Expo, i leader del pensiero per un nuovo paradigma sostenibile

Ogni giorno il mondo affronta crisi ambientali, climatiche, terrorismo ed emergenze sanitarie. Nei tempi cruciali in cui viviamo solo una nuova forma di mentalità potrà avere effetti positivi sul futuro. Una consapevolezza che nasce da dentro, la cui chiave sta nell’essere coscienti delle conseguenze di ogni nostra azione. Ecco una delle idee emerse al Forum Globale dei Leader del Pensiero, organizzato presso il padiglione ungherese di Expo.

«Vedersi in relazione con gli altri e la natura è l’opportunità che abbiamo. Il tempo è poco. È ora di agire» queste le parole del fondatore della teoria dei sistemi Ervin Laszlo, intervenuto al Forum Globale dei Leader del Pensiero presso il padiglione ungherese. «Cosa c’è di razionale nell’usare una batteria, un materiale che poi buttiamo via? L’energia nell’universo è infinita e costante. Dobbiamo cambiare il modo in cui gestiamo il pianeta e riciclare il più possibile le risorse che utilizziamo». Un discorso che funge da critica e al tempo stesso valorizza un cambiamento, che per Laszlo, è già in atto nella nuova etica di molti.

«Come possiamo continuare a nutrire il pianeta? Dobbiamo riconoscere la disunione» come la causa di problemi che possono essere risolti partendo dalla «coerenza; il che significa che qualsiasi parte del sistema pensa per le altri parti». Un concetto che si allinea con le più moderne scoperte nel campo della fisica quantistica, che vedono un sistema comprensibile solo se in relazione con gli altri.

Di fatto, anche l’ex senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, intervistato presso il padiglione, è in linea con questa visione di interconnessione come valore: «Quando noi generiamo la rete internet con tutte le sue possibilità di intelligenza cognitiva, collettiva e connettiva, non facciamo altro che riprodurre delle matrici che dentro la relazione tra cellule ci sono già». Per cui ragionare in termini di sistemi, eco e cognitivi, è la chiave della potenzialità della relazione.

Questo tipo di sistema non fa altro che chiederci di «imparare a pensare come pensa la natura» e «di interrogarci sui modelli gerarchici». Ma la questione è come poterlo applicare concretamente nella società. In questo senso Cortiana pensa che sia fondamentale rendere possibile una maggiore «partecipazione informata al processo deliberativo». Il tutto per mezzo di piattaforme digitali, nelle quali poter avere contatto diretto con chi ci dovrebbe rappresentare e risalire persino ai riferimenti di ognuno, in modo tale che «io che sono stato eletto, ti devo rendicontare, su cosa ho fatto e cosa no».

Per cui dopo essersi certificati, dar vita ad una cittadinanza sempre più attiva nella quale discutere, proporre ed elaborare sistemi che possano poi essere applicati. In questo modo chiude il cerchio tornando al concetto di una «ecologia delle differenze nella quale troviamo la ricchezza della natura, con più variabili che possono entrare in azione».

Una linea guida che porta con sé il criterio dell’interconnessione come base per un nuovo paradigma sostenibile. Detta con le parole di Pier Mario Biava, medico e ricercatore italiano intervenuto alla conferenza, «una visione interdisciplinare di ciò che noi chiamiamo vita».

 
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