Il campo di grano nel centro di Milano: la festa del raccolto

MILANO – Dopo la semina collettiva nella zona di Porta Nuova che ha visto la partecipazione di oltre 5 mila cittadini all’apertura del progetto dell’artista americana Agnes Denes, Wheatfield torna all’attenzione pubblica con il tempo della mietitura e del raccolto.

Durante l’appuntamento di giovedì 9 luglio milanesi e turisti hanno avuto modo di conoscere da vicino i segreti del raccolto: dalle tecniche antiche che prevedevano la raccolta delle spighe con falcetti e la battitura, alle più moderne attività svolte dalla mietitrebbia e dalla rotoimballatrice.

L’opera di land-art che ha regalato alla città una distesa naturale di 5 ettari è nata dalla collaborazione tra le due fondazioni Riccardo Catella e Nicola Trussardi e Confagricoltura, e durerà durante tutto il periodo dell’Esposizione Universale 2015, fino a che poi non lascerà spazio al futuro parco pubblico la Biblioteca degli Alberi.

Questo campo di grano nasce su una zona che per sessant’anni è rimasta incolta e inutilizzata: «il messaggio che vogliamo dare è che la natura si riappropri dei propri spazi anche all’interno della città», queste le parole di Beatrice Trussardi, presidente dell’omonima Fondazione.

«Dei bambini prima mi dicevano: “grazie grazie, perché abbiamo visto cosa vuol dire mietere, cosa vuol dire tagliare il grano con il falcetto…” Hanno visto un qualcosa che chi non va o non vive in campagna abitualmente non vede, ma che appunto fa parte non solo delle radici dell’uomo, ma addirittura della nutrizione di base per tutti noi oggi. Parliamo anche di una terra che viene anche spesso maltrattata, per questo ritengo che coltivarla, nutrirla e rispettarla sia un messaggio importantissimo».

Nella storia l’uomo si è evoluto passando da condizioni nomadi a momenti di stanzialità nei quali sono nate le prime comunità. Da quel momento l’agricoltura è diventata un elemento fondamentale nella costruzione della realtà umana. L’uomo ha così costruito se stesso sulla base del rapporto con la terra. E in questa direzione andava l’intento di Confagricoltura, afferma il rappresentante Guido Folonari: «Portare un pezzo di campagna in città per far emergere i valori fondamentali dell’essere umano. Questo vuol dire riportare l’uomo alle sue origini, perché spezzare il pane significare stare uniti, e questo in tutte le parti del mondo».

Quindi Wheatfield  diventa un luogo estemporaneo, che durante il periodo di riflessione alimentare di Expo, permette il contatto con la terra e attiva un motore di aggregazione sociale capace di coinvolgere i suoi ospiti nella costruzione di una maggiore consapevolezza urbana rispetto all’importanza dell’agricoltura e alla storia agricola del nostro Paese.

Vedi anche:

Inaugurazione e semina nel campo di grano Wheatfield

 
Articoli correlati