I dieci migliori soprani italiani del XX secolo

Di Alessandro Starnoni e Anastasia Gubin

Le loro voci inebriano di bellezza, sempre. Perché il potere della vera arte è quello di non estinguersi mai. Dopo aver stilato una classifica dei dieci migliori tenori italiani, è la volta dei migliori soprani italiani.
Come per i tenori, le voci soprano forgiate dalla scuola italiana del Bel Canto sono numerose, ognuna dotata di una sua vocalità caratteristica e particolare che la contraddistingue dalle altre. Per questo quasi ‘dispiace’ farne una selezione ed escluderne la maggior parte, così come posizionare un’artista prima di un’altra. Ma rimane una classifica basata sul nostro personale gradimento, condivisibile o meno.
Questi, a nostro avviso, i dieci migliori soprani italiani del ventesimo secolo:

X posizione: Amelita Galli-Curci (1882-1963)

Voce di coloratura, leggera e agile, attiva nei prima anni del ventesimo secolo. Autodidatta per scelta, la Galli-Curci fa il suo debutto a Trani nel 1906 a 24 anni nel ruolo di Gilda, nel Rigoletto. Negli anni venti raggiunge l’apice della sua carriera grazie ai contratti con i teatri d’Opera di New York, come il Metropolitan Opera House e la Chicago Opera Company di Chicago; nel 1935 l’operazione al nervo della laringe segna purtroppo l’inizio del suo decadimento vocale; possiamo ascoltarla in questa antica registrazione del 1917 tratta da I Puritani di Bellini:

 

IX posizione: Toti Dal Monte (1893 -1975)

Antonietta Meneghel, in arte Toti Dal Monte, è stata il Soprano leggero per eccellenza: caratteristico infatti è il suo timbro inconfondibile da usignolo, acuto su tutta la tessitura e ancora più penetrante e potente sugli acuti. Il suo approccio con la musica avviene attraverso il pianoforte, costretta ad abbandonare per via delle dita troppo corte. Questa sfortuna le ha permesso però di scoprire il suo vero talento e di diventare grande come cantante d’opera. Una sua interpretazione di Casta Diva:

 

 

VIII posizione: Rosa Storchio (1872 – 1945)

Ancora un soprano di coloratura, con una voce piccola ma non per questo debole o poco potente, non a caso adatta anche al repertorio verista; lo squillo sulle note più alte sembra quello di una corda di violino; perfetta inoltre nella dizione, nel vibrato naturale e nell’interpretazione. Il suo esordio avviene nel 1892 al Teatro Dal Verme di Milano. In questa registrazione possiamo ascoltarla nel ruolo di Norina nell’Opera Don Pasquale, di Donizetti.

 

VII posizione: Gilda Dalla Rizza (1892 -1975)

È una delle interpreti preferite di Puccini e anche una delle più grandi interpreti del repertorio verista. Il suo debutto risale al 1912 al Teatro Verdi di Bologna nel Werther; dedica la sua vita al canto e allo studio del canto; la sua voce da soprano lirico-spinto è lontana da quella più agile della Galli-Curci e dai soprani di coloratura in generale, e più vicina, ma non ancora paragonabile, a quella più calda di Magda Olivero o della stessa Callas.

 

VI posizione: Luisa Tetrazzini (1871 – 1940)

Soprano leggero di coloratura dal timbro piacevole, limpido e squillante. La Tetrazzini può vantare una voce agile e perfettamente collegata dai toni più gravi ai sovracuti, sui quali manteneva una consistente corposità vocale. Nel 1890 fa il suo debutto al Teatro Pagliano di Firenze in un modo del tutto inaspettato: la cantante che deve interpretare il ruolo della protagonista, Inés ne L’Africana di Mayerbeer, si è ammalata e il direttore sta per annullare la serata quando la Tetrazzini si fa avanti dicendo di conoscere la parte e di poter interpretare il ruolo senza problemi. Il suo coraggio verrà premiato nel migliore dei modi con una carriera di spicco nell’ambito internazionale. Di seguito una sua registrazione dal Rigoletto di Verdi:

