Il piano di Trump per cambiare l’America

Democratici e Repubblicani sono d’accordo su una questione: le ultime elezioni sono state le più importanti del nostro tempo. Ma cosa cambierà, con l’elezione di Donald J. Trump a quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti?

Trump ha promesso di ripristinare la fede nella Repubblica fra i cittadini che la stavano perdendo, e di tornare indietro rispetto agli sforzi fatti dall’amministrazione uscente per trasformare il modo in cui gli Stati Uniti vengono governati.

Il neo-presidente non è stato solo un candidato, ma anche il leader di un movimento. Le decine di migliaia di elettori che hanno partecipato ai raduni del tycoon, acclamato come una rockstar, hanno espresso sensazioni di risentimento e un desiderio di cambiamento.
I cittadini non appartenenti alle fasce di reddito più alte, hanno sopportato vent’anni di stagnazione dei salari, e dopo la crisi del 2008 hanno dovuto affrontare anche un alto tasso di disoccupazione. Ritengono che la mancanza di posti di lavoro abbia a che a fare con l’applicazione poco rigorosa delle leggi nazionali sull’immigrazione. Inoltre, con l’Obamacare la classe media si è vista aumentare il premio per l’assicurazione sanitaria, in parallelo all’aumento delle spese aggiuntive e delle spese deducibili, oltre che alla riduzione delle reti sanitarie.

I sentimenti di discontento sono diffusi ormai da tempo: secondo Gallup [storica società di sondaggi statunitense, ndt] è da ottobre 2005 che più del 60 percento degli americani sono insoddisfatti della direzione verso cui il Paese si sta muovendo.
In altre parole, gran parte della popolazione sta soffrendo e ritiene che i politici non vi stiano prestando sufficiente attenzione, e che anzi si siano dimenticati di loro.

Un giornalista del Boston Globe ha citato una frase del romanziere Carson McCullers, descrivendo gli elettori di Trump come «scarto della società». Hillary Clinton ha forse rafforzato questa impressione, quando durante un galà a New York ha dichiarato che la metà degli elettori di Trump sono un «persone deplorevoli».

Se Trump mostrerà di meritarsi la fede in lui dei suoi sostenitori, riuscirà a risanare questa falla in espansione nel Paese, poiché decine di milioni di cittadini che si sentono alienati crederanno ancora una volta che il sistema possa lavorare per loro.

Con l’obiettivo di far funzionare il sistema, Trump ha promesso di «bonificare la palude» della corruzione che infetta un establishment ormai marcio.
Questo impegno ha alzato la posta in gioco in quello che sarebbe stato, in ogni caso, un duro scontro elettorale. Ogni qual volta una democrazia inizia a riconsiderare le questioni fondamentali sul come si dovrebbe governare, il compromesso diventa difficile.

Appena prima delle elezioni del 2008, Barack Obama ha dichiarato: «Siamo a cinque giorni da una fondamentale trasformazione degli Stati Uniti». Queste elezioni, in parte, sono diventate un referendum per decidere se i cambiamenti introdotti da Obama debbano consolidarsi nella vita del Paese, o essere cancellati.

Obama ha cercato di cambiare il Paese sotto gli occhi dell’opposizione repubblicana attraverso la nomina dei magistrati, il programma sanitario Obamacare, l’emissione di nuove norme e ordini esecutivi, e la firma di accordi internazionali.

I repubblicani hanno ritenuto le nomine nella magistratura come un’intromissione della politica nella Giustizia e considerano molti ordini esecutivi e nuove regolamentazioni di Obama come degli abusi incostituzionali del potere esecutivo, che portano a una riduzione del ruolo del Congresso.

Il ‘Contratto con gli elettori americani’ di Trump [il piano dei primi 100 giorni di amministrazione, ndt], annunciato nel discorso tenutosi il 22 ottobre a Gettysburg, in Pennsylvania, dovrebbe smontare gran parte dell’operato di Obama. Trump vorrebbe designare giudici che interpretano strettamente la Costituzione, cancellare gli ordini esecutivi di Obama, eliminare le sue normative, abrogare e rimpiazzare l’Obamacare e realizzare politiche destinate a rafforzare lo Stato nazionale americano.

