Marasma romano

La tempesta che si è abbattuta sulla giunta Raggi ha fatto così tanto rumore che può rendere difficile coglierne l’essenza e i fatti principali, ma la storia non è necessariamente complessa: due dei principali aiutanti di Virginia Raggi hanno rinunciato al loro incarico, un altro è in prigione e un altro ha dato le dimissioni, che però sono state respinte.

Tutto è nato dalla condanna per corruzione dell’ex capo di gabinetto Raffaele Marra, relativa a fatti avvenuti nel 2013, prima dell’elezione a sindaco della Raggi. Il capo della segreteria politica della sindaca, Salvatore Romeo, si è poi dimesso prendendosi la responsabilità di aver proposto Marra alla Raggi; e a dimettersi è stato anche Daniele Frongia, vice sindaco e assessore allo Sport (dimessosi però solo dalla carica di vice sindaco). Le dimissioni di Frongia e Romeo sono anche riconducibili alla volontà del Movimento 5 Stelle di dare un segnale di cambiamento – con una reazione forte allo scandalo Marra – nonché all’intenzione di cancellare i dubbi sorti sul trio di aiutanti della Raggi (Romeo-Frongia-Marra), talvolta definito ‘cerchio magico’ dalla stampa.
Romeo è anche coinvolto in una vicenda sospetta, relativa a polizze sulla vita che avrebbe stipulato ponendo la Raggi come beneficiario; inoltre la sua promozione lampo da semplice dipendente comunale a capo della segreteria politica ha evocato sospetti per quanto riguarda le motivazioni e soprattutto i metodi (a riguardo sono indagati sia lui che la Raggi, con l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio). Infine, il quarto uomo dimissionario ma con dimissioni non accolte, è Paolo Berdini, assessore all’urbanistica, reo di aver parlato male della sindaca mentre era al bar.

NEL DETTAGLIO

Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica della Raggi – indagato per abuso d’ufficio insieme alla Raggi; sospetti sulle polizze

Secondo l’avvocato di Romeo, la tanto criticata assicurazione sulla vita che l’ex capo-segretario avrebbe intestato alla Raggi sarebbe solo la continuazione di una sua vecchia abitudine: da 20 anni il suo cliente sarebbe solito usare le assicurazioni come fonte d’investimento.
In pratica Romeo avrebbe stipulato delle polizze che prevedono un beneficiario terzo in caso di morte del contraente: «Non avendo moglie né figli, ho indicato fra i beneficiari, sempre e solo in caso di mia morte, le persone che più stimo – spiega su Facebook – E fra queste c’è anche Virginia Raggi, l’attuale sindaco di Roma». Ma la morte di Romeo sarebbe un caso limite, e l’incasso della polizza per la Raggi un piano B su cui non scommette: «Queste polizze mi offrono – spiega – come a tutti gli investitori, la possibilità di incassare il capitale con un riscatto totale o parziale in caso ne abbia bisogno». Non sarebbero altro, quindi, che un modo per investire il capitale, che tra l’altro, in questa forma, è anche immune ai pignoramenti e gode di altri vantaggi fiscali.

Per la Magistratura era nato il sospetto che le polizze fossero un modo di passare finanziamenti a Virginia Raggi, ma al momento gli inquirenti si starebbero occupando principalmente del meccanismo della ‘promozione’ di Romeo da semplice dipendente comunale a capo della segreteria politica della Raggi. All’interno della delibera che disponeva il suo trasferimento d’ufficio, il netto aumento di stipendio (triplicato) non era specificato esplicitamente, se non tramite il rimando a riferimenti legislativi, comunque insufficienti a dedurne la somma precisa. Rispondendo a questa accusa – che configurerebbe il reato di abuso d’ufficio per la Raggi e forse per Romeo – l’avvocato del segretario politico ha sostenuto che il suo cliente non avrebbe avuto alcuna parte nell’«iter formativo della delibera».

Romeo si è dimesso il 17 dicembre 2016, un giorno dopo l’arresto di Marra, assumendosi la responsabilità dell’aver proposto alla Raggi di assumere quest’ultimo.

Ex vice capo di gabinetto e faccendiere di Virginia Raggi, Marra era uno degli uomini più importanti nel governo della capitale, ereditato dalle precedenti amministrazioni. Il Movimento 5 Stelle, che mancava di esperienza e contatti nella capitale, si era infatti appoggiato ad alcune figure di esperienza che non erano state coinvolte dagli scandali di Mafia Capitale e la cui fedina penale era pulita. Marra era stato raccomandato alla Raggi da Romeo, e il suo passato nella Guardia di Finanza, le sue lauree, la sua competenza e le onorificenze statali che aveva ricevuto lo facevano apparire come l’uomo giusto. Attualmente ha fatto ricorso in Cassazione per tentare di ribaltare il verdetto che lo vede colpevole di corruzione per dei soldi ricevuti nel 2013 (370 mila euro) per l’acquisto di appartamenti. La sindaca Virginia Raggi e anche Romeo si dicono pentiti di aver scelto Marra, che comunque – se colpevole – avrebbe commesso l’illecito in un periodo antecedente a quello del suo ruolo di vice capo di gabinetto per la Raggi.

La Stampa ha pubblicato delle dichiarazioni di Berdini in cui l’assessore afferma che la Raggi sarebbe «impreparata strutturalmente» e in cui esprime il sospetto di una relazione sentimentale tra il sindaco e Romeo, che quindi – implicitamente, perché Berdini non lo dice – spiegherebbe come mai quest’ultimo sia entrato nelle sue grazie, con relativo triplicamento dello stipendio. Raggi e Romeo hanno smentito, e questa non è la prima relazione sentimentale che viene attribuita al sindaco della Capitale e a uno dei suoi collaboratori.

Berdini non rinnega le proprie dichiarazioni, ma afferma che il giornalista avrebbe colto le sue parole mentre parlava con degli amici. La Stampa difende il proprio giornalista; tuttavia non parla di «intervista», ma di «colloquio». Non è quindi chiaro al 100 per cento se Berdini sapesse di parlare con un giornalista, ma il tono del «colloquio» era decisamente informale.

In seguito l’assessore ha dato le sue dimissioni e si è scusato con la Raggi, che le ha respinte con riserva.

IN SINTESI, I PROCESSI IN CORSO

Raffaele Marra – Condannato in appello per corruzione relativa a tangenti ricevute nel 2013, sotto la giunta Alemanno. Si attende il processo in Cassazione.

Virginia Raggi e Salvatore Romeo – Indagati per abuso d’ufficio relativo alla promozione di Romeo a capo della segreteria politica.

 
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