Le purghe cinesi arrivano a Hong Kong

HONG KONG — Il 29 febbraio Lew Mon-hung, uomo d’affari ed ex membro della Conferenza consultiva politica del Popolo cinese, è stato condannato a 18 mesi di reclusione per aver alterato il normale svolgimento di un’indagine. Ma Lew Mon-hung è anche noto per un importante legame politico: è stato l’alleato di Leung Chun-ying, attuale capo del governo locale di Hong Kong. 

Lew aveva a suo tempo aiutato Leung nella  scalata politica, ma alla fine sono entrambi caduti. Prima di finire in carcere, Lew ha commentato la storia segreta di Leung: «il male genera male». Negli ultimi anni, l’uomo d’affari era infatti politicamente assediato e dopo aver inviato una lettera via e-mail a Leung, in cui gli chiedeva di interrompere l’indagine sul caso del Pearl Oriental Oil, è stato condannato per aver alterato il normale corso delle indagini. 

Il giudice ha descritto il caso come molto grave e ha accusato Lew di aver sfruttato la sua amicizia con Leung per cercare di porre fine all’inchiesta penale a suo carico. Ha poi aggiunto che tali azioni minano la fiducia dei cittadini nella giustizia, e per questo motivo Lew merita una condanna al carcere immediato. Dopo aver ascoltato la sentenza, Lew è rimasto in statto di shock per alcuni secondi, mentre figlia e parenti piangevano. Lew non ha pagato la cauzione, ma ha detto che avrebbe fatto appello. 

L’ex alleato di Leung Chun-ying, sulla base delle prove da lui presentate nel processo e durante le interviste ai media, aveva stretti legami con Jiang Zemin e Zeng Qinghong, rispettivamente ex leader e viceleader del regime cinese. Lew è stato anche associato alle Triadi

Lew e Leung si erano incontrati per la prima volta il 29 settembre 1996 durante un evento sulle isole Diaoyu, che negli ultimi anni sono diventate oggetto di contesa nel regione del Mar Cinese orientale.
Poi, nel marzo 2010, durante le due riunioni politiche annuali più importanti in Cina, Leung si è avvicinato a Lew per chiedere sostegno nella sua scalata a capo dell’esecutivo di Hong Kong. L’uomo d’affari, secondo quanto riportato da iSun Affair, ha raccomandato Leung alle autorità di Pechino. Inoltre, parlava positivamente di Leung in alcuni articoli apparsi sull’Oriental Daily, e alla fine del 2011 gli aveva fatto conoscere Ma Ching-kwan, allora presidente dell’Oriental Press Group

Ma dopo l’elezione di Leung a capo dell’esecutivo di Hong Kong, Lew incontra i suoi primi guai: nei primi di gennaio 2013 è stato arrestato dalla Commissione indipendente contro la Corruzione nei primi di gennaio, cui ha fatto seguito l’espulsione dalla Conferenza consultiva politica del Popolo cinese. Poi i rapporti tra i due sono peggiorati quando Lew criticò Leung per le sue promesse da marinaio, tra cui la mancata inclusione di Lew nella Conferenza consultiva politica e nel Consiglio Direttivo. 

Lew, in base ad alcune documentazioni, era una spia dal Partito Comunista cinese incaricato di penetrare negli ambienti economici e politici di Hong Kong; oltre a sostenere l’ascesa di Leung al potere, è stato coinvolto nel portare avanti il ??controverso articolo 23 della Legge fondamentale di Hong Kong e a calunniare il Falun Gong (una pratica spirituale perseguitata in Cina). 

IL SOSTEGNO ALLA FAZIONE DI JIANG 

Lew ha spesso parlato bene della fazione politica di Jiang Zemin. Poco dopo che Leung era diventato capo dell’esecutivo nel 2012, Chen Zuoer, ex vicedirettore dell’Ufficio Affari di Hong Kong e Macao nonché sostenitore di Jiang Zemin, cominciava a sostenere le voci critiche contro ‘l’indipendenza di Hong Kong’.
E anche l’imprenditore della città-Stato Lew lun-hung faceva eco alle stesse voci, denunciando le cosiddette «richieste d’indipendenza di Hong Kong» in un forum.
In realtà, secondo il leader del Partito civico Alan Leong Kah-kit, Lew aveva «secondi fini» e voleva sfruttare i suoi discorsi per promuovere l’Articolo 23, una controversa legge anti-sovversione di Hong Kong, proposta inizialmente da Pechino nel 2002. 

In seguito nel 2012, l’ascesa di Xi Jinping a leader di Partito e la defezione di Wang Lijun (ex capo della polizia di Chongqing che ha reso pubblico il tentativo di colpo di Stato della fazione di Jiang) hanno fatto venire a galla alcuni retroscena politici tra Jiang e Xi.
Inoltre, Epoch Times aveva ottenuto informazioni secondo cui la fazione di Jiang faceva anche uso di spie all’estero per difendere le isole Diaoyu. Quel che è certo è che in quel momento il Giappone ha annunciato la nazionalizzazione delle isole Diaoyu e, in mezzo a una crescente tensione, gli Stati Uniti sono intervenuti.

