Elezioni del consiglio legislativo, Hong Kong contro il regime cinese

Nel 2014, centinaia di migliaia di cittadini di Hong Kong hanno protestato contro il rifiuto di Pechino a un’autentica riforma democratica del territorio semiautonomo.
Il regime comunista cinese non ha ceduto nemmeno un quartiere ai giovani cittadini di Hong Kong che hanno occupato le principali strade della città per quasi tre mesi, ma lo spirito del movimento pro-democrazia di Hong Kong sembra essere perdurato fino a oggi.
I giovani contestatori, infatti, sono ora diventati politici che si battono per le questioni locali e per il futuro politico del Paese. Milioni di cittadini di Hong Kong, scontenti per le continuate violazioni perpetrate da Pechino contro la libertà di Hong Kong, si sono recati alle urne e hanno eletto molti nuovi candidati a favore della democrazia per la legislatura della città.

Gli analisti affermano che l’affluenza e i risultati nelle elezioni per il Consiglio legislativo di Hong Kong riflettono un cambio della guardia nello schieramento pro-democrazia: i cittadini di Hong Kong sembrano rigettare la richiesta di indipendenza vera e propria da parte dei politici più radicali, ma sembrano farlo ancor più fermamente nei confronti dell’influenza del Partito Comunista Cinese.

IL VOTO DI HONG KONG

Circa 2,2 