Guerra in Siria, la Russia non basta

Da quando la Russia ha iniziato a bombardare obiettivi su indicazione del regime siriano, le truppe del presidente Bashar al-Assad sono nel pieno di un’offensiva contro i ribelli e le organizzazioni terroristiche (Isis inclusa). Nell’ultimo fine settimana, infatti, la Siria, insieme a Iran, hezbollah e truppe irachene sciite, ha sferrato una pesante offensiva su Aleppo. Ma nonostante l’aiuto di diversi alleati, secondo l’Institute of the Study of War (Isw), la campagna militare di Assad non sta andando molto bene.

Secondo un’analisi condotta da Chris Kozak dell’Isw, riferita al periodo 7-14 ottobre e pubblicata il 14 ottobre stesso, «nonstante il massiccio appoggio, derivante sia dagli intensificati raid aerei russi che dalle centinaia di soldati iraniani di rinforzo, il regime siriano non ha guadagnato molto terreno, nel corso della prima settimana della grande offensiva di terra contro le forze ribelli».

«Le operazioni contro l’opposizione siriana si dimostreranno probabilmente più difficili e lente di quanto previsto dalla Russia o dall’Iran», ha aggiunto.

L’Isw, considerato il gruppo indipendente più credibile riguardo allo studio dei cambiamenti sul territorio siriano, ha pubblicato una nuova mappa domenica 18 ottobre, che mostra gli attacchi aerei della Russia in Siria in un periodo di tre settimane, indicando che la maggioranza di essi ha colpito Aleppo, Homs, la provincia di Idlib e solo limitatamente le vicinanze di Damasco. La mappa mostra che i russi si sono concentrati sulle aree controllate dai «ribelli», che si trovano appena a nord delle aree controllate dal regime.

Eppure le forze di Assad ci hanno guadagnato ancora poco dalla campagna, cominciata circa un settimana fa, secondo Kozak.

I territori controllati dall’Isis e dai terroristi di Jahbat al-Nusra non sono stati presi di mira quanto i ribelli, secondo la mappa pubblicata domenica.

Ma nel complesso, «rapporti confermati indicano che i combattenti pro-regime hanno conquistato solo sei villaggi e paesi, mentre le forze ribelli hanno respinto pesanti attacchi contro varie posizioni chiave», ha detto Kozak nel resoconto del 14 ottobre.

Le forze di Assad, ha aggiunto, stanno rischiando parecchio nella nuova offensiva.

«Le forze del regime hanno sofferto pesanti perdite umane e materiali a causa della pesante resistenza dei ribelli», ha scritto Kozak. «I ribelli affiliati all’Esercito libero siriano hanno affermato di distruggere almeno 20 carri armati e veicoli blindati, così come un elicottero da combattimento, in un ‘massacro di carri armati’ il primo giorno dell’offensiva… Pesanti perdite continue possono rendere il regime vulnerabile a un contrattacco dei ribelli siriani».

Fino a ora sembra che né l’esercito iraniano né quello russo ha i numeri per causare un cambiamento fondamentale nel bilanciamento delle forze sul terreno, ha detto.

Tuttavia i media statali russi hanno definito gli attacchi aerei un successo contro l’Isis. Lunedì le forze aeree hanno tenuto 33 attacchi, prendendo come obiettivo “organizzazioni terroristiche» in tutte la Siria, secondo quanto sostenuto dal Ministero della Difesa russo in una dichiarazione. Il Ministero ha detto lunedì che i terroristi dell’Isis stanno «soffrendo di una grave mancanza di munizioni» e «stanno abbandonando le loro posizioni in gran numero», ma non ha spiegato ulteriormente.

Tuttavia il prezzo per l’intervento russo in Siria potrebbe essere alto anche per la Russia. Un’azione militare a lungo termine senza guadagni tangibili per il regime siriano potrebbe intaccare l’effetto propagandistico del blitz di bombardamenti.

Nel frattempo, gli attacchi aerei russi potrebbero portare a grandi quantità di vittime civili, causando rabbia tra i cittadini siriani e i gruppi per i diritti umani.

«Diversamente dall’esercito americano, che usa una vasta gamma di mezzi di sorveglianza e riconoscimento per colpire obiettivi con munizioni di precisione, i russi usano per lo più armi non guidate, colpendo più indiscriminatamente», ha affermato un’analisi di Stratfor, agenzia di intelligence globale, il 12 ottobre. L’analisi afferma anche che la Russia non è soggetta alle stesse regole che «limitano» le operazioni statunitensi, dato che queste ultime, per legge, devono tenere in conto il rischio di vittime civili.

In un aggiornamento, l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani ha detto che «altri civili», tra cui due donne e cinque bambini, sono stati uccisi da attacchi aerei «probabilmente russi» nel governatorato di Aleppo.

Prima della guerra civile, Aleppo, la città più grande della Siria, era considerata il centro economico. Ma da quando la guerra è cominciata, ha sofferto di una distruzione catastrofica.

Articolo in inglese ‘Syria’s Russia-Backed Campaign Isn’t Going All That Well, Report Says

 
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