Il Parlamento polacco ripudia il comunismo: un crimine contro l’Umanità

In occasione del centesimo anniversario dello scoppio della rivoluzione bolscevica in Russia, il deputato polacco Jozef Brynkus ha sottoposto al Sejm (camera bassa del Parlamento) un disegno di risoluzione che condanna l’ideologia e le conseguenze della rivoluzione bolscevica. La Camera ha approvato la risoluzione il 24 novembre.

Il breve testo condanna gli effetti del comunismo nel mondo, dalla rivoluzione bolscevica ai nostri giorni, con particolare enfasi sugli effetti sulla Polonia: «La rivoluzione bolscevica, scoppiata in Russia 100 anni fa nel novembre del 1917, ha cambiato questo Paese e in seguito gran parte del mondo – così comincia il testo della risoluzione – e le sue tragiche conseguenze sociali ed economiche si sino ripercosse in molti Paesi e nella Russia stessa fino a oggi. Ogni rivoluzione nata da un sanguinoso colpo di Stato porta con sé distruzione e morte. Le rivolte dell’estrema sinistra, anche se spesso coperte da slogan magnifici e assordanti, portano sempre al terrore e al crimine, e danneggiano i singoli e le intere società. La lama dell’aggressione della rivoluzione bolscevica è stata puntata contro i valori basilari dell’umanità e contro le tradizioni della civiltà europea. Nata dall’ideologia criminale del comunismo e alimentata da slogan anti-umanitari e anti-cristiani, ha lasciato il suo crudele segno sulle vite di molte generazioni».

‘ESTREMISTI DI SINISTRA’

La risoluzione è stata approvata con 283 sì e 4 astenuti. Ma 173 deputati non hanno partecipato al voto, ritenendo inappropriata l’espressione «estremisti di sinistra» contenuta nella risoluzione. La maggior parte dei deputati che non hanno partecipato alla votazione appartenevano al partito della Piattaforma Civica e al Partito Moderno.

La Piattaforma Civica è al momento il più grande partito d’opposizione e la totalità dei suoi deputati ha deciso di non presentarsi al voto. Ma prima di prendere questa decisione avevano proposto un emendamento per rimuovere dal testo della risoluzione la parte in cui si dichiara che le rivoluzioni degli estremisti di sinistra portino sempre al terrore, a crimini, e a danni contro gli individui e le società. Tuttavia erano d’accordo con gran parte del resto della risoluzione.

Rafal Grupinski, un deputato della Piattaforma Civica, nel suo discorso durante una sessione del Parlamento polacco, ha fatto un esempio per spiegare la proposta di emendamento alla risoluzione da parte del suo partito: secondo il deputato, la rivoluzione di estrema sinistra in Polonia nel 1905, che si opponeva all’occupazione russa di parti della Polonia, ha fatto sì che la Russia garantisse delle concessioni ai polacchi e facesse alcuni passi indietro per quanto concerne la ‘russificazione’. Tuttavia l’emendamento è stato rifiutato dal Comitato della Cultura e dei Media.

Piotr Babinetz, un deputato che rappresenta il partito Legge e Giustizia, ha affermato che la bozza della risoluzione è stata un risultato degli sforzi comuni del suo partito e della Piattaforma Civica. Secondo Babinetz la rivoluzione del 1905 è stata socialista e di sinistra, ma non estremista, e ha preceduto quella bolscevica.
Il deputato sostiene che  le rivolte di estrema sinistra a cui la risoluzione si riferisce siano, per esempio, i movimenti ispirati da Che Guevara, che hanno portato a numerosi assassinii. La maggior parte dei deputati del partito Legge e Giustizia ha partecipato al voto, votando a favore della risoluzione.

GLI INIZI DEL COMUNISMO NELLA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA

Il libro nero del comunismo riferisce degli inizi sanguinosi del comunismo in Russia. Il colpo di Stato del 7 novembre, guidato da Vladimir Ilyich Lenin è stato seguito da una fase molto violenta e «questa violenza è stata imposta sul Partito da Lenin stesso, non appena ottenuto il potere», scrive Stephane Courtoise, uno degli autori del libro: «L’obiettivo primario di Lenin era di mantenere il potere il più a lungo possibile. Lenin ha instaurato una dittatura che si è rapidamente rivelata di natura sia sanguinaria che terroristica».