 

V posizione: Lina Pagliughi (1907-1980)

Eletta da Luisa Tetrazzini come sua erede, Lina Pagliughi possiede uno splendido talento naturale riconosciuto anche dal tenore Beniamino Gigli e che l’ha portata a esordire all’età di venti anni alla Scala di Milano nel Rigoletto. La sua è una voce leggera ma potente e con sfumatura lirica, davvero piacevole all’orecchio:

 

IV posizione: Anita Cerquetti (1931 – 2014)

Soprano drammatico dalla splendida voce, ha intrapreso una carriera importante sia a livello nazionale che internazionale, anche se, purtroppo per noi, piuttosto breve. A soli 27 anni, nel 1958, sostituisce la Callas al Teatro dell’Opera di Roma nell’opera di Bellini, Norma, e quel che è certo, è che non la fa rimpiangere. Di seguito una sua registrazione di un’aria dalla Tosca:

 

III posizione: Mirella Freni (1935 – 2020)

Dopo la sua apparizione in Rai a soli dieci anni e su consiglio del tenore Gigli, si dedica allo studio del canto. Nasce così il soprano lirico ‘puro’ Mirella Freni, come si è lei stessa definita in un’intervista del 1988. La sua voce non è fatta per eseguire i passaggi virtuosistici dei soprani leggeri, e neanche per ruoli troppo drammatici: si mantiene equilibrata, e giace proprio lì, nella giusta proporzione, la sua bellezza:

 

III Posizione (pari merito): Claudia Muzio (1889 -1936)

Era conosciuta come la ‘Divina’; cos’altro aggiungere? Una vita breve ma intensa di emozione, quella della sua voce, calda e profonda, da soprano lirico-spinto, tendente al drammatico. Claudia Muzio ha calcato i palcoscenici dei più prestigiosi teatri al mondo, soprattutto in Europa e in America. Veniva paragonata all’attrice Eleonora Duse, per le sue grandi doti interpretative, e proprio sotto questo aspetto è stata di esempio alle altre sue contemporanee e non, compresa la grande Maria Callas. In questa registrazione possiamo apprezzarla nel ruolo di Violetta Valery ne La Traviata:

 

III Posizione (ancora pari merito): Renata Scotto (1934)

Soprano lirico-leggero di grande spicco, dalla voce agile ed estesa, molto adatta ai ruoli ‘belcantistici’ proposti da Bellini e Donizetti, ma anche calda quel tanto che basta per permetterle di addentrarsi nel repertorio di Verdi e poi in quello verista. Qui possiamo ascoltare anche lei nel ruolo di Violetta ne La Traviata di Giuseppe Verdi:

 

II posizione: Magda Olivero (1910 – 2014)

Uno dei più grandi soprani del XX secolo, dalla tecnica impeccabile sotto ogni aspetto. La voce della Olivero, grazie al suo timbro molto duttile, è capace di trasmettere ogni tipo di emozione, dalla più raffinata e gentile alla più scura e drammatica, grazie alla sua unica e malleabile vocalità da soprano lirico o, come alcuni preferiscono (proprio per questa sua elasticità), da soprano drammatico d’agilità come la Callas (e come la grande Maria Dragoni tre decenni più tardi, non presente in questa classifica per una scelta puramente cronologica; ad ogni modo si troverebbe nei primissimi posti vicino o insieme alla Tebaldi).

 

I posizione: Renata Tebaldi (1922 – 2004)

Un altro soprano lirico-spinto, ma la sua voce è molto più morbida e profonda di quella di Gilda Dalla Rizza, e più vicina alla sfumatura drammatica di Maria Callas, con la quale tra l’altro è molto accesa la rivalità sul piano artistico. La voce, nel suo massimo periodo di splendore fa sognare, è ricca e corposa, piena di sentimento, il controllo del fiato da manuale e così anche la dizione. Qui possiamo ascoltarla in questa favolosa interpretazione di Madama Butterfly, di Giacomo Puccini:

Per saperne di più:

 

 
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