Il ‘mistero’ della ridefinizione dei confini Italia-Francia

Il dibattito politico ha resuscitato di recente un tema importante, anche se in modo impreciso: «Il Governo Gentiloni – scriveva Giorgia Meloni su Facebook il 16 marzo – sta tentando con un ultimo ignobile colpo di coda di regalare alla Francia parte delle nostre acque territoriali e con queste alcuni ricchissimi giacimenti di petrolio scoperti al largo della Sardegna. È la conseguenza di un folle trattato firmato da Gentiloni nel 2015 quando era ministro degli Esteri e che Fratelli d’Italia aveva contestato anche all’epoca. Un accordo senza senso che penalizza l’Italia e le cui motivazioni sono incomprensibili. Gentiloni non si azzardi a questa operazione e blocchi prima del 25 marzo, come previsto dal Trattato di Caen, la cessione delle nostre acque territoriali».

Molti media hanno riportato la notizia etichettandola come «bufala», termine di recente spesso abusato. È in effetti una bufala che l’accordo sarà reso effettivo il 25 marzo. Ma che ci sia stato un accordo tra Francia e Italia per la revisione dei confini marittimi è puramente vero, e la stampa ne aveva dato notizia nel 2016. Sull’accordo, prima di allora, il governo non aveva fatto sapere niente.
Tuttavia, per l’attuazione manca il voto del Parlamento, e, nell’attuale situazione politica, visto che il centrodestra vi si oppone in modo netto e anche il Movimento 5 Stelle ha da ridire sull’accordo, la sua ratifica appare del tutto improbabile.

L’accordo di Caen, tra Francia e Italia, aveva lo scopo di definire alcune zone grigie nei confini marittimi tra i due Paesi: secondo quanto spiega FanPage, i confini tra Italia e Francia sarebbero stati inizialmente definiti in linea retta, una situazione scomoda che avrebbe anche provocato regolari sconfinamenti da entrambe le parti. Fino al 2006, quando si è iniziato a discutere dei nuovi confini. Nel 2015 si è giunti a un accordo, che però non è mai entrato in vigore ed è sempre rimasto ‘segreto’.
Nel 2016, i francesi hanno poi commesso una sorta di gaffe: convinti che l’accordo fosse già stato ratificato, hanno fermato dei pescatori italiani in una zona di mare vicina alla Liguria chiama ‘Fossa del Cimitero’, dove si pesca il pregiatissimo gambero rosso. Si è scoperta quindi l’esistenza dell’accordo, in forza del quale si sarebbe ceduta questa zona in cambio di altre, vicine alla Corsica.

«Non c’è motivo di preoccupazione – ha affermato di recente il direttore generale della Farnesina Giuseppe Buccino a Radio 3, citato dal Fatto Quotidiano – I confini sono immutati e anche le aree speciali. L’ambasciata di Francia ha indicato che si tratta del termine di una consultazione e ammesso che si tratta di un errore sulle cartine, che saranno corrette al più presto».

Infatti la notizia è ricomparsa, citata dalla Meloni, proprio perché il governo francese ha indetto una consultazione pubblica sul tema della ridefinizione dei confini, che ha avuto termine il 25 marzo 2018. Questa data, tuttavia, non determina ovviamente l’entrata in vigore dell’accordo. Ma per l’occasione, pare che in Francia sia stata resa pubblica una mappa dei confini non ufficiali, che mostra quale sarebbe la situazione nel caso l’accordo fosse già effettivo.

Non è ancora chiaro quale fosse il vantaggio per il nostro Paese. E ancora meno chiaro è il motivo per cui il governo uscente abbia tenuto sotto traccia questo accordo. Ma secondo il Fatto, il ministero avrebbe ammesso la svista, in riferimento alle acque pescose liguri, affermando che quello che il governo italiano riteneva importante era il ridisegnamento dei confini all’altezza della Toscana. Che avrebbe portato dei non meglio specificati vantaggi.

 
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