Gli Usa reagiscono all’assedio delle spie straniere

Quattro casi in tre settimane di spionaggio cinese contro gli Stati Uniti in aprile. Una grave minaccia, a cui gli Usa rispondono inasprendo le normative a tutela della sicurezza nazionale.

Il vice procuratore generale Sally Q. Yates, in una lettera che pare sia circolata in marzo fra i procuratori federali e di cui il New York Times ha dichiarato di essere entrato in possesso, sosteneva che «ogni caso che riguardi, anche marginalmente, la sicurezza nazionale deve essere supervisionato e coordinato da Washington». Il quotidiano ha commentato che se «questo è quanto la normativa aveva sempre previsto», questo aggiornamento è servito a «renderlo esplicito». 

Sembra inoltre che la lettera affermasse che «l’espressione ’questione di sicurezza nazionale’ deve essere intesa in senso ampio».

L’articolo nel Nty non chiarisce cosa sia effettivamente cambiato, ma osservando più da vicino la normativa in questione si capisce molto di più: un portavoce del ministero della Giustizia ha dichiarato a Epoch Times che ogni variazione ufficiale alla normativa appare nel Manuale dei Procuratori degli Stati Uniti, e in effetti la pubblicazione mostra alcune sezioni aggiornate in Marzo.

In particolare, da un confronto diretto, risulta allargata la definizione di ‘caso relativo alla sicurezza nazionale’: si passa da un paragrafo a due, con un testo di lunghezza quasi triplicata.

LA NUOVA DEFINIZIONE DI ‘SICUREZZA INTERNA’ DEGLI USA

L’aggiornamento chiarisce cosa si intende per ‘questione di sicurezza nazionale’, e aggiunge la ‘sicurezza interna’ come parte della sicurezza nazionale. Le altre definizioni (invariate nella seconda versione) includono «difesa nazionale, spionaggio estero e controspionaggio, sicurezza internazionale e relazioni internazionali».

Al di sotto delle descrizioni vi è anche l’aggiunta di un paragrafo che approfondisce le implicazioni delle definizioni allargate: «Questo include: l’anti-terrorismo, la lotta allo spionaggio – economico e non – operato a vantaggio di qualunque governo straniero, enti pubblici esteri o agenti esteri, l’imposizione di controlli alle esportazioni e di sanzioni, e l’eliminazione di ogni minaccia ad opera di Stati nazionali, terroristi, o agenti/collaboratori di questi».

‘ALTRI CASI’ DI SICUREZZA NAZIONALE

La parte successiva sembra corrispondere a quanto riportato dal New York Times: «ogni caso che riguardi, anche marginalmente, la sicurezza nazionale deve essere supervisionato e coordinato da Washington».
La chiave è nel termine ‘marginalmente’, che si applica alla parte in cui il Manuale tratta dei casi di crimini contro la sicurezza nazionale. Tutte le precedenti definizioni in tal senso rimangono, ma in un’accezione allargata. In aggiunta alla lista di crimini troviamo «altri casi di sicurezza nazionale».

In entrambe le versioni, i Procuratori generali degli Stati Uniti sono invitati a consultarsi con la Sezione controspionaggio e Controllo esportazioni, in ogni fase dell’indagine, compresi arresti e mandati di perquisizione.
Nella nuova versione del Manuale, la Sezione deve essere consultata anche «quando vi sia un ragionevole dubbio che il caso rientri nella sicurezza nazionale», e persino quando si stia per chiudere un caso con patteggiamento della pena.

PROCESSI MANCATI

La questione si inquadra nel contesto di diversi casi di spionaggio ‘mancati’: le nuove regole hanno lo scopo di evitare il ripetersi di perdere occasione di processare le spie straniere incriminate negli Stati Uniti. È infatti accaduto che alcune persone di etnia cinese, siano state dapprima accusate per attività di spionaggio e successivamente prosciolte a seguito di nuove prove presentate dagli avvocati della difesa.
È da sottolineare che, nelle indagini per crimini ordinari, è normale che gli avvocati della difesa presentino nuove prove alla pubblica accusa o prevedano la linea dell’accusa prima che il caso arrivi davanti al giudice.

Ma se è in gioco la sicurezza nazionale è raro che vi siano simili contatti fra difesa e accusa, a causa di un maggiore pericolo di inquinamento delle prove.
Secondo, quindi, il recente aggiornamento della procedura, il fatto che i procuratori federali si consultino con i procuratori di Washington, più esperti di casi di spionaggio, dovrebbe assicurare una risposta maggiormente pronta, consistente ed efficace.

 

Articolo in inglese: Faced With Barrage of Chinese Spies, US Expands Rules for National Security Cases

 
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