Expo, Michelle Obama visita il Padiglione Usa

La First Lady degli Stati Uniti d’America, Michelle Obama, ha fatto visita all’Esposizione Universale. Giunta a Palazzo Italia per un incontro con Agnese Renzi, si è poi recata al Padiglione Usa ed è stata ricevuta dalla delegazione dei 120 studenti americani, ambassador del padiglione.

In centinaia ad attendere la prima donna d’America che, con il suo coloratissimo vestito Missoni, ha visitato il padiglione Usa. A far da guida gli student ambassador americani che le hanno mostrato l’intero percorso. A riceverla anche il commissario unico Giuseppe Sala che l’ha definita «la regina di Expo, perché è una presenza importante non solo per il ruolo che ricopre ma anche per la sua missione relativa al tema del cibo». La First Lady è infatti coinvolta nell’iniziativa statunitense Let’s Move, volta a combattere l’epidemia dell’obesità infantile e a promuovere uno stile alimentare sano.

Una missione che si collega in toto al tema affrontato dagli Stati Uniti d’America ad Expo. Il tour del padiglione Usa accoglie i visitatori con Le voci della Terra, una serie di citazioni che, affrontando i temi del suolo, dell’acqua e delle tradizioni alimentari, hanno lo scopo di ispirare e far riflettere. La parete esterna del padiglione Usa raccoglie invece 42 varietà di piante: è una sorta di orto verticale.

Una volta giunti nel primo livello del padiglione alcuni video del Presidente Obama e di altri personaggi americani di diversa estrazione pongono al centro il tema di Expo, Nutrire il pianeta. Si stima che entro il 2050 la popolazione globale raggiungerà i 9 miliardi, per cui «lavorare insieme per un sistema alimentare sostenibile è una delle sfide più importanti del nuovo millennio» afferma Obama nel video di presentazione al padiglione Usa.

Ognuno di noi è in quei futuri 9 miliardi, pertanto è responsabile di elaborare o incoraggiare lo sviluppo di soluzioni efficaci che possano affrontare in maniera significativa i problemi alimentari globali. Un esempio è il sorgo, un cereale antico al centro di ricerche americane che, in collaborazione con l’Africa Biofortified Sorghum Project, hanno l’intenzione di contribuire allo sviluppo e all’utilizzo di questo seme che tollera la siccità ed è in grado di sopravvivere in condizioni climatiche difficili.

Un’altra iniziativa sviluppata è quella delle Piante Compagne che, rientrando in un sistema che crea un ambiente salutare autosostenibile, collaborano fra loro attirando insetti benefici, scacciano i parassiti e apportano elementi nutritivi, di ombra e di sostegno reciproco. Nel Nord America stanno anche sviluppando l’utilizzo di sistemi Gps che permettono agli agricoltori di monitorare e affrontare repentinamente i problemi delle colture.

«Amo Expo. Vedere tutti questi Stati che sono assieme e che lavorano per raggiungere degli obiettivi – commenta Aaron Keith Bell, cittadino americano in visita all’Esposizione Universale – in questo modo diventiamo una cosa sola. Modi diversi di pensare diventano il punto di forza di Expo, perché io posso imparare qualcosa da te, tu puoi imparare qualcosa da me e così nascono nuove idee».

 
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