Crollo del petrolio e dollaro forte condizionano le società americane

Recentemente la divulgazione degli utili societari americani ha rivelato una divergenza tra il settore energetico e gli altri comparti. Inoltre, le multinazionali statunitensi devono affrontare il rallentamento nella crescita delle esportazioni e una probabile diminuzione dell’attivo della bilancia commerciale, rispetto a quanto previsto negli Usa, a causa del forte valore del dollaro statunitense. Adesso gli investitori sono ansiosi di misurare i profitti aziendali, considerati i guai nel mercato azionario e le preoccupazioni economiche generali. 

La disfatta del settore energetico sta pesando sui guadagni dell’indice S&P 500: dal 2 febbraio, il 66 per cento di questo indicatore (che calcola la capitalizzazione di mercato delle 500 maggiori aziende statunitensi) ha riportato dei guadagni per il quarto trimestre 2015. La Royal Bank of Canada ha calcolato che gli utili stanno battendo le previsioni del 4,9 per cento e le entrate sono sorprendentemente sopra dello 0,3 per cento. Tuttavia i ricavi sono stati inferiori alle previsioni, se si considera la maggior parte degli utili di questo trimestre. Quindi la sfida per le aziende è di mantenere le vendite in crescita, non di tagliare i costi per aumentare i profitti. 

La Royal Bank of Canada ha fatto notare che gli utili per azione sono in calo dell’1,4 per cento (ammettendo che i guadagni continueranno a battere le aspettative del 4,9 per cento per le restanti società nell’indice); se si esclude il settore energetico, gli utili per azione sarebbero in crescita del 4,6 per cento. Spesso l’energia è il peggior settore nell’indice S&P 500: rispetto all’anno scorso i ricavi e gli utili sono calati rispettivamente del 33,7 e del 73,5 per cento. 

La tendenza attuale è un rallentamento nella crescita degli utili. FactSet (una società americana che analizza i dati delle multinazionali) ha osservato che l’indice S&P 500 ha riportato un calo dei guadagni anche nel quarto trimestre del 2015: questa è la prima volta, dopo la recessione del 2009, che nell’indice compaiono tre trimestri consecutivi di utili in calo rispetto all’anno precedente. «È una situazione di continuo rallentamento a causa di quello che stiamo osservando nella macroeconomia», ha dichiarato Robert Kavcic, senior economist della Bank of Montreal. L’economista ha spiegato che, secondo l’indice in questione, le previsioni dei guadagni caleranno per almeno un anno, e questo in parte si è riflesso nel calo dei prezzi delle azioni. È un processo in cui le previsioni devono diminuire per rispecchiare l’attuale contesto, ossia dollaro forte e prezzo del petrolio in calo. 

FactSet ha dichiarato che gli utili per azione del primo trimestre del 2016 vedranno una diminuzione del 4,7 per cento nel mese di gennaio. Questa situazione è peggiore rispetto alla previsione della media degli utili per azione in prospettiva a 1,5 e 10 anni, registrata durante il primo mese di un trimestre. «Alla fine i profitti delle imprese cominciano ad avere un periodo migliore rispetto alle basse previsioni e, in ultima analisi, questo prepara a una stabilizzazione dei prezzi delle azioni nel corso dell’anno», ha spiegato Kavcic. 

Gli utili aziendali si devono ancora adattare a due variabili, attualmente instabili: da una parte il dollaro americano è salito nella seconda metà del 2014 di quasi il 15 per cento e – dopo il saliscendi del 2015 – è aumentato del 3 per cento nel quarto trimestre; dall’altra il prezzo del West Texas Intermediate (Wti, il valore del greggio calcolato secondo lo standard USA) è calato di circa il 50 per cento dalla metà del 2015. 

Il 17 dicembre 2015 la società di consulenza Accenture, ha diffuso un commento illuminante sull’effetto del dollaro americano sugli utili: «I ricavi netti del trimestre sono stati di 8 miliardi di dollari, pari a un aumento dell’1,5 nel dollaro americano e del 10 per cento in valuta locale. Questo riflette un impatto negativo dell’8,5 per cento [sul tasso di cambio, ndr]. Ma secondo Kavcic, tale guadagno, che avviene durante un periodo di recessione, non è definitivo. La gran parte del ribasso si è verificato solo in un paio di settori, vale a dire energia e materiali: «Non abbiamo osservato una contrazione su ampia scala degli utili in vari settori dell’economia», ha precisato l’economista. 

L’effetto avverso del dollaro forte sugli utili delle imprese Usa è destinato a continuare, considerata la solidità relativa dell’economia americana. Per le aziende con una maggiore percentuale di vendite internazionali, sarà più difficile ottenere una crescita dei profitti e l’aumento del prezzo delle azioni.
In effetti, i beni di consumo discrezionali e la ‘nuova’ tecnologia come Apple, Alphabet e Facebook restano solidi grazie alla forza del consumatore americano che beneficia di bassi prezzi del petrolio. Anche gli utili per azione nel settore dell’assistenza sanitaria e delle telecomunicazioni hanno mostrato una forte crescita rispetto all’anno precedente. 

Le informazioni fondamentali riguardanti la domanda degli Stati Uniti per le esportazioni in Canada nel settore non energetico sono positive, poiché nel mercato del petrolio si sta assistendo in gran parte a un forte incremento dell’offerta (ma con una domanda molto minore). «Stiamo notando che la domanda interna dell’economia americana cresce del 2-3 per cento nel 2016», ha spiegato Kavcic. 

I fattori che stanno deprimendo gli utili aziendali statunitensi sono una manna per la controparte in Canada. «Se si guarda al settore non energetico, il fatto che il dollaro canadese sia sceso così tanto rappresenta una spinta diretta per i profitti aziendali in Canada. Questo è dovuto proprio al motivo contrario, ossia che i guadagni degli Stati Uniti sono diminuiti». Le vendite delle società canadesi negli Stati Uniti valgono circa il 15 per cento in più di un anno fa, a causa della debolezza del dollaro canadese. 

A ogni modo, per il settore energetico sono tempi duri: basti pensare all’Imperial Oil che ha sperimentato un crollo dei profitti pari all’85 per cento nel quarto trimestre. L’Imperial Oil è stata la prima di 55 imprese canadesi del settore energetico quotata nella Borsa di Toronto a riportare i guadagni su base trimestrale. 


Articolo in inglese: ‘US Corporate Earnings Adjusting to Strong Greenback, Weak Oil Price

 
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