Il regime cinese tratta i dissidenti come malati mentali

Il mistero di un attivista democratico scomparso in Cina è stato recentemente risolto: benché in buona salute, ha trascorso gli ultimi cinque anni rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Un tempo leader del movimento per un futuro democratico della Cina, questo paziente è adesso il simbolo di uno dei metodi più terrificanti che il regime cinese sta utilizzando per zittire i dissidenti. 

Il dottor Ma Jinchun era stato trasferito dal reparto di Medicina Interna a quello di Psichiatria del Civil Affairs First Psychiatric Center di Shanghai, ed è stato allora che è venuto a conoscenza di questo attivista scomparso. Aveva sentito dire da qualcuno che c’era un paziente che era stato internato su richiesta della polizia. 

Preso dalla curiosità, Ma si è messo alla ricerca di quel paziente e ha scoperto il suo nome: Qiao Zhongling. Dopo averlo esaminato e osservato scrupolosamente, il dottore ha dedotto che Qiao era una persona normale, senza alcun problema mentale. Il vero problema di Qiao era costituito semplicemente da un insieme d’ideali che il Partito Comunista Cinese (Pcc) è incapace di tollerare. Nel corso degli ultimi cinque anni, Qiao è stato rinchiuso in tre diversi ospedali psichiatrici. 

A ogni trasferimento, le dosi degli psicofarmaci somministrati a Qiao erano state aumentate e l’apporto eccessivo di queste sostanze ha danneggiato sempre più la sua salute. «Qiao non dovrebbe stare in un ospedale psichiatrico», ha affermato Ma. «Dovrebbe fare il professore». 

Agendo sulla base del suo giudizio professionale e secondo la sua fede cristiana, Ma ha deciso di aiutare Qiao. 

Il dottor Ma ha iniziato quindi a parlare con i direttori nella struttura e con medici più autorevoli dell’ospedale riguardo alla diagnosi e al trattamento di Qiao. Il vice presidente dell’ospedale gli ha detto che nessuno avrebbe potuto cambiare la sua diagnosi perché non era stata fatta dall’ospedale, ma dalla polizia. 

Il più autorevole e rispettato medico della struttura gli ha detto che al momento, solo coloro che avevano problemi mentali si sognerebbero di avere idee contrastanti a quelle del Partito Comunista. Ma poi è stato avvertito di non interessarsi ulteriormente nel caso. 

Temendo che la vita di Qiao fosse in pericolo, Ma si è recato negli Stati Uniti nella speranza che un appello alla comunità internazionale sarebbe stato di aiuto. Si è poi incontrato con il capo redattore della rivista Open Magazine di Hong Kong, Jin Zhong, che al di fuori della Cina, è probabilmente la persona che conosce meglio Qiao. 

La maggior parte delle persone che hanno vissuto a Shanghai alla fine degli anni 70, hanno quasi certamente sentito parlare di Qiao Zhongling. Dopo la Rivoluzione Culturale, c’era un movimento di attivisti impegnato nella lotta per la democrazia in Cina. A Pechino, era conosciuto come il ‘Muro della democrazia’, mentre a Shanghai era chiamato il ‘Forum della Democrazia’. 

Gli attivisti pronunciavano i loro discorsi nella Piazza del Popolo di Shanghai, dove migliaia di persone ascoltavano e discutevano. Qiao era tra loro e parlava quasi ogni giorno, ma la situazione non è durata a lungo. Quando Deng Xiaoping decise di reprimere questo movimento per la democrazia, Qiao venne arrestato. 

Dopo aver scontato tre anni di carcere, Qiao si ritrovò senza lavoro e tutti i suoi amici e parenti lo evitavano. Era costantemente sotto la sorveglianza della Pubblica Sicurezza, veniva molestato e persino costretto dalla polizia a spiare gli altri attivisti. 

Nel 2001 Qiao si è recato a Hong Kong, dove Jin Zhong lo ha intervistato e ha pubblicato un articolo su di lui nel numero di maggio del 2001 dell’Open Magazine. Quel resoconto dettagliato è stato probabilmente l’unica storia che era stata pubblicata su Qiao, che ritornò a Shanghai nello stesso mese in cui l’articolo venne pubblicato. 

Da allora nessuno aveva più sentito parlare di lui, fino a quando il dottor Ma ha chiamato Jin per richiedere il suo aiuto. È stato allora che Jin ha pubblicato un secondo articolo su Qiao, facendo così sapere al mondo cosa ne fosse stato di lui. 

