Idoli femminili delle Cicladi, significato e importanza storica

Le Cicladi sono un gruppo di una trentina di piccole isole greche e numerosi isolotti al centro del mar Egeo. La cultura cicladica era attiva in tale zona tra il 3300 e il 2000 a.C.; quel poco che sappiamo di questa società deriva in gran parte dall’arte che ci hanno lasciato.

L’abbondanza di marmo bianco di buona qualità sulle isole incoraggiò il suo largo impiego nella realizzazione di oggetti funzionali così come di statuette dalle sembianze umane.

La scultura cicladica comprendeva la creazione di idoli iconici trovati per lo più in luoghi di sepoltura, rivelando un particolare interesse per il corpo femminile; infatti la stragrande maggioranza delle statue delle Cicladi sono di sesso femminile.

La cultura cicladica fu antecedente all’uso della lingua scritta, non vi è quindi nessuno scritto o testi che illustrino l’utilizzo di queste statue. Alcuni archeologi ritengono che gli idoli esprimano supplica o preghiera, poiché le loro facce guardano verso l’alto. Forse le statue sono una rappresentazione idealizzata di una ‘Dea Madre’, simbolo di fertilità e di ringiovanimento.

Tra gli esempi esistenti di scultura cicladica, solo il cinque per cento raffigurano uomini. La maggior parte sono ritratti mentre svolgono attività speciali, come ad esempio suonare un’arpa. Secondo quanto riporta il Getty Museum, in una società priva di lingua scritta i musicisti ebbero un ruolo importante come artisti ma anche come narratori, mantenendo vive le tradizioni orali, i miti e il folclore attraverso le canzoni.

Le statuette delle Cicladi sono diverse da qualsiasi arte prodotta dalle culture del loro tempo. Le statue sono trattenute nell’espressione e raffinate nell’esecuzione. Le loro linee semplici raccontano vividamente la storia che risiede dietro la statua, sia essa seduta o in piedi. In genere le statue sono in posizione frontale e in stile geometrico, con le braccia conserte sopra la pancia. Sono concepite per essere viste frontalmente e non dai lati.

Poiché la maggior parte hanno i piedi puntati verso il basso, potrebbero essere state pensate affinché venissero poste orizzontalmente piuttosto che stare in verticale. Ad ogni modo ciò che probabilmente costituisce la caratteristica più sorprendente della scultura cicladica è la sua scarna natura bidimensionale, così evocativa per l’estetica moderna ma che tuttavia costituisce quasi l’intera produzione di questa cultura fondamentalmente inconoscibile che ha prosperato nel Mar Egeo per mille anni.

Jerome M. Eisenberg, dottore di ricerca, co-fondatore nel 1942 e direttore del Royal-Athena Galleries a New York, si è specializzato in arte antica 58 anni fa. Ha tenuto conferenze alla New York University e all’estero e ha presentato una serie di documenti a congressi internazionali.

Articolo in inglese: A Reclining Female Cycladic Marble Idol

 
Articoli correlati