Il Turismo Rosso del Partito Comunista Cinese

Il Palazzo d’Estate è una delle più importanti attrazioni turistiche di Pechino. È nato come giardino imperiale durante la dinastia Qing, con laghi e parchi, circondato da pittoresche colline. Dal 1998 è stato designato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità nel 1998.

Ben presto, tuttavia, i turisti che lo visiteranno, troveranno ad attenederli anche un ufficio dedicato alla diffusione della propaganda comunista cinese. Il 30 ottobre scorso, il sito ufficiale del Palazzo ha infatti annunciato che sarà presto istituito un «Ufficio di rappresentanza del Partito» che fornirà alcuni servizi e promuoverà lo spirito del Partito.

Questa iniziativa è parte di un più ampio progetto dell’Ente Nazionale del Turismo cinese per promuovere il cosiddetto ‘Turismo Rosso’. Durante una riunione con i dipendenti dell’Ente, il direttore Li Jinzao ha infatti sottolineato l’importanza di diffondere l’ideologia del Partito, insieme ad altri miglioramenti necessari, come i servizi igienici, la sicurezza e l’incoraggiamento del turismo delle campagne.

In un’intervista con il quotidiano di Stato Notizie legali della sera, una guida turistica che lavora nel Palazzo ha accolto con entusiasmo la diffusione della propaganda del Partito nel suo posto di lavoro: «Grazie all’ufficio di rappresentanza del Partito, farò un buon lavoro nel promuovere le politiche e lo spirito del Partito, e racconterò ai turisti la situazione del Partito».

Per anni il Partito comunista cinese (Pcc) ha esteso la sua influenza ideologica fuori dai propri confini, cercando nel contempo di limitare l’influenza dell’Occidente all’interno. Ad esempio il Pcc ha istituito degli Istituti Confucio all’interno di istituzioni accademiche di ogni parte del mondo per disseminare l’ideologia del Partito tra gli studenti. Allo stesso tempo tuttavia è sempre stato sospettoso verso qualsiasi potenziale introduzione in Cina di valori occidentali come la libertà di pensiero e di parola. Nel 2015 il Partito ha pensato di attuare una messa al bando dei testi scolastici cinesi che promuovessero il pensiero e i valori occidentali.

D’ora in poi, turisti inconsapevoli che visiteranno la Cina riceveranno dunque una involontaria istruzione da parte di funzionari del Partito impiegati nei siti turistici.

Non è chiaro se anche le attrazioni turistiche occidentali come la Disneyland di Shanghai o gli Universal Studios, il parco a tema di Pechino di prossima apertura, dovranno adeguarsi alla nuova enfasi sulla propaganda del Partito promossa dall’Amministrazione del turismo.

Compagnie finanziate da fondi stranieri hanno già ricevuto pressanti richieste di includere all’interno dei loro uffici cinesi delle organizzazioni del Partito, e secondo una recente indagine di Qi Yu, ex capo del Dipartimento dell’organizzazione del Pcc, il 70 percento ha già assecondato la richiesta.

Il Wall Street Journal ha recentemente riferito che Murrey King, vice presidente per gli Affari pubblici del Shanghai Disney Resort, ha dichiarato a un giornale cinese che i migliori dipendenti del parco divertimenti, sono per la maggior parte membri del Pcc che partecipano regolarmente a seminari politici organizzati dalla compagnia, dove viene discussa la dottrina del Partito.

Eppure, nonostante tutti gli sforzi per diffondere la lealtà verso il Partito, i cinesi in realtà stanno lentamente perdendo la loro proverbiale obbedienza: secondo il Wall Street Journal, ad esempio, una recente campagna per raccogliere gli arretrati delle quote di iscrizione del Partito per lo scorso anno ha raccolto solo 277 milioni di yuan (quasi 57 milioni di euro) da oltre 120 membri del Partito impiegati in aziende a direzione statale nella sola città di Tianjin.

 

Articolo in inglese: Tourists Visiting China, Beware: The Party is Preparing ‘Red Tourism’

Traduzione di Veronica Melelli

 
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