Estate, tempo di cibi di stagione. Meglio se a Km 0

Al giorno d’oggi è possibile comprare qualsiasi tipo di cibo, con il minimo sforzo. Basta andare nel più vicino supermercato ed è come andare in altre mille parti del mondo.

Ma a una maggiore disponibilità alimentare bisogna affiancare una stabile consapevolezza, che ci permetta di fare scelte giuste, soprattutto in base alla stagione in cui siamo.

Il motivo è ovvio: l’estate è il periodo più caldo dell’anno. Per cui la cosa migliore da fare, consiglia il dottor Marocchesi, farmacista e naturopata, nonché esperto di medicina tradizionale cinese, è mangiare «cibo di stagione: cibi come cocomeri, meloni, pomodori e cetrioli hanno un effetto raffreddante». In questo modo si contrasta il caldo e si segue il ritmo della natura.

In estate bisognerebbe stare attenti a non mangiare troppo i cibi riscaldanti, tipo le carni e i salumi: «Infatti in questa stagione sono più frequenti gli infarti e le malattie cardiocircolatorie, per via di un eccesso di calore causato da questi cibi caldi, anche quelli al forno, per esempio la pizza col salamino piccante». Anche la pasta e il riso, sarebbero meglio freddi, non crudi, ma magari in una fresca insalata. Così evitando le cattive abitudini, apparentemente innocue, non si sbilancia l’organismo.

Un esempio singolare da parte del dottore, è quello riferito alle persone che in inverno mangiano tanta frutta tropicale: «Così si raffredda troppo. Io ho avuto casi simili: ragazze attente alla dieta, alla base di frutta, verdure crude, mozzarelle, succhi di frutta eccetera, che però non hanno tenuto conto che avevano una dieta totalmente raffreddante. E così arrivavano da me con i geloni alle mani».

L’estate, è anche la stagione che più delle altre permette alla terra di donarci una grande varietà di cibi vegetali, dalla frutta alla verdura. Allora perché non approfittarne? Possiamo mangiare tanta frutta e verdura stagionale, che mantiene caratteristiche rinfrescanti.

E possiamo anche scegliere cibo locale, altrimenti noto come ‘cibo Km Zero’: «Perché oggi mangiare cibo di produzione locale è abbondantemente dimenticato. Ma, oltre a fare bene al fisico, fa bene al portafoglio. Sia nell’immediato che per la bilancia dei pagamenti nazionali. Perché è chiaro che, anche solo per il sistema di trasporto e conservazione, il cibo che arriva dalla Cina, dall’India, dal Cile o dal Sud Africa, costa un sacco di soldi. Cosa che poi inevitabilmente si riversa sul prezzo».

Acquistando e consumando cibo a Km Zero, quindi, rispettiamo la tradizione agricola italiana e la nostra salute, perché beneficiamo del fatto che il cibo arriva fresco nei nostri piatti, senza molti passaggi di mano.

Per cui, c’è più di un motivo per seguire i ritmi delle stagioni nella scelta di ciò che mettiamo nel piatto.
In particolare, è importante scegliere la composizione dei piatti stabilendo un equilibrio tra le diverse peculiarità dei cibi, dato che «di per sé tutti gli alimenti, animali o vegetali, hanno una natura riscaldante o rinfrescante; anche se vi sono anche cibi come i cereali, che non vanno all’estremo e restano più equilibrati» conclude il dottor Marocchesi. «I cibi estremi sono quelli pieni di acqua, come certi tipi di frutta molto raffreddanti, e quelli pieni di sangue, che sono invece molto riscaldanti».

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