Plac sta cercando di «stabilire un robusto sistema di prevenzione per accuse ingiuste, false, e sbagliate – mentre corregge anche gli storici errori della giustizia – E nel processo di correzione legale c’è la necessità di una riflessione istituzionale per prevenire politiche disastrose».

Meng Jianzhu, il capo della Plac, secondo un servizio della rivista finanziaria cinese Caixin, nel corso della riunione ha sottolineato che la magistratura deve essere ritenuta responsabile per questi errori giuridici, «soprattutto nei casi in cui si usi la tortura per estorcere confessioni, in quelli di rappresaglia e quando vi sia un’applicazione impropria della legge, a uso e consumo di propri parenti o ‘amici’».

La Plac ha innanzitutto sollevato il problema della necessità di rimediare ai casi di ingiustizia commessi dal sistema giuridico nel 2013; nell’anno successivo, Meng ha presieduto una riunione per discutere le riforme pilota a Shanghai dal 23 al 24 luglio.
Nel corso di una riunione tenuta presso l’Ufficio di Informazioni del Consiglio di Stato a Pechino nel settembre 2015, inoltre, il massimo organo di applicazione della legge del regime ha rilevato che l’uso della tortura per estorcere confessioni ha costituito la gran parte dei crimini commessi dal regime.

Il 20 luglio 1999, l’allora leader del Partito Comunista Cinese Jiang Zemin, diede ordine alla magistratura e ai servizi di sicurezza del regime di sopprimere il Falun Gong, una popolare disciplina spirituale cinese.
Questa campagna di persecuzione, costituisce probabilmente la più grande e prolungata mobilitazione degli apparati di sicurezza e di propaganda politica nella storia della Repubblica Popolare Cinese: un enorme numero di morti e decine di milioni di innocui cittadini sono stati trattati come nemici pubblici.

Il fatto che la Plac si sia ruinita appositamente per discutere delle ingiustizie passate, in particolare nei giorni immediatamente precedenti il 20 luglio, è quindi un fatto degno di nota. Sotto gli ex leader della Plac, Luo Gan e Zhou Yongkang, l’apparato di sicurezza del regime si è reso colpevole proprio di quel tipo di ‘errori’ giuridici descritti dal capo della sicurezza Meng Jianzhu.

I praticanti della Falun Dafa, all’arresto, vengono costretti a rinunciare alla loro pratica e, quando si rifiutano, vengono brutalmente torturati.
Secondo dati ancora incompleti del sito Minghui.org (fonte affidabile e di prima mano su questa persecuzione) oltre 4 mila sono stati uccisi e centinaia di migliaia sono tenuti in prigione dove subiscono abusi e torture di ogni genere. A causa della difficoltà di reperimento dei dati dalla Cina, il numero dei morti in conseguenza delle torture si ritiene sia molto più alto.

Quando, inoltre, diversi avvocati dei diritti umani hanno contestato la legittimità della persecuzione, hanno subito la medesima rappresaglia del regime: polizia e guardie carcerarie hanno inflitto lo stesso genere di torture agli avvocati Gao Zhisheng, Tang Jitian e Wang Yonghang.

I funzionari dell’Ufficio 610, un’organizzazione del Pcc che opera al di sopra della legge specificamente creata da Jiang Zemin per sovrintendere la persecuzione, sono intervenuti in numerose occasioni nei processi-farsa per assicurare la condanna dei praticanti del Falun Gong.

Il luogo di incontro della Plac è stato molto significativo, se aveva lo scopo di segnalare qualcosa riguardo al Falun Gong; si è infatti tenuto a Changchun, una città nel nordest di nessuna particolare importanza, ma è il luogo di nascita della pratica della Falun Dafa e del suo fondatore, il signor Li Hongzhi.

I molteplici elementi coincidenti associati all’incontro sulla ‘riforma giudiziaria’, tempistica, contenuto, luogo e responsabile per il partito, non sembrano insomma casuali.

Gli alti funzionari del Partito Comunista Cinese, infatti, hanno tutti familiarità con questa data sensibile, così come con la stretta relazione tra la città di Changchun e il Falun Gong. Infine, l’intento politico espresso di rimediare ad «accuse ingiuste, false e sbagliate» (yuanjiacuoan) rievoca la riabilitazione politica di milioni di cinesi ingiustamente perseguitati durante la Rivoluzione Culturale di Mao.

Ma se si parla di una generica manifestazione di volontà di cambiamento da parte del Partito in materia di Falun Gong, non è la prima volta.
Quest’anno, infatti, prima dell’anniversario del pacifico appello dei praticanti del Falun Gong (il 25 aprile del 1999 a Pechino), l’attuale leader di partito, Xi Jinping, aveva dichiarato che era interesse del regime prendere una posizione più tollerante.
Quattro alti funzionari di pubblica sicurezza (resisi responsabili di aver ordinato pratiche di tortura particolarmente spietate ai danni dei praticanti del Falun Gong) erano poi stati purgati.

Successivamente Xi aveva presieduto a una riunione di alto livello sul tema della religione, dove aveva parlato di «guidare» la religione invece che di «dominarla», com’era invece stata la politica di Jiang Zemin.

Non risultano ancora sostanziali cambiamenti politici in merito a questa sanguinosa persecuzione, ma la serie di insoliti segnali pubblici li rende, ora, concretamente possibili.

Per saperne di più:

 

Articolo in inglese: Near Anniversary of Falun Gong’s Persecution, Chinese Regime’s Security Agency Discusses Righting Wrongs

 
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