Expo, partono le indagini sui disordini. Alfano: «Polizia ha evitato il peggio»

Gli incendi sono stati spenti, le strade ripulite: le ferite subite da Milano nelle due ore di guerriglia urbana si stanno rimarginando. Partono le indagini, con le autorità riunite in Procura che mettono al centro dell’inchiesta il reato di devastazione, con pene fino a 15 anni. Cinque sono le persone arrestate in flagranza nelle violenze del 1 maggio.

La grande vetrina dell’Expo milanese ha attirato, come previsto dalle forze dell’ordine, quelle frange violente che vengono riunite sotto il nome di black bloc. Le ‘tute nere’, infiltrate nel corteo dei No Expo, che ha attraversato il centro di Milano, hanno cercato lo scontro con Polizia e Carabinieri, che si sono limitati a contenerli. Nonostante le critiche ricevute da parte del mondo politico per la gestione dell’ordine pubblico, il ministro degli Interni Angelino Alfano ha elogiato l’operato degli uomini in divisa.

LA STRATEGIA DEL VIMINALE

«La tattica di ordine pubblico adottata a Milano ha infatti evitato il peggio. La giornata inaugurale di Expo non è stata macchiata dal sangue né dei manifestanti né delle Forze dell’Ordine. E adesso massima durezza contro questi farabutti col cappuccio», ha spiegato il ministro.

La strategia scelta dal Viminale per garantire la sicurezza nel capoluogo lombardo andrà avanti anche nei prossimi mesi: l’Expo appena iniziato vedrà arrivare in città almeno 10 milioni di persone nell’arco di 6 mesi. Il pensiero di Alfano è condiviso anche da Roberto Saviano, che in un intervento video a La Repubblica parla di un cambiamento nell’ottica della gestione dei violenti.

«La scelta di Carabinieri e Polizia [è stata] di non intervenire, di isolarli e di non cadere nel trucco che pure avevano preparato […]: aggredire per far caricare anche la parte pacifica del corteo e quindi con la carica portare tutti negli scontri. È una vecchia strategia». C’è stato sicuramente un prezzo da pagare, in particolare per i cittadini privati che hanno visto la propria auto danneggiata, se non in fiamme, così come per i negozianti.

L’OBIETTIVO DEI BLACK BLOC

Secondo le autorità il conto finale risulta meno salato di quello che sarebbe potuto essere. Il questore di Milano Luigi Savina ha parlato di come le tute nere avessero cercato di «sviare» le forze dell’ordine per puntare a obiettivi altamente sensibili: il Duomo di Milano e l’Expo Gate, davanti al Castello Sforzesco. «Gli incidenti di oggi erano previsti, quasi calcolati», il commento di Savina ripreso da Ansa, che batte sul tasto del «Abbiamo optato per la logica del male minore».

Si sono infatti registrati feriti solo tra le forze dell’ordine, una decina gli agenti coinvolti. Solo 5 le tute nere arrestate a fronte dei circa 200 elementi individuati come diretti responsabili del lancio di molotov, devastazione di vetrine e incendi di auto e cassonetti.

Quelli che Saviano definisce come «squadristi-antagonisti» hanno dimostrato di essere ben organizzati e coordinati. Dopo le violenze hanno lanciato fumogeni per nascondersi alla vista e si sono tolti abiti e armamenti – occhiali protettivi, passamontagna, ginocchiere, maschere antigas – lasciandoli in strada e fuggendo.

 
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