Il mercato azionario della Cina non salverà l’economia cinese

Con il rallentamento dell’economia del Paese, i leader cinesi sono saltati fuori con un nuovo motto, la ‘nuova norma’. Sul significato di questa ‘nuova norma’, la gente ha diversi punti di vista. La mia comprensione è questa: in primo luogo, il governo non istituisce più un obiettivo di forte crescita economica; come seconda cosa, il governo non si avvale più di espansive politiche fiscali e monetarie per mantenere determinati obiettivi di crescita; terzo, la crescita (dei dividendi) viene realizzata attraverso la riforma.

Ritengo che i tre punti summenzionati siano corretti. I problemi nascono dal risveglio del vecchio pensiero nella ‘nuova norma’ nel momento in cui i dati economici continuano a essere inferiori a quanto ci aspettiamo. Il vecchio pensiero è incentrato sulle banche che riducono i prestiti e sul governo che aumenta la spesa sugli investimenti sia nazionali che esteri, ecc. Le vecchie pratiche degli ultimi dodici anni non hanno risolto i problemi del passato e nemmeno possono risolvere i problemi del futuro.

L’ESALTAZIONE DEL MERCATO AZIONARIO

Se stampare denaro non può mantenere la crescita, potranno garantirla le emissioni delle azioni? Al momento, noi cinesi siamo intrappolati in uno stato di esaltazione. Dal momento che tutti stanno pensando a quanto ogni giorno le azioni sono aumentate, non serve a niente parlare con qualcuno. È come essere a un lieto banchetto. Il rumore della festa copre la questione fondamentale. Forse si potrà parlare di innovazione dopo che la bolla sarà scoppiata. In questo momento, nessuno è in vena di parlare di innovazione.

Negli ultimi 200 anni, la ricchezza non è stata creata da bolle del mercato azionario o da emissioni di moneta da parte delle banche centrali.

Potranno le emissioni delle azioni garantire la crescita? Questa è la questione fondamentale.

Potrà il denaro investito nel mercato azionario riversarsi nelle imprese? Un fiorente mercato azionario ridurrà il costo dei prestiti? Non c’è nessuno che sta ponendo queste domande e neppure qualcuno che ci sta davvero pensando. Dovremo aspettare fino al momento del crollo, e allora parleremo di trasformazione del Paese e delle imprese. Tuttavia, a malincuore, sarà troppo tardi per molte aziende.

COSTO DEL CAPITALE PRIVATO

Non sono contrario alle persone che giocano nel mercato azionario, tuttavia allo stesso tempo abbiamo bisogno di pensare a come riorganizzare gli affari. Si dice che un boom del mercato azionario ridurrà i costi di finanziamento. Che cosa abbiamo imparato dall’Europa centrale? Sappiamo tutti che il costo del capitale privato è stato di gran lunga superiore al costo del capitale di debito.

Permettetemi di usare come esempio una situazione paradossale. Alcuni dicono che il finanziamento azionario riduca i costi del capitale. Dal momento che molte aziende non possono ottenere prestiti bancari o possono ottenere solo prestiti a tassi molto elevati, si immettono nel mercato azionario. Sappiamo tutti che il principio di base della finanza aziendale è che il costo del capitale privato è significativamente superiore al costo del capitale di debito. Quindi, come può il mercato azionario ridurre i costi di finanziamento?

I costi del capitale del mercato azionario sono molto più alti rispetto ai costi del capitale delle banche. Tuttavia, poiché i nostri investitori si precipitano verso il mercato azionario senza alcuna comprensione dell’investimento, molte aziende hanno l’impressione che il costo ‘dell’attrarre capitale’ sia più basso nel mercato azionario di quanto non sia nei prestiti bancari. Negli Stati Uniti, il costo del finanziamento dal mercato azionario è del 7-8 per cento superiore a quello del capitale di debito. Ciò significa che è possibile ottenere prestiti dalla banca al 5-6 per cento di interessi. Tuttavia, gli investitori del mercato azionario, dal momento che si assumono rischi maggiori, vogliono un 12-13 per cento di rendimento. Questo è il senso comune. Adesso, siamo in violazione di tale buon senso comune.

LA CREAZIONE DELLA RICCHEZZA

Alcune persone mi dicono: «Professore, lei studia l’economia occidentale. L’economia cinese e quella occidentale non sono la stessa cosa». Quando si parla di scienza, facciamo forse distinzione tra quella orientale e occidentale? Se dovessimo seguire tale ragionamento, il concetto di costo del capitale sarebbe completamente capovolto. Si ritiene di poter ottenere i soldi dagli investitori senza alcun ritorno. Chi sosterrà i costi del mercato azionario? Gli investitori, naturalmente. Le aziende hanno ottenuto il denaro. Quando le azioni scendono, gli investitori subiscono pesanti perdite. Coloro che partecipano alla creazione della bolla potrebbero non pensare a questo. Tuttavia, in qualità di economista, devo pensare a come andremo a finire in futuro.

La ricchezza non si genera in questo modo. Negli ultimi duecento anni, la ricchezza non è stata creata dalle bolle del mercato azionario o dalle emissioni di moneta da parte delle banche centrali. Come si crea la ricchezza? Questa è la domanda che ogni individuo, ogni impresa e il governo dovrebbero porre a se stessi; è la domanda di base dell’economia.

Xu Xiaonian è un professore cinese di economia e finanza alla Cina-Europe International Business School di Shanghai (Ceibs). La Ceibs è stata fondata congiuntamente dal governo cinese e dall’Unione Europea in qualità di istituto, senza scopo di lucro, di istruzione superiore per l’insegnamento delle competenze di gestione internazionali.

Nota del redattore: L’articolo è una traduzione abbreviata di una recente conferenza tenuta dal professore di economia cinese Xu Xiaonian.

 
Articoli correlati