Il paese incantato dei camini delle fate in Cappadocia

Sono poche le cose per cui vale la pena alzarsi alle quattro di mattina. Un’eclisse lunare totale o il passaggio della cometa di Halley ogni 75 anni rientrano tra queste, probabilmente. Ma per esperienza personale posso dire: per un giro in mongolfiera sui camini delle fate nella Cappadocia vale decisamente la pena di alzarsi presto!

La Cappadocia è una regione del centro dell’Anatolia turca, conosciuta per la sua peculiare e mistica topografia. Lo spettacolare paesaggio è stato creato da tre vulcani ora spenti, che triangolano l’altopiano di Nevsheir. Il monte Erciyes ad est è la cima più elevata, raggiungendo quasi quattro mila metri, poi a sud ovest c’è il monte Hasan, circa 3350 metri, e infine il monte Güllüda, a nord ovest, con la modica altezza di 2133 metri.

Milioni di anni fa, questi tre vulcani rilasciarono quantità di ceneri vulcaniche, fango e lava su tutta l’area, ricoprendo il terreno con montagne di detriti. Vento e acqua hanno lentamente scolpito la pomice morbida e porosa in forme allungate, coni e pilastri, lasciando le pietre di lava più dura (basalto) in equilibrio sulla cima di queste formazioni. Questo processo continua ancora oggi e possiamo vedere la formazione di nuovi camini, mentre quelli più antichi si stanno, seppur lentamente, sgretolando.

Si credeva che gli spiriti che abitavano questi luoghi fossero benevoli e alla fine le famiglie si scavarono delle abitazioni in queste formazioni per essere vicini alle amichevoli fate.

Il nome camini delle fate è stato dato alle pietre coniche dai primi abitanti dell’area che credevano superstiziosamente che spiriti ultraterreni avessero contribuito alla creazione dei bizzarri monumenti. Sentivano strani rumori provenire dalle formazioni e credevano che gli spiriti, non solo le avessero create, ma le abitassero anche e che, quando il vento soffiava tra le rocce porose, potessero sentire le fate che cercavano di comunicare. Si credeva che gli spiriti che abitavano questi luoghi fossero benevoli e alla fine le famiglie si scavarono delle abitazioni in queste formazioni per essere vicini alle amichevoli fate.

Grazie alla natura unica del terreno, i giri in mongolfiera nella Cappadocia sono un grande affare e quando siamo arrivati sul luogo del decollo, molto prima dell’alba, decine di mongolfiere erano in vari gradi di ascensione quasi fin dove l’occhio poteva arrivare, nella luce che precede l’aurora.

GIRO IN MONGOLFIERA

La compagnia di mongolfiere, Ürgüp Balloons, ci ha lasciato vicino alla nostra mongolfiera, vivacemente colorata di giallo con strisce azzurre, rosse, gialle, viola e verdi. Il pallone aveva quasi finito di gonfiarsi e il nostro gruppo di dieci persone è stato caldamente accolto dal capitano Ersoy Ugar, un pilota certificato con molti anni di esperienza.

Alcuni robusti addetti erano affiancati ad ogni mongolfiera e con notevole pazienza e volentieri, ci hanno aiutato a salire a bordo del piccolo cesto. Il capitano Ersoy ci ha messo al corrente dell’importante e utilissimo protocollo riguardante la nostra posizione in fase di atterraggio e, con un’esplosione dei bruciatori, noi intrepidi avventurieri siamo stati dolcemente sollevati dalla terra per accogliere il sole che sorgeva.

Il clima era stato freddo, il cielo coperto tutte le mattine per settimane e il sole riusciva a irrompere solo dopo mezzogiorno. Ma quel giorno Madre Natura ci ha sorriso, il sole è sorto mentre i palloni si alzavano, rendendoci parte di un meraviglioso spettacolo cosmico. All’inizio c’era poco vento e sembravamo essere sospesi in uno spazio silenzioso, come un uccello che fluttua su una corrente d’aria. Dopo pochi secondi in equilibrio tra cielo e terra, una brezza ha investito la mongolfiera e abbiamo cominciato a muoverci verso le formazioni rocciose che stoicamente stavano aspettando la nostra visita.

E noi siamo andati a far loro visita. Ci siamo avvicinati così tanto ad alcuni dei camini delle fate, che dal nostro trespolo era facile stendere una mano e toccarli. C’erano decine di palloni nel cielo; a volte sembrava stessimo per rimbalzare l’uno sull’altro. Talvolta eravamo sopra alle altre mongolfiere, talvolta sotto, ma per tutto il tempo, il capitano Ersoy si è tenuto in contatto con gli altri capitani attraverso i walkie talkie per salvaguardare la sicurezza di tutti i palloni e del loro prezioso carico.

UNA SORPRESA RARA

La Cappadocia è un paese incantato e non è difficile accettare come vera l’antica favola delle fate, quando si mette piede in questo magico paesaggio. Siamo stati lì in primavera, un periodo squisito per visitarlo. In primavera il paesaggio, di solito arido, è addolcito dalla profusione di fiori selvatici e alberi che inondano la sabbiosa campagna con macchie di lillà, oro, rosa e arancione.

Io ho avuto anche la fortuna di essere scortata nella zona da Özkan Güleç, il proprietario di Peerless Travel e esperto della sua regione d’origine, la Cappadocia. Visitare questo luogo straordinario con una persona del posto (che fortunatamente parlava la mia lingua) è stata una sorpresa rara, di quelle che mi accompagneranno per molte, molte lune.

Barbara Angelakis è un’esperta viaggiatrice internazionale e scrittrice premiata, che vive nell’area di New York. Per leggere altri suoi articoli e avventure visitate il LuxuryWeb Magazine suwww.luxuryweb.com

I punti di vista espressi in questo articolo sono le opinioni dell’autore e non rispecchiano necessariamente il punto di vista di Epoch Times.Hai avuto un’esperienza diversa visitando questa regione? Condividila con noi nella sezione dei commenti!

Leggi l’articolo in inglese: Cappadocia’s Fairy Chimney Wonderland

 

 
Articoli correlati