Il trapianto di testa creerebbe una persona completamente nuova?

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Il primo trapianto integrale di testa al mondo potrebbe realizzarsi intorno al 2017, se si attueranno i controversi piani del dottor Sergio Canavero.

Valery Spridinov, costretto sulla sedia a rotelle a causa di una forma di atrofia muscolare spinale chiamata malattia di Werding Hoffman, si è offerto volontario per trapiantare la sua testa su un corpo sano, un’operazione che durerebbe circa un giorno.

L’operazione suggerita è abbastanza controversa e la sua fattibilità è stata più volte messa in discussione dagli esperti. A questo si aggiunge il fatto che l’ idea di Canavero solleva delle problematiche di natura filosofica ed etica. Una domanda che sorge spontanea è se il paziente rimarrà la stessa persona una volta che la sua testa verrà posta sul corpo di qualcun altro. Durante le interviste Spridinov ha chiarito che vede la procedura proposta come un modo per poter continuare a vivere con un corpo nuovo ma soprattutto sano.

Un’altra prospettiva è quella che vede Spridinov come il donatore di testa, piuttosto che il ricevente di un nuovo corpo. Lui dona la sua testa a qualcun altro che continuerà a vivere la propria vita con la testa di Spridinov ma non sarà la stessa persona che era Spridinov, firmando così la propria condanna a morte nell’offrirsi volontario per l’operazione.

Nonostante le tecniche scientifiche avanzate che verranno utilizzate, le problematiche sollevate da questa operazione non sono nuove. Già nel XVII secolo, il filosofo inglese John Locke affermava che l’identità di una persona è fondamentale questione di continuità mentale. A supporto della sua tesi proponeva il seguente ‘esperimento di pensiero’: immaginare che l’anima di un principe, completa di coscienza della vita passata di quest’ultimo, dovesse entrare nel corpo di un calzolaio. È chiaro, afferma Locke, che la persona col corpo del calzolaio e la testa del principe sia il principe e non il calzolaio; sarebbe quindi giusto punire questa persona per le colpe passate del principe ma non quelle del calzolaio.

Una variazione moderna dell’esempio di Locke è quella proposta dal filosofo americano Sydney Shoemaker; questa implica il trapianto di cervello piuttosto che dell’anima. Se il cervello di Mr Brown venisse trapiantato nel cranio vuoto di Mr Robinson, la persona che ne risulterebbe – Shoemaker lo chiama Mr Brownson – avrebbe le sembianze di Robinson ma sarebbe in realtà Brown purché Brownson sia consapevole del passato di Brown, riconoscendolo come il suo stesso passato.

La teoria di Locke potrebbe essere vista come giustificazione della visione di Spidinov sulla procedura di Canavero. La sua testa è dove risiede il suo cervello e, dato che quest’ultimo è la sede della sua vita mentale, la persona con il corpo di un altro e la testa di Spidinov avrebbe la continuità mentale di quest’ultimo e quindi sarebbe Spidinov stesso.

Comunque non ci sono garanzie che le cose vadano in questo modo. Esiste anche la possibilità che l’operazione cancelli completamente i ricordi di Spidinov. La persona che si risveglierebbe dal trapianto di testa potrebbe non avere coscienza del passato di Spidinov e quindi non identificarsi come quest’ultimo. L’operazione potrebbe portare in vita una nuova persona che abbia per testa quella di Spidinov.

Se quello che interessa al paziente oltre a un corpo sano è la continuità mentale, non sarà possibile determinare se la procedura avrà successo fino a dopo l’operazione. L’impatto del trapianto di testa sulla vita mentale rimane quindi ancora sconosciuto.

Quassim Cassam è un professore di filosofia all’Università di Warwick. Questo articolo è stato originariamente pubblicato su The Conversation. Leggi l’articolo originale.

 
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