Inoltre, sempre in quell’anno, la fazione di Jiang ha colto l’occasione per incitare gli anziani del Partito a ritardare il trasferimento di potere a Hong Kong per motivi antiamericani; ma in realtà l’obiettivo era che Zhou Yongkang, ex zar della sicurezza cinese, continuasse a svolgere le sue mansioni dall’alto della sua posizione. E nel frattempo, Lew chiedeva a Leung Chun-ying di accogliere gli attivisti delle isole Diaoyu, una mossa per aggravare la situazione locale, a tutto vantaggio di Jiang. 

L’ISTITUTO CONFUCIO 

Lew, in qualità di vicepresidente dell’Accademia confuciana di Hong Kong, ha anche scritto molti articoli in cui sosteneva il suo ‘confucianesimo’. Inoltre, durante le elezioni del capo dell’esecutivo nel 2012, tutti i dieci membri della commissione elettiva dell’Accademia confuciana hanno votato per Leung; i dieci erano stati spinti da Lew, che faceva parte del comitato elettivo in virtù della sua posizione nell’Accademia.

Ma le critiche non sono mancate: Lau Kwai-piu, presidente della Società di Lettere e Filosofia di Hong Kong e docente part-time presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università Cinese di Hong Kong, dubitava dell’ambiente dell’Accademia a causa dell’orientamento comunista, e si preoccupava che, se fosse stato costruito un tempio di Confucio, il Partito Comunista cinese lo avrebbe utilizzato per ‘mantenere la stabilità’. 

Questa considerazione trova la sua motivazione nella ragione della fondazione degli Istituti Confucio: nati nel 2004 per mano del Partito Comunista e poi diffusi in tutto il mondo con il pretesto di insegnare cinese, gli Istituti Confucio in realtà esportano l’ideologia comunista e la strategia del ‘lavoro del fronte unito’. E un fedele di Jiang Zemin, Liu Yunshan, è uno degli incaricati a questo compito.

Molti Paesi occidentali hanno poi fatto notare come in realtà l’Istituto Confucio sia un’agenzia segreta controllata dal governo cinese; per questo motivo, nel 2013 alcuni istituti canadesi hanno annunciato di cessare la loro collaborazione. 

LEW MON-HUNG TAGLIA I LEGAMI CON LA FAZIONE DI JIANG, MA È TROPPO TARDI 

Negli ultimi anni Lew lun-hung ha scritto sui giornali delle azioni intraprese da Leung Chun-ying, con un tono sempre più critico nei suoi confronti: ho «applaudito e sostenuto l’uomo sbagliato». Fondamentalmente la controversia tra i due è dovuta a un conflitto d’interessi, e Lew viene visto come un eterno indeciso.
La condanna di Lew per alterazione dello svolgimento d’indagine, è simile a quelli che molti funzionari di alto rango hanno subito durante la campagna anticorruzione di Xi Jinping. Oltre cento funzionari di livello provinciale e superiore sono stati infatti rimossi dalla carica durante il 18° Congresso nazionale del Partito Comunista cinese nel novembre 2012; la maggior parte appartenevano alla fazione di Jiang ed erano implicati nella persecuzione della pratica spirituale del Falun Gong. 

Queste persone non hanno potuto evitare di scontare le loro pene, nonostante alcuni collaborassero per far arrestare altri funzionari. Ad esempio, nel 2012 Wang Lijun ha esposto lo scandalo di Bo Xilai, allora segretario di Partito di Chongqing, portando al suo arresto. Ma Wang aveva partecipato attivamente al prelievo forzato di organi dai praticanti del Falun Gong imprigionati, e sta attualmente scontando una pena detentiva in condizioni di disabilità.
Oppure l’arresto di Xu Caihou, ex vice-presidente della Commissione militare centrale, che ha portato alla caduta del suo collega Guo Boxiong, anche lui ex vice-presidente della stessa commissione; Xu è morto di cancro, mentre Guo è sotto inchiesta per corruzione.
Un caso eclatante è stato quello di Zhou Yongkang, segretario della Commissione centrale agli Affari politici e legali, che durante la leadership di Jiang Zemin amministrava la sicurezza della Cina: nel 2015 è stato condannato all’ergastolo.

In sostanza, i funzionari cinesi all’epoca intoccabili sono ora in carcere e alcuni sono morti in cella per malattia. 

Ma i segnali della caduta della fazione di Jiang Zemin non si fermano qui. Lo stesso giorno in cui è stato condannato Lew, Holden Chow Ho-ding (membro dell’Alleanza democratica per il Miglioramento e il Progresso di Hong Kong) ha perso infatti gli elettori dei Nuovi Territori d’Oriente del Consiglio legislativo, nonostante fosse stato approvato dai principali partiti pro-Pechino. E in Cina, un’enorme ‘stele’ di pietra costruita per ordine di Jiang con la scritta ‘Jimei Bridge’, si è spezzata in due ed è crollata. C’è stato chi ha visto questo come un segnale della fortuna in declino di Jiang. 

Un antico poema cinese recita che ‘Quando un pensiero nasce dal cuore, il Cielo e la Terra lo conoscono. Se il bene e il male non riceveranno le stesse retribuzioni, è dovuto all’egoismo in Cielo e in Terra’. «Bene e male raccolgono retribuzioni uguali», ha commentando Lew riferendosi a Leung Chun-ying, mentre andava in galera. 

 

Articolo in inglese: ‘Ex-ally of Hong Kong’s Chief Executive Convicted

 
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