Guerra in Siria, la Turchia in bilico tra Usa e Russia

Secondo gli esperti, la Turchia non avrebbe potuto lanciare un attacco contro altri alleati degli Stati Uniti, l’Unità curda per la difesa popolare (Ypg), senza prima aver riparato i rapporti con la Russia. Gli attacchi sul fronte del confine siriano devono aver essere costati mesi di enorme preparazione e devono aver avuto il benestare della Russia, data la presenza del potente schieramento militare russo sul campo di battaglia siriano.

La Turchia ha messo in chiaro che le sue operazioni militari in Siria, a cui ha dato inizio il 24 agosto, sono volte a evitare che l’Ypg si impadronisca del territorio nell’ambito della guerra contro l’Isis.

L’individuazione degli obiettivi predominanti delle aree controllate dal Ypg sembra aver preso di sorpresa gli ufficiali americani, e gli Stati Uniti stanno chiedendo alla Turchia di cessare le operazioni militari. Ma nonostante questo, gli esperti ritengono improbabile che gli Stati Uniti sfidino seriamente il loro partner Nato, data l’importanza che ha la Turchia come alleato strategico regionale.

LA COOPERAZIONE CON LA RUSSIA

Il vice presidente del Global Analysis a Stratfor, Reva Goujon ha commentato che l’intervento turco non sarebbe potuto avvenire senza la riconciliazione tra Istanbul e Mosca, con la Russia in attesa di numerose concessioni dalla Turchia: «La Russia vuole la cooperazione della Turchia per limitare il rafforzamento della Nato nel Mar Nero, in progetti come il TurkStream nel campo dell’energia. Vuole anche evitare interferenze turche nella disputa del Nagorno-Karabakh. La Turchia si è riappacificata con la Russia così da poter perseguire i propri obiettivi in ??Siria».

La crescente cooperazione tra Turchia e Russia arriva dopo mesi di relazioni ostili iniziate lo scorso novembre, quando la Turchia ha abbattuto un aereo da guerra russo oltre il confine turco-siriano.

Secondo Demir Murat Seyrek, consulente capo della Fondazione europea per la democrazia, le operazioni militari della Turchia sono avvenute con la benedizione di Mosca: «Non sarebbe possibile fare questo se non ci fosse stato un riavvicinamento con la Russia. I jet turchi non sarebbero stati nemmeno ammessi in Siria, dopo l’abbattimento del caccia russo nel 2015».

La chiave è che la Turchia non mette in discussione l’intenzione della Russia di mantenere al potere il regime di Assad. Secondo Seyrek: «Gli obiettivi della Turchia sono l’Isis e il Pyd, non le forze del regime».

LA MINACCIA DEL PYD

Il Pyd è il braccio politico e organizzativo del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), che ha combattuto per decenni lo Stato turco per l’indipendenza ed è considerato un’organizzazione terroristica dalla Turchia. Il Ypg (l’Unità di difesa del popolo curdo) è un’ala militare del Pyd.

Il sostegno al Pyd da parte degli Stati Uniti e dell’Ue nella lotta all’Isis ha aumentato l’efficacia del partito e ha permesso loro di ottenere il controllo del territorio minacciando la Turchia.
L’intervento militare della Turchia ha implicazioni territoriali a lungo termine; secondo Goujon infatti «La Turchia ha bisogno di evitare il consolidamento di una sorta di mini-Stato curdo in Siria, e quindi ha bisogno di mantenere una posizione di blocco che impedisca alle forze curde del Ypg di fare da collegamento con le forze curde nel cantone del fiume Afrin».
Afrin è infatti uno dei cantoni siriani vicino al confine turco che nel 2014 hanno dichiarato l’autonomia. Goujon continua sostenendo che «intervenendo, la Turchia ha impedito questa situazione».

Anche se gli Stati Uniti considerano l’Isis come l’obiettivo primario contro il quale combattono le forze della coalizione che intervengono in Siria, la Turchia considera il Pyd come la minaccia più significativa per lo Stato turco. Seyrek ha infatti dichiarato: «L’Isis è una minaccia per la sicurezza, mentre il Pyd è una minaccia esistenziale per la Turchia, soprattutto se si considera il terrorismo del Pkk».

RELAZIONI USA-TURCHIA

Gli Stati Uniti si trovano a doversi barcamenare fra le diverse insidie della guerra civile siriana. I loro alleati curdi hanno combattuto molto bene contro l’Isis, nonostante i curdi stessi si trovino nel mirino di Erdogan. Ma gli Stati Uniti molto probabilmente preferiranno dare priorità le loro relazioni con l’alleato chiave turco, secondo Goujon, infatti, «alla fine gli Usa ridaranno priorità alla Turchia e rispingeranno l’Ypg a ese dell’Eufrate», così da evitare la formazione di un mini-Stato curdo lungo il confine.

L’America vede la Turchia come un alleato di massima importanza nella guerra all’Isis, e per condvidere il peso di questa guerra è necessario cooperare, come spiega Goujon: «Gli Usa hanno anche necessità di tenersi vicina la Turchia in ottica di contrappeso strategico alla Russia».

 

Articolo in inglese: Middle East Turkey’s Fight Against Kurds in Syria Possible Due to Deal With Russia

Traduzione di Valentina Schifano

 
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