Imprenditore salvato dai ricordi di una sua vita precedente

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Ruprecht Schultz aveva da bambino la strana abitudine, quando era triste, di simulare una pistola con le dita, puntarsela alla testa e dire «Mi sparo». Sua madre si preoccupò e gli ordinò di non farlo più. Crescendo, gli divenne più chiaro il probabile motivo di questo suo comportamento.

La storia di Schultz, riportata da lui stesso su audio e in forma scritta, è stata studiata dal dottor Ian Stevenson dell’Università della Virginia, famoso ricercatore del campo della reincarnazione, e discussa dal dottore di medicina Walter Semkiw in un articolosulle annotazioni di Stevenson.

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, gli affari per la lavanderia di Schultz a Berlino, Germania, cominciarono ad andare male. Rimaneva spesso nel suo ufficio, passava ore sul suo libro contabile e rifletteva su quei tempi turbolenti. Quando attraversava il corridoio debolmente illuminato per arrivare alla cassaforte e riporre il libro contabile, pensava spesso: «Sei già stato in questa situazione una volta».

Da quel momento ha cominciato ad avere ricordi di una cosiddetta vita passata, in modo così dettagliato che è stato in grado di risalire ad un uomo la cui vita combaciava perfettamente con quello che lui ‘ricordava’.

Il dottor Stevenson ha affermato che la somiglianza delle circostanze nella sua vita attuale potrebbero aver stimolato i suoi ricordi. Schultz ricordava di aver avuto un impresa che aveva a che fare con il legname e probabilmente con le navi. Tra l’altro, Schultz da bambino aveva anche una grande passione per le navi, nonostante fosse cresciuto nell’entroterra, a Berlino.

Schulz ricordava di aver sofferto terribili perdite finanziarie. Poteva quasi vedersi mentre attraversava un corridoio per arrivare alla cassaforte dove conservava il libro contabile, proprio come nella sua vita attuale, e poi sedersi ed osservare con afflizione i suoi conti e a quel punto spararsi alla testa. Accadde in un’occasione speciale, un giorno di festa.

Schultz aveva anche l’impressione di aver vissuto in una città portuale della Germania ed era particolarmente attratto da Wilhelmshaven, ma non escludeva che potesse essere un’altra città sul mare del Nord. Sentiva anche che si trattava degli anni intorno al 1880.

Dopo aver svolto delle ricerche presso le autorità municipali a Wilhelmshaven e in altre nove città costiere per verificare se ci fossero documenti di un uomo che corrispondesse alla descrizione, l’unico riscontro positivo fu trovato a Wilhelmshaven.

Le autorità gli riferirono che il cognome dell’uomo defunto era Kohl, ma Schultz aveva l’impressione che quel nome fosse strano. In seguito le autorità si corressero, dicendo che il cognome era Kohler. L’uomo che sembrava corrispondere alla vita che Schultz descriveva si chiamava Helmut Kohler.

Possedeva una piccola impresa navale. Credendo che le tasse sul legname d’importazione stessero per aumentare, ne acquistò considerevoli quantità all’estero. Le tasse e i prezzi, invece di alzarsi, crollarono e le finanze di Kohler accusarono il colpo. Pensò di essere rovinato. Cercò di convincere il proprio contabile a falsificare i dati e quindi compensare in modo disonesto le perdite, ma il contabile andò nel panico e scappò con una buona parte del denaro della compagnia.

Kohler si sparò alla testa in un giorno di festa, il giorno del pentimento e della preghiera del 1887. Schultz ha rintracciato il figlio di Kohler, Ludwig Kohler, che era ancora vivo. Ludowig ha detto a Schultz che le finanze di suo padre si rivelarono essere migliori di quello che suo padre pensava quando si è ucciso. Una volta venduti i beni, i creditori sarebbero stati tutti pagati e, sebbene la fortuna di Kohler si sarebbe ridotta, avrebbe potuto vivere il resto della sua vita in modo agiato.

Schultz era sempre prudente con il suo denaro, cosa che faceva derivare dall’esperienze supposte della sua vita passata. Aveva perso il suo capitale a causa di circostanze fuori dal suo controllo, la distruzione di Berlino durante la guerra, poi la divisione della città in occidentale e orientale. La storia di Schultz però non finisce come quella di Kohler. Schultz, insieme a sua moglie, si è alla fine ritirato a Francoforte, dove ha vissuto fino alla sua morte all’età di 80 anni, nel 1967.

*Immagine di una pistola e di un libro di cuoio vda Shutterstock

Articolo in inglese: Businessman Gets Important Lesson From Past Life— Detailed Memories Verified
 
Articoli correlati