Il cavallo che fa ‘miracoli’ tra i pazienti

Il centro ospedaliero di Calais da qualche giorno accoglie un nuovo, curioso ospite, Peyo, un cavallo di 500 chili che passa nelle corsie e saluta i malati: una pratica di ippoterapia che i pazienti hanno accettato e apprezzato. Il direttore dell’ospedale di Calais aveva sentito parlare di quello che «Hassen e il suo cavallo Peyo hanno fatto nell’ospedale di Digione».
Infatti Peyo «lavora» per l’associazione Les sabots du coeur (Gli zoccoli del cuore), che porta avanti un esperimento di ippoterapia. Il principio applicato è quello di creare emulazione e risvegliare i sensi e la memoria di persone affette da disturbi cognitivi, attraverso la mediazione di un animale.

La direzione ha quindi chiamato Hassen Bouchakour, addestratore professionista, e spiega: «Abbiamo contattato la sua associazione, ‘Gli zoccoli del cuore’, e in quindici giorni il progetto è partito. Si è dovuto adottare un protocollo sanitario, perché non si fa entrare così un cavallo nelle stanze di un ospedale». Il tempo necessario per un trattamento antiparassitario, di tosatura, pulizia e quarantena e Peyo ha potuto scivolare con i suoi zoccoli nelle camere dei malati.

Il risultato è stato effettivamente positivo, prosegue il direttore: «È incredibile vedere l’empatia che il passaggio del cavallo provoca nelle persone all’interno della struttura, che siano pazienti o personale sanitario. Abbiamo assistito a piccoli miracoli, soprattutto nei reparti di riabilitazione o con anziani non autosufficienti: ci sono stati diversi approcci con pazienti che da parecchio tempo non reagivano più».

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La zooterapia è praticata spesso con i cani per ragioni pratiche. Tuttavia, nell’ospedale si pensa che con i cani «si è abituati, nessuno si sorprende più». Il contatto con un cavallo, invece, non è frequente, è raro, e crea uno scambio tra il paziente e l’animale.

IL CAVALLO, AMICO E SOSTEGNO DELL’UOMO

Oggi l’ippoterapia è un settore consolidato nel trattamento di disturbi psicologici, dall’autismo alla tossicodipendenza, ma anche della depressione, o della sindrome da stress post-traumatico nei militari traumatizzati. Questa terapia comprende diverse modalità di interazione tra malato e cavallo, che possono andare dall’alimentazione alla toelettatura, alla bardatura fino al montare in sella. Queste attività avvengono sotto il controllo di uno psicologo, spesso accompagnato da un professionista esperto di cavalli. Sia durante che dopo l’attività, il terapeuta osserva e comunica col paziente, per identificare gli schemi comportamentali e il modo in cui gestisce i pensieri e le emozioni.

Se la terapia equina può essere un aiuto straordinario per chi è affetto da disturbi mentali o fisici, tutti possono beneficiare degli incontri con questo splendido animale. Purtroppo, la maggior parte delle persone non ha tempo e possibilità per usufruire di questa magnifica risorsa. Alle persone che non ne hanno i mezzi, è dedicato il video che segue, con le immagini del «cavallo più piccolo del mondo».

Ci auguriamo che il video vi sia piaciuto e che abbiate avvertito i benefici che un cavallo può avere sul cuore di un uomo. Winston Churchill una volta ha detto: «L’esteriorità di un cavallo esercita un’influenza benefica sull’interiorità dell’uomo».

 

Articolo in francese: CALAIS – Un cheval se promène dans un hôpital et sème de « petits miracles » chez les patients

Traduzione di Francesca Saba

 
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