«Preso tra la volontà di mettere in atto la sua dottrina e la necessità di mantenere la propria presa sul potere, Lenin ha creato il mito di una rivoluzione bolscevica mondiale. A novembre del 1917 credeva che il fuoco rivoluzionario si sarebbe diffuso in tutti i Paesi coinvolti nella guerra, primo fra tutti la Germania. Ma una rivoluzione mondiale non è avvenuta, e dopo la sconfitta della Germania a novembre del 1918, è emerso un nuovo ordine in Europa […] Questo era già evidente quando l’Armata Rossa è stata sconfitta a Varsavia nel 1920». L’esercito sovietico ha infatti invaso la Polonia proprio nel 1920, per diffondere la rivoluzione bolscevica verso Occidente.

La risoluzione osserva poi come la Polonia abbia arrestato l’ulteriore espansione comunista in Occidente: «Una delle più grandi vittime della rivoluzione bolscevica è stata la Polonia. Nel 1920 i soldati polacchi, con la loro forza d’animo, hanno potuto fermare l’avanzamento della rivoluzione in Europa».

«Il fallimento della teoria leninista della rivoluzione europea e mondiale ha lasciato i bolscevichi alquanto isolati – scriveva Courtois – e impegnati in un conflitto testa a testa con una Russia sempre più anarchica. In un disperato tentativo di mantenere il potere, i bolscevichi hanno reso il Terrore parte quotidiana delle loro politiche, cercando di rimodellare la società ad immagine della loro teoria e di mettere a tacere chi, con le proprie azioni o la propria stessa esistenza sociale, economica o intellettuale, mettesse in luce i ‘buchi’ nella teoria. Una volta al potere, i bolscevichi hanno poi trasformato l’Utopia in un fatto di sangue».

IL COMUNISMO CERCA DI ESPANDERSI NEL MONDO

Il comunismo era successivamente tornato all’offensiva nel 1939, con la Polonia sul campo di battaglia e il resto del mondo in panchina. «Tuttavia – afferma la risoluzione – quando nel 1939 i comunisti si sono alleati con i nazionalsocialisti, non è stato più possibile prevenire un’ecatombe, soprattutto considerando che molti Paesi del mondo civilizzato hanno continuato ad accettare con indifferenza la demagogica dei tedeschi e l’appoggio della propaganda ipocrita dei sovietici».

Ad agosto 1939, la Germania e l’Unione Sovietica infatti firmavano un patto di non aggressione: il Patto Ribbentrop-Molotov. Il patto conteneva un protocollo segreto con cui Germania e Urss si dividevano le terre in base alle rispettive sfere d’influenza. Il mese successivo, entrambi gli eserciti invadevano la Polonia, incontrandosi poi lungo il confine.

Lo storico polacco-britannico Norman Davies ha scritto nel suo articolo La Gran Bretagna e la sollevazione di Varsavia che nel 1945 alla conferenza di Yalta, «i leader occidentali hanno rinunciato a tutta la loro reale influenza in Polonia ed Europa orientale in cambio della cooperazione di Stalin in Germania e nell’Estremo Oriente».

L’accordo di Yalta ha dato via libera alla diffusione del comunismo in Polonia e in Europa orientale, come affermato dalla risoluzione: «Dal 1945, l’importazione della rivoluzione comunista in molti Paesi dentro e fuori l’Europa era diventata possibile come risultato delle cattive scelte della coalizione anti-tedesca dei poteri occidentali alleati. Centinaia di milioni di vittime nel mondo sono state aggiunte ai milioni di vittime della rivoluzione bolscevica, e gli effetti orribili degli esperimenti economici comunisti hanno portato alla rovina le economie di decine di Paesi nel mondo».

Gli autori del Libro nero del comunismo hanno stimato che il numero totale di persone uccise dal comunismo raggiunga i 100 milioni, inclusi i 20 milioni di morti stimati nell’Unione Sovietica e i 65 milioni in Cina.

La risoluzione del parlamento polacco si conclude con questa frase: «Il Sejm della repubblica di Polonia condanna l’ideologia che ha portato alla tragedia di molti milioni di persone e rende omaggio a tutte le vittime della rivoluzione bolscevica».

 

 

Articolo in inglese: Polish Parliament Condemns Ideology and Consequences of Bolshevik Revolution

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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