Expo 2015, tra primi screzi e contraddizioni

«Nutrire il Pianeta» non è affatto compito facile; lo si evince dai primi dissapori a Expo 2015 tra Fast e Slow food, ma anche dal quasi fallimento, al padiglione svizzero, dell’esperimento sociale sul consumo delle risorse alimentari.

SLOW FOOD Vs MCDONALD’S

I primi screzi sono tra il padiglione di Slow Food e quello del McDonald, non molto distanti tra loro.

Il primo a lanciare il sasso ma senza ritirare la mano è Carlo Petrini, fondatore di Slow food, che attacca il colosso del Fast food americano: «In tutte le città del mondo esiste Slow Food ed esiste McDonald’s. È importante capire la differenza che c’è tra il prezzo e la qualità», ha detto Petrini secondo Rainews.

Inoltre, come riporta Rainews, per Petrini il focus di Expo doveva essere «incentrato sulla produzione agricola e sul nutrire il pianeta» e secondo lui «sui contenuti si poteva e si doveva fare di più… Nello spazio Slow Food andiamo al cuore del problema, senza mediazioni. E lì parliamo davvero del valore del cibo e della vita dei contadini».

La risposta da parte di McDonald’s non si è fatta attendere ed è pesante da digerire: «Migliaia di persone ci scelgono liberamente, magari dopo essere passate a visitare l’immenso, triste e poco frequentato padiglione di Slow Food. E siamo orgogliosi che per il nostro progetto Fattore Futuro, che ha ottenuto il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, si siano candidati oltre cento giovani agricoltori da tutta Italia. Forse perché offriamo una reale opportunità di lavoro e non della filosofia approssimativa condita di retorica terzomondista… Anche Slow Food oggi è una grande realtà internazionale, una specie di multinazionale», ha riportato Rainews.

(NON) CE N’È PER TUTTI

Al padiglione svizzero invece, era stato dato il via ad una sorta di esperimento sociale dal nome «ce n’è per tutti?», in linea con lo slogan di Expo. Lo scopo era mettere alla prova la comprensione dei visitatori sul tema della gestione delle risorse alimentari e gli sprechi di cibo nel mondo.

Quattro grandi torri erano state riempite con scatoloni contenenti acqua, sale, caffè e mele, dei quali si poteva usufruire gratuitamente; stava al consumatore decidere quanto prendere. I visitatori erano al corrente anche del fatto che le ‘provviste’ venivano fornite una sola volta, quindi sarebbero dovute durare per 6 mesi, tutta la durata dell’Expo. Dopo quasi tre settimane dall’apertura dell’esposizione universale, i prodotti sono stati quasi tutti esauriti dall’avidità dei visitatori ‘all’arrembaggio’, la qual cosa ci porta inesorabilmente a pensare che forse, non ce ne sarà per tutti.

Immagine concessa da shutterstock

 
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