Essere bimbi nepalesi per un giorno: Claudia Gerini con Save the Children

Sono le sei del mattino in Nepal, e Kamala non è ancora riuscita a chiudere occhio. A fianco a sé la piccola Sarita si è addormentata da poco, dopo aver pianto per tutta la notte. Dopo una forte alluvione che ha distrutto tutti i raccolti, le risorse di cibo del villaggio scarseggiano più di prima.

Negli occhi di Kamala le prospettive di un futuro sono oramai inesistenti. Ma la giovane donna torna presto a sperare grazie a Maya, un’operatrice Save the Children. La giornata assume tutt’altro colore con il suo intervento, che porta con sé cibo, acqua e possibilità temporanee di rifugio.

Dopo emergenze come il terremoto in Nepal, i bimbi sono i primi ad accusare il colpo, dato che nella fase di sviluppo infantile le richieste di nutrizione sono elevate. Di pari passo vi è anche l’importanza della nutrizione per la madre, fondamentale nell’allattamento dei più piccoli. Per questo Save the Children, che opera in 119 paesi del mondo, offre un aiuto concreto nella lotta alla malnutrizione, e presenta il suo progetto all’Expo di Milano.

Nel progetto Be the Change il padiglione Expo di Save the Children propone ad ogni ospite di firmare un braccialetto, simile a quello delle nascite, per fare richiesta al segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e ai leader mondiali di porre fine, attraverso una serie di politiche da attuare, a tutte le morti infantili che sono prevenibili, entro il 2030.

Il percorso adibito nel Villaggio Save the Children offre inoltre ai visitatori la possibilità di vivere la vita di un bambino che quotidianamente lotta per la sopravvivenza. «Qui puoi essere davvero il cambiamento – dice l’attrice Claudia Gerini, Ambassador di Expo 2015 presso Save the Children, entrata a far parte del movimento Be the Change – Qui puoi capire quali sono le difficoltà che affrontano questi Paesi e cosa vuol dire vivere in un mondo di guerra». Tutto ciò serve a creare «la comprensione che possa stimolare la voglia di cambiare il mondo».

Nel percorso si scoprono le soluzioni che i volontari offrono nelle situazioni più drammatiche, dalla sensibilizzazione attraverso dimostrazioni culinarie (per la produzione di piatti altamente proteici con l’utilizzo d’ingredienti facilmente reperibili) all’utilizzo di orti comunitari, di braccialetti che rilevano la gravità della malnutrizione attraverso la misura del polso, di strumenti e soluzioni che creano la possibilità di affrontare assieme le difficoltà.

Il viaggio fa entrare il visitatore nel vivo delle realtà più difficile, fornendo esperienze interattive. Ad esempio «è stato ricreato l’odore acre, l’odore doloroso della guerra per far sentire a chi viene qui, tramite l’olfatto, l’odore di ferraglie, di terra, di polvere da sparo, di dolore, per vivere quindi un’esperienza davvero forte», ha spiegato la Gerini.

Una Expo che racconta il mondo attraverso le sue realtà, sia positive che negative: «Adesso c’è stato questo terribile e spaventoso terremoto in Nepal, che sta incrementando le emergenze in un Paese già devastato da tante difficoltà – spiega l’attrice e conduttrice di Sanremo nel 2003, in una intervista con Epoch Times – Per questo spero che Sarita stia bene perché rientra in un programma come quello di Save the Children, che dovrebbe raggiungere tutti i bambini, anche se purtroppo questo non è ancora possibile», dice l’attrice.

Un’iniziativa internazionale, che parte però dai gesti di ognuno. Come donna di spettacolo la Gerini spiega: «In questo io posso essere solo un mezzo di amplificazione per poter portare il messaggio a più persone possibili, solo perché posso attrarre un po’ più l’attenzione delle persone che mi stimano. Persone come me possono andare nei Paesi in cui c’è bisogno»

L’attrice è appena stata in Cambogia con un’associazione che costruisce scuole e pozzi: «Quello che possiamo fare è donare, dare dei soldi, andare nei posti e documentarli per farsi portavoce».

 
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