Fortuna, coincidenza, intuizione: che ruolo giocano nella scoperta scientifica?

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Nei progressi scientifici c’è sempre il duro lavoro degli scienziati. Ma in alcuni di questi c’è stata anche una buona dose di fortuna, coincidenza, intuizione oppure qualcosa di meno scientifico o meno logico.

Ecco un caso di coincidenza: lunedì 17 novembre i team di ricerca dell’Università di Stanford e di Google hanno annunciato indipendentemente di aver sviluppato delle reti neurali artificiali in grado di riconoscere le immagini complesse utilizzando l’apprendimento automatico e i modelli di riconoscimento.

Jordan Pearson della rivista Motherboard ha indagato sulla coincidenza e ha scoperto che fino a poco tempo fa nessuno dei due team fosse a conoscenza del lavoro dell’altro.

Pearson ha scritto: «È una coincidenza assurda che le divulgazioni delle ricerche arrivino così alle calcagna l’uno rispetto all’altro. Ma in un certo senso è comprensibile». Per Pearson si tratta di un caso di tecnologia che era in procinto di questo sviluppo – proprio in questo momento vi è una domanda per questa capacità e il lavoro sulle reti neurali realizzato in precedenza avrebbe probabilmente prodotto questo sviluppo quanto prima.

La manifestazione simultanea e indipendente delle idee può di solito essere spiegata in questo modo? Nel 1876 Alexander Graham Bell e Elisha Gray hanno entrambi sviluppato il telefono. Nel 1773 e 1774 Carl Sheele e Joseph Priestly hanno scoperto indipendentemente l’ossigeno. Intorno al periodo tra il 1915 e il 1918, Mary Pattison e Christine Frederick stavano lavorando sui sistemi di utilizzo dell’ingegneria meccanica nel lavoro domestico per migliorarne l’efficienza.

Intorno al 500 a.C. sono emersi grandi pensatori, filosofi e leader religiosi. Buddha, Socrate, Lao Tse e altri hanno contribuito enormemente allo sviluppo della civiltà umana in luoghi notevolmente distanti tra loro, dalla Grecia all’India e alla Cina. Forse i tempi erano maturi.

Il dottor Bernard Beitman, laureato in psichiatria all’Università di Yale e uno dei padri fondatori degli studi sulla coincidenza ha detto: «Le idee, come i semi, hanno bisogno di un terreno fertile in cui svilupparsi e crescere». Ha citato un documento del 1922 di William F.Ogburn e di Dorothy Thomas che ha prendeva in esame 148 grandi scoperte scientifiche fatte da due o più persone nello stesso tempo.

Per il dottor Beitman questi scienziati stanno attingendo a una sorta di subconscio collettivo. Sono «sintonizzati sui limiti in espansione» della nube di informazioni a cui siamo tutti collegati.

Il dottore, in riferimento ai messaggi filosofici o spirituali comuni che sono stati diffusi intorno al 500 a.C., ha detto: «Si è trattato di una scoperta in simultanea e/o della diffusione di una buona idea? Tuttavia è accaduto, la mente del gruppo era preparata ad accettare questa idea».

ALTRE STORIE

A volte l’intuizione può dare la spinta decisiva, anche se gli scienziati spesso si vantano di seguire un flusso di lavoro molto logico.

Questo esempio di lavoro di un medico è stato citato sul sito web del Centro di Spiritualità e Guarigione dell’Università del Minnesota: «La cardiologa Mimi Guernari, osservando il suo paziente sanguinare a morte sul tavolo operatorio, ha passato ore a cercare qualcosa per poter arginare il flusso. Poi “improvvisamente ho pensato a qualcosa che non avevo mai usato prima e che non ho usato da allora in poi: la schiuma gel”. Mentre osservava l’emorragia fermarsi, pensando a questa soluzione intuitiva chiuse gli occhi e si chiese se fosse un’allucinazione. Aveva salvato la vita del suo paziente».

La penicillina, antibiotico che ha fatto un enorme passo avanti nella lotta contro le infezioni batteriche, è stata scoperta nel corso di molti anni grazie anche a molte circostanze accidentali o casuali.

Nel novembre 1921 il batteriologo scozzese Alexander Fleming aveva un raffreddore. Dal suo naso gocciolante cadde una goccia in una piastra di coltura piena di batteri. Si rese conto che la goccia aveva ucciso i batteri, lasciando tutto intorno un ‘alone di inibizione’. Il lisozima era il componente nella sua mucosa che aveva ucciso i batteri, ma non poteva essere prodotto in larga scala come un antibiotico.

Quasi un decennio più tardi lavorava come ricercatore all’ospedale Saint Mary. Le condizioni del laboratorio erano misere – le crepe nel soffitto e le correnti d’aria rendevano l’ambiente malsano.

Era andato in vacanza e aveva lasciato la capsule di Petri nel lavandino. Quando tornò al lavoro, prima di lavarle come molti scienziati avrebbero fatto, le esaminò e trovò una macchia di batteri morti simile a quella che aveva lasciato la sua mucosa. Questo alone di inibizione era apparso intorno ad alcuni funghi che erano finiti sulle capsule – le spore avevano viaggiato da una capsula all’altra dando vita a un esperimento?

Le spore erano arrivate proprio al momento giusto quando la temperatura era semplicemente perfetta. Se i batteri nella capsula fossero stati in una fase diversa del loro sviluppo il fungo non avrebbe avuto lo stesso tipo di influenza.

Fleming realizzò che questa muffa poteva uccidere i batteri; ma è stato negli anni 40, quando un gruppo di scienziati che svolgeva altri tipi di esperimenti usando la muffa (la penicillina) nei topi, che comprese che la muffa poteva sopravvivere nel corpo di un mammifero e che aveva il potenziale per trattare le infezioni batteriche nell’uomo. Questi scienziati non avevano intenzione di indagare su questo tipo di utilizzo, fu una scoperta accidentale.

Per riassumere Fleming dopo il gocciolamento del suo naso stava cercando questo alone di inibizione nelle colture dei batteri e questa intuizione ha favorito il conseguimento di risultati utili nelle successive coincidenze. Questo si ricollega a una delle ragioni per cui il dottor Beitman vuole promuovere gli studi sulla coincidenza – secondo lui la consapevolezza e l’intuizione possono aiutare le persone a notare quelle coincidenze che si rivelano utili.

Se il laboratorio fosse stato in condizioni migliori le spore non sarebbero mai finite nel lavandino di Fleming. Se Fleming non fosse stato così parsimonioso, decidendo di studiare la muffa nel lavandino prima di lavarla via, non avrebbe notato l’alone di inibizione. Se la muffa non fosse atterrata esattamente al momento giusto Fleming non avrebbe fatto la scoperta (o almeno non in quel momento, forse sarebbe potuta accadere in qualche altro modo in un secondo momento).

Molte coincidenze in aggiunta a un pizzico di intuizione hanno portato a una scoperta che ha salvato milioni di vite.

Articolo in inglese: How Much of Scientific Discovery Is Dumb Luck? Coincidence? Intuition?

 

 
Articoli correlati