METODO DI PERSECUZIONE 

In Cina gli abusi psichiatrici sono attualmente un metodo di persecuzione molto comune, tuttavia non è stato sempre così. Durante i primi trent’anni di regime comunista, non vi era alcuna necessità di far uso degli ospedali psichiatrici per perseguitare i ‘nemici del Partito’. I metodi più comuni utilizzati erano l’esecuzione, la reclusione e la supervisione. Inoltre, se i controrivoluzionari fossero stati etichettati come malati di mente, qualsiasi punizione, per quanto severa, non avrebbe intimidito gli altri, i quali avrebbe dedotto che le vittime erano malati di mente e non persone dagli ideali politici sbagliati. 

Con la fine dell’era di Mao, la lotta di classe non era più il giusto pretesto per perseguitare le persone. Tuttavia, non vi era neanche alcuna necessità di istituire un nuovo strumento di persecuzione. Raramente si riscontravano casi di persone sane di mente che erano state inviate negli ospedali psichiatrici per conflitti con le autorità, in ogni caso l’abuso psichiatrico non era mai stato utilizzato in modo sistematico. 

Wang Wanxing ne è stato un tipico esempio. Il 3 giugno del 1992, un giorno prima del terzo anniversario del massacro di Piazza Tiananmen, Wang espose uno striscione con il quale si richiedeva che il movimento democratico studentesco venisse ‘rivalutato’ – che i partecipanti non fossero più considerati colpevoli agli occhi del Partito. A causa di ciò, Wang venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico per 13 anni. 

La situazione è cambiata completamente nel 1999. Nel luglio di quell’anno, quando Jiang Zemin ha iniziato la sua campagna contro la pratica spirituale del Falun Gong, l’ex segretario del Partito ha dovuto affrontare molte sfide, due delle quali in particolare. La prima era costituita dall’imponente numero dei praticanti del Falun Gong e la seconda dalla mancanza di una base giuridica per sopprimerli. Improvvisamente, si è manifestato un urgente bisogno di adottare delle misure extralegali per gestire i milioni di praticanti del Falun Gong. I campi di lavoro forzato, i centri di lavaggio di cervello e gli ospedali psichiatrici divennero così gli strumenti della persecuzione. 

Quando e come l’uso diffuso degli ospedali psichiatrici in questo modo abbia avuto esattamente inizio, non è chiaro. Il primo caso è stato segnalato il 2 gennaio del 2000 sul sito web del Falun Gong, Minghui.org: «In data 16 dicembre 1999, la stazione di polizia Fangshan Chengguan di Pechino ha inviato oltre cinquanta praticanti del Falun Gong all’Ospedale Psichiatrico Zhoukoudian, senza passare attraverso alcuna procedura legale o medica». 

Anche il New York Times aveva riferito sul caso. Un portavoce della stazione di polizia aveva detto all’Agence France-Presse: «Non sono pazienti, vengono internati per essere rieducati». Anche se in questo caso l’ospedale psichiatrico è stato usato come un luogo di detenzione, la vicenda dimostrava che queste strutture venivano utilizzate per perseguitare i praticanti del Falun Gong. 

Il primo caso di abuso psichiatrico di un praticante del Falun Gong è stato segnalato un mese dopo. Il signor Huang Jinchun, giudice del tribunale civile della città di Beihai nella regione autonoma del Guangxi Zhuang, nel Sud della Cina, è stato torturato per due mesi presso l’Ospedale Psichiatrico Longxiangshan. 

In un articolo pubblicato nel febbraio del 2000 sul sito Minghui, Huang ha scritto: «A causa dei farmaci iniettati, mi sentivo esausto, assonnato e allo stesso tempo irrequieto, e scombussolato per tutta la giornata. Hanno riso di me: “Hai detto che pratichi il Falun Gong? È più potente il Falun Gong, o lo sono i farmaci?”» 

Nei mesi successivi, sono stati continuamente segnalati altri casi di abusi psichiatrici. C’erano abbastanza casi per la comunità psichiatrica internazionale da sollevare preoccupazioni durante il ‘Secondo meeting annuale sino-americano sulla psichiatria’, che si era tenuto a Pechino nell’aprile del 2000. Come al solito i medici cinesi hanno respinto le accuse. 

Tuttavia le loro giustificazioni sono state tutt’altro che convincenti. Un esperto psichiatra cinese che ha chiesto di rimanere anonimo, ha detto: «In precedenza, la psichiatria in Cina era così poco importante da non aver mai avuto la fortuna di essere utilizzata come strumento di una campagna politica. Prima, se volevano perseguitare qualcuno, non avevano assolutamente la necessità di adottare un metodo così civilizzato». 

Il medico anonimo ha semplicemente indicato che in passato il regime non avvertiva affatto la necessità di fare uso della psichiatria per perseguitare, tuttavia adesso sì. Secondo Wang Wanxing, una delle ragioni del suo rilascio è stata la campagna contro il Falun Gong. 

Dal 1999 erano stati rinchiusi negli ospedali psichiatrici di tutta la Cina così tanti praticanti del Falun Gong, da suscitare l’attenzione e la pressione internazionale. È stata quella pressione ad aver reso possibile il suo rilascio. Il caso di Wang suggerisce anche che l’uso sistematico delle strutture psichiatriche come strumenti di repressione ha avuto inizio con la persecuzione del Falun Gong. 

Nell’aprile del 2004 l’Organizzazione mondiale per indagare sulla persecuzione del Falun Gong (Woipfg) ha preso in esame oltre cento ospedali psichiatrici di 15 differenti province della Cina. L’83 per cento di questi ha ammesso di aver «ospitato e avuto in cura» dei praticanti del Falun Gong, e oltre il 50 per cento di loro ha dichiarato che quei praticanti non avevano alcun problema mentale ed erano trattenuti espressamente con lo scopo di costringerli a rinunciare al loro credo. 

Molti di loro erano stati inviati agli ospedali dalla polizia o dalle autorità locali. Un medico dell’Ospedale Psichiatrico della città di Liaoyang ha confessato all’investigatore che la struttura faceva uso di oltre dieci metodi, compresa la somministrazione di psicofarmaci, per costringere i praticanti del Falun Gong a rinunciare al loro credo. 

Le segnalazioni di casi di abusi psichiatrici sui praticanti del Falun Gong sono aumentate. Secondo Minghui, tra i 3.653 praticanti del Falun Gong deceduti che sono stati confermati a dicembre 2013, 74 di questi sono stati a suo tempo torturati in un ospedale psichiatrico. I praticanti deceduti a seguito delle torture subite negli ospedali psichiatrici sono invece 36. 

Il 24 marzo 2014, Minghui ha pubblicato un totale di 7.710 segnalazioni di casi di abusi psichiatrici. Le cifre dichiarate in tutte queste statistiche rilasciate da Minghui, sono ritenute ampiamente sottovalutate a causa della difficoltà riscontrata nell’ottenere informazioni dalla Cina. 

CONVENIENZA 

Il Pcc trova conveniente rinchiudere i praticanti del Falun Gong negli ospedali psichiatrici perché non ci sono procedure legali da seguire. La polizia, le autorità locali o persino i membri della famiglia messi sotto pressione dalla polizia, possono decidere di inviare un praticante in questo genere di ospedali, che non possono rifiutare di accettarlo. La polizia può persino decidere la diagnosi del paziente. 

Questo uso delle strutture psichiatriche limita anche l’indulgenza e il sostegno nei confronti delle vittime da parte della società. Il dottor Abraham Halpern, presidente dell’American Academy of Psychiatry and the Law, ha commentato nel 2000 sul giornale Psychiatric News che il governo cinese vuole screditare i praticanti del Falun Gong etichettandoli come malati mentali e pericolosi. 

Il regime ha trovato nell’utilizzo degli ospedali psichiatrici un metodo di persecuzione così conveniente, che ha rapidamente iniziato a prendere di mira una popolazione molto più ampia. I petizionisti, gli attivisti per i diritti umani e i dissidenti, ne sono tutti divenuti vittime. Durante una riunione del 2010, il Ministero della Pubblica Sicurezza (Mps) ha deciso che ogni Ufficio provinciale della Pubblica Sicurezza dovesse avere almeno un ospedale Ankang (un ospedale psichiatrico gestito dalla polizia a livello provinciale). 

Tra il 1998 e la data di questa riunione della Pubblica Sicurezza, gli Ankang hanno avuto in cura oltre 40 mila pazienti. 

In tale riunione, l’Mps ha formalmente dichiarato: «Senza l’approvazione delle agenzie della Pubblica Sicurezza, non può essere ammesso [nell’ospedale psichiatrico, ndr] alcun paziente non affetto da disturbi psichiatrici». In altre parole, l’abuso di ammettere nelle strutture i pazienti non affetti da disturbi psichiatrici è riservato alla polizia. 

La World Psychiatric Association ha cercato di indagare sul presunto abuso psichiatrico nei confronti dei praticanti del Falun Gong e ha persino raggiunto un accordo con la sua controparte cinese, la Società cinese di Psichiatria. Tuttavia nel 2004 la società cinese ha annullato l’accordo all’ultimo minuto. 

La World Psychiatric Association dovrebbe raddoppiare i propri sforzi. La comunità internazionale ha ancora la responsabilità di fermare l’abuso psichiatrico che è tuttora in corso in Cina nei confronti dei praticanti del Falun Gong e di altre persone innocenti. Non è mai troppo tardi per indagare sui crimini contro l’umanità e per consegnare i responsabili alla giustizia. 

I punti di vista espressi in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non rispecchiano necessariamente il punto di vista di Epoch Times.

Articolo in inglese: ‘Healing Betrayed: The Perversion of Psychiatry in China

 
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