Il successo di Trump dipenderà in parte da quell’autodisciplina che spesso è mancata durante la campagna elettorale, nella quale ha ripetutamente mostrato di non aver tolleranza e di poter venire distratto per una settimana, solo per rispondere a delle accuse. Improvvisando, ha fatto affermazioni orrende e intemperanti nei confronti di donne, di un reporter disabile, di ispanici e musulmani, che hanno dato il via a una catena di scuse da parte dei suoi sostenitori.
Inoltre, durante la campagna elettorale sono emerse più di una decina di accuse passate per cattiva condotta sessuale le quali, fino a che non saranno smentite, continueranno a fare ombra sul nuovo governo. Allo stesso modo come continuerà a farne anche la denuncia per frode nella Trump University che il neo-presidente sta affrontando.

Sebbene Trump sia un personaggio singolare, con convinzioni e sentimenti profondi nei confronti degli Stati Uniti, non ha mostrato di capire le diverse sfumature della politica. Quello che le sue politiche sosterranno dipenderà in definitiva dal livello dei consulenti che lo accompagneranno. Trump si vanta delle sue abilità di negoziazione, e quindi potrebbe darsi da fare per ottenere collaborazione anche da parte dell’opposizione.

Questi i principali cambiamenti di Trump rispetto al predecessore democratico.

CORRUZIONE

In un annuncio rilasciato prima dell’elezione, Trump ha affermato: «Il nostro movimento vuole rimpiazzare un establishment fallito e corrotto con un nuovo governo controllato da voi, dal popolo americano».

Nel Contratto con gli elettori, il tycoon ha proposto «un emendamento costituzionale per imporre dei limiti temporali al mandato di tutti i membri del Congresso». Sarà effettuata quindi un’azione di «congelamento delle assunzioni in tutti gli incarichi federali allo scopo di ridurre il personale federale attraverso il blocco delle nuove assunzioni (esonerando dal progetto esercito, pubblica sicurezza e sanità pubblica)» e verrà istituito il «requisito che per ogni nuova normativa federale, due esistenti siano eliminate».

Inoltre Trump propone «di bandire per cinque anni i funzionari della Casa Bianca e del Congresso diventati lobbisti dopo aver lasciato i servizi governativi»; «un bando a vita per i funzionari della Casa Bianca che fanno attività lobbistiche per conto di governi stranieri» e «un bando totale per i lobbisti stranieri che finanzino le elezioni americane».

Nei discorsi elettorali Trump ha preso di mira anche la corruzione della stampa. Le e-mail pubblicate da Wikileaks hanno mostrato John Podesta, il responsabile della campagna elettorale della Clinton, colluso con la stampa per quanto riguarda la copertura della campagna. Una ricerca del conservatore Centro di ricerca mediatico effettuata nei tre mesi seguenti la fine delle convenzioni di partito, ha giudicato ostile nei confronti della campagna di Trump il 91 percento della copertura giornalistica. Il neo-presidente ha proposto il cambiamento delle leggi sulla diffamazione di modo da rendere più semplice la querela della stampa.

IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

L’opposizione di Trump all’immigrazione illegale, è stato il primo fattore a proiettarlo sulla scena politica nazionale, al contrario di altri, che sembrano non aver realizzato l’intensità dei sentimenti popolari a riguardo nella base del Partito Repubblicano. Nei sondaggi di aprile 2016, il Centro di ricerca Pew ha riscontrato che i repubblicani sostengono con un rapporto di 2 a 1 la costruzione di un muro sul confine con il Messico.

Nel Contratto con gli elettori, Trump ha proposto un intervento per porre termine all’immigrazione illegale. Una parte di questo intervento riguarda la costruzione di un muro lungo il confine sud con la collaborazione del Messico che, al termine, dovrebbe rimborsare il costo agli Stati Uniti.
Altro punto riguarda l’istituzione di un «periodo di reclusione minimo di 2 anni in una prigione federale per il rientro illegale negli Stati Uniti dopo un precedente rimpatrio nel Paese di origine, e uno di un minimo di 5 anni per il rientro di individui che si sono macchiate di reati, che hanno ricevuto condanne multiple per reati minori, o che siano stati rimpatriati due o più volte in precedenza».

Infine, Trump propone un aumento della pena per chi non rispetti la scadenza del visto di soggiorno e la precedenza per i lavoratori americani.

CRESCITA ECONOMICA

Trump ha basato la propria campagna sulla crescita economica, promettendo un aumento del tasso di crescita del Pil rispetto agli anni dell’amministrazione Obama, passando da una media del 2,1 percento a un valore compreso fra il 3,5 e il 4 percento, aggiungendo che in meno di dieci anni i suoi interventi produrranno 25 milioni di posti di lavoro. Il neo-presidente intende raggiungere questi obiettivi attraverso una combinazione di politiche mirate su tasse, energia e commercio.

Con il piano tributario di Trump, ogni gruppo di reddito riceverà un taglio delle tasse, con la più grande percentuale di riduzione che spetterà ai contribuenti della classe media e di quella operaia. Anche il numero di fasce di tassazione sarà ridotto passando da sette a tre, con tassi che saranno fissi al 12, 25 e 33 percento.

La riduzione delle tasse coinvolgerà anche le aziende (passando da un’imposizione del 35 a una del 15 percento) e permettendo a quelle che hanno entrate estere di portare il denaro negli Stati Uniti con una tassazione del 10 percento. A causa delle tasse elevate che le società si trovano a dover pagare nel caso di rimpatrio di capitali, circa 2 mila 400 miliardi di dollari vengono tenuti all’estero.

Nel Contratto con gli elettori, il neo-presidente ha promesso di «rimuovere le restrizioni sulla produzione di lavoro, del valore di 50 mila miliardi di dollari, dovute alle riserve energetiche americane, fra cui sono incluse l’argillite, il petrolio, il gas naturale, e il carbone pulito».

Trump inoltre propone una revisione delle normative che «aggiungerà miliardi di nuovo benessere nell’economia». Fra gli altri interventi figura lo smantellamento del Piano per l’energia pulita, il quale altrimenti fermerebbe la maggior parte degli impianti elettrici a carbone.

COMMERCIO

Il piano di Trump per il commercio è il più controverso fra le sue iniziative economiche. Prima delle elezioni, c’era un largo consenso da parte di entrambi i partiti nei confronti di accordi di commercio multinazionali come il Nafta e la non ancor approvata Partnership trans-pacifica.
Trump ha intenzione di rinegoziare o uscire dal Nafta, ritenuto un «disastro», e di ritirarsi dal Tpp.

Il tycoon afferma di credere nel mercato libero, ma mira anche alla negoziazione di nuovi trattati commerciali con i partner commerciali dell’America. Il suo obiettivo è di «garantire che ogni singolo accordo commerciale aumenti il tasso di crescita del Pil, riduca il deficit commerciale e rinforzi l’industria».

Con i pessimi attori del mercato internazionale, come la Cina, Trump intende utilizzare delle tariffe di compensazione allo scopo di persuadere certe nazioni a giocare secondo le regole. Inoltre ha intenzione di dichiarare la Cina un ‘manipolatore di valuta’ e intentare una procedura di infrazione in seno all’Organizzazione mondiale del commercio.

Peter Navarro, uno dei consulenti economici di Trump e professore di economia e di politiche pubbliche all’Università della California-Irvine, ha spiegato in un’intervista con Npr che la Cina sovvenziona illegalmente le sue esportazioni, ruba la proprietà intellettuale per un valore di 300 miliardi l’anno, e costringe le aziende che delocalizzano la produzione in Cina a trasferire le loro proprietà tecnologiche alle compagnie in Cina.

RUOLO DELLA LEGGE

Trump ha dichiarato nel Contratto con gli elettori che fin dal primo giorno in carica «cancellerà ogni azione esecutiva, protocollo e ordine incostituzionale istituito da Obama».

Trump inoltre promette di nominare un sostituto del defunto giudice Antonin Scalia nella Corte Suprema che «sosterrà e difenderà la Costituzione». È da molto che ci sono disaccordi sugli standard utilizzati per la valutazione dei giudici della Corte Suprema e dei giudici federali. Obama ha favorito quelli che hanno abbracciato l’idea di una «Costituzione vivente», ossia quei giudici pronti a adattarla in base alle loro interpretazioni del cambiare dei tempi.

Trump ha preso Scalia (il quale credeva che bisognasse comprendere l’intento originale dei padri fondatori della Costituzione) come modello per i giudici che vuole nominare.
La nomina di un sostituto per Scalia, e altre possibili nomine alla corte durante questo mandato (i due giudici Anthony Kennedy e Ruth Bader Ginsburg, sono ormai ottantenni) probabilmente rinforzeranno la maggioranza conservatrice.

Trump intende infine cancellare i finanziamenti federali per le ‘città santuario’ (città che hanno deciso di non applicare le leggi federali sull’immigrazione) e vuole espellere «più di 2 milioni di criminali e di immigrati clandestini».

ASSISTENZA SANITARIA

A prescindere da chi avesse vinto le elezioni presidenziali, ci sarebbe stato comunque un cambiamento rispetto al piano sanitario di Obama (Affordable Care Act o Obamacare), ormai in crisi. Secondo il governo, nel 2017 i premi dell’assicurazione sanitaria sono aumentati in media del 22 percento. Il più alto tasso di aumento è stato riscontrato nei mercati individuali. Le società di assicurazione si sono tirate indietro ed è stato stimato che in un terzo del Paese rimarrà solamente una compagnia in grado di offrire la polizza sanitaria.

Trump spinge per abrogare e rimpiazzare l’Obamacare. Fra le riforme proposte c’è la possibilità di fornire assicurazioni sanitarie all’interno dei singoli Stati, allo scopo di introdurre concorrenza nel mercato. Il tycoon sponsorizza il libretto di risparmio sanitario, che permette di accantonare denaro esentasse per le spese sanitarie.

Il neo-presidente vuole nuove misure a sostegno delle famiglie con bambini e anziani a carico, con una detrazione sulle tasse per le cure e la rimozione delle tasse sui loro conti di risparmio, e vuole anche riconoscere incentivi per i datori di lavoro che forniscano servizi per la cura dei bambini.

Infine, in risposta ai lunghi tempi di attesa che sono costretti ad affrontare i veterani bisognosi di assistenza sanitaria da parte della Vetrans Administration, Trump propone di permettere ai militari in congedo di avere la possibilità di ricevere cure private finanziate dal governo federale.

SICUREZZA NAZIONALE E POLITICA ESTERA

Trump è sempre stato critico sulla partecipazione degli Stati Uniti nelle guerre del Medio Oriente. In generale preferirebbe evitare che gli Stati Uniti si impegnino nella costruzione di nuove nazioni e ritiene che la guerra sia ammissibile solo qualora gli interessi nazionali siano in pericolo.

Il neo-presidente dice di voler cercare «la pace attraverso la forza» e per questo ha promesso di rifondare l’esercito degli Stati Uniti. Sebbene  fra gli esperti sia controverso il fatto che l’esercito degli Stati Uniti si sia pericolosamente indebolito, i critici ne hanno sottolineato le principali carenze: l’aeronautica militare degli Stati Uniti sta attualmente operando con il 20 percento in meno dei piloti di cui ha bisogno, la marina militare è dalla fine della Prima Guerra Mondiale che non era in possesso di così poche navi e l’esercito presenta defict di addestramento tali da poter ostacolare la sua capacità di rispondere a un’eventuale crisi importante.

Trump propone di porre fine ai tagli nelle spese militari che hanno ridotto il budget militare di 454 miliardi di dollari per il periodo compreso fra il 2013 e il 2021, e di espandere la spesa per gli armamenti.

Nel piano di Trump, l’esercito dovrà concentrare gli sforzi nella distruzione dell’Isis e nell’eliminazione della minaccia del terrorismo.

Il tycoon ha dichiarato che sospenderà i permessi di entrata negli Usa dalle aree in odore di terrorismo e dove non sia possibile controllare accuratamente i flussi migratori, come la Siria, e che istituirà delle nuove procedure di controllo destinate a garantire il rispetto da parte degli immigrati dei valori e dei cittadini americani.

LEGGE, ORDINE E ISTRUZIONE

Trump si è presentato come il candidato della legge e dell’ordine. Nel Contratto con gli elettori, ha sostenuto la costituzione di una «squadra speciale contro il crimine e l’aumento dei finanziamenti in programmi per la formazione e l’assistenza della polizia locale».

Sotto l’amministrazione Obama, la Divisione diritti umani del ministero della Giustizia ha avviato decine di indagini nei dipartimenti di polizia locale alla ricerca di possibili pregiudizi razziali e di pratiche incostituzionali.

La ricerca del pregiudizio razziale è basata su una teoria chiamata ‘dell’impatto divergente’: se un gruppo etnico subisce arresti con un tasso più alto rispetto alla media rispetto alla popolazione complessiva, indipendentemente dal tasso di criminalità specifico, si assume che ci sia prova di razzismo. Queste ricerche hanno portato a delle soluzioni negoziate con il dipartimento della Giustizia, fenomeno che i critici hanno definito come una nazionalizzazione dei dipartimenti di polizia locale.
Trump ha dichiarato che metterà fine queste indagini.

Infine il neo-presidente ha sollecitato gli afro-americani e gli ispanici a votare, sottolineando gli scarsi risultati delle scuole nelle città interne del Paese. Ha parlato, infine, in favore dell’utilizzo di denaro federale per dare ai genitori migliori possibilità di scelta delle scuole in cui mandare i figli, permettendo quindi l’iscrizione dei bambini in istituti privati, paritari, tecnici, o religiosi, così come in scuole pubbliche o in casa con tutor.

Articolo in inglese: Trump Elected President: Here’s How He Plans to Change America

Traduzione di Davide Fornasiero

 
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