Giro 2016, Nibali trionfa in Rosa a Torino

A Torino, sul palco dell’ultima tappa del Giro 2016 la gioia è incontenibile. Vincenzo Nibali con Michele Scarponi e tutta la sua squadra trionfano, e festeggiano una vittoria sperata, ma che sembrava ormai impossibile.

Solo 72 ore prima, pochi chilometri più a sud, a Pinerolo, alla partenza della 19esima tappa in casa Astana il clima è cupo e i volti sono tirati. Poi, i corridori di Beppe Martinelli compiono l’impresa: scortano il campione siciliano verso la vittoria di tappa che risolleva il morale del team kazako, obbligandolo a crederci ancora. Infatti il giorno dopo, a Sant’Anna di Vinadio, salendo verso l’arrivo della penultima e decisiva tappa, Lo Squalo dello Stretto completa l’opera conquistando la Maglia Rosa definitiva.

A tre anni di distanza, Vincenzo Nibali rivince il suo secondo Giro d’Italia, l’ultimo delle edizioni a doppia cifra: rimarrà nella storia come una delle edizioni più incerte, e per questo più belle. Forse è anche la vittoria più sofferta del campione siciliano, partito dall’Olanda con i favori del pronostico che alla fine hanno rischiato di schiacciarlo. La classifica del capitano dell’Astana sembrava del tutto compromessa dopo la sua disastrosa prestazione nella cronoscalata che apriva la terza e ultima settimana di corsa.

La svolta è arrivata quando «ho capito che la gente [sulle strade, ndr] al di là di come andava questo Giro d’Italia mi voleva comunque bene […] questo sicuramente mi ha fatto riflettere tantissimo in questi giorni – spiega il campione siciliano durante il processo della 20esima tappa su Raisport, – magari in questo Giro d’Italia sono partito con la testa di voler strafare. Ed è stato uno svantaggio per me. Sapendo che avevo anche grandi pressioni, mi aspettavo subito qualcosa […] Non correvo bene, non troppo concentrato. Quindi poi ci siamo un attimo allineati e abbiamo corso perfettamente».

I 163 chilometri da Cuneo al capoluogo piemontese dell’ultima frazione sono solo la tradizionale passerella per la Maglia Rosa; ma anche l’epilogo conferma la natura imprevedibile del Giro 2016: la pioggia battente rende il pavè del circuito conclusivo scivoloso e inevitabili le cadute. Così, per evitare ulteriori rischi ai corridori la direzione di corsa decide di neutralizzare il tempo nell’anello cittadino.

Dopo 24 giorni, il 99esimo Giro d’Italia si chiude con l’immancabile classico volatone dove, dopo nove secondi posti, finalmente Giacomo Nizzolo riesce a tagliare per primo l’arrivo di una tappa in una Corsa Rosa. Il velocista della Trek Segafredo, però, dove rimandare ancora il suo appuntamento col la sua prima vittoria al Giro, perchè la giuria lo declassa per aver stretto Sacha Modolo verso le transenne.
Il successo di tappa va quindi a Nikias Arndt, che firma il settimo sprint vincente di un tedesco su sette volate di gruppo disputate.

«Ero nervoso all’ultimo chilometro. Siamo andati a tutta nelle curve e io mi sono solo concentrato su cosa dovevo fare. Ho attraversato la linea in seconda posizione, poi mi hanno detto che avevo vinto: ero molto sorpreso. La giuria ha preso una decisione, difficile da prendere sicuramente – racconta il velocista della team Giant Alpecin – Questo è il più grande risultato della mia carriera finora. Ero venuto al Giro per fare le volate e per vincere una tappa, avevo avuto due buoni risultati ma non una vittoria. Posso solo immaginare quanto sia deluso Nizzolo ma spero si possa almeno godere la Maglia Rossa [che va al vincitore della classifica a punti, ndr]».

Archiviato il Giro, Vincenzo Nibali può concentrarsi sul suo prossimo grande appuntamento: le olimpiadi di Rio. Le preparerà al Tour de France scortando Fabio Aru fino a Parigi. E chissà che non sia proprio lo Squalo, il primo corridore del secondo millenio a centrare la leggendaria accoppiata Giro-Tour.

 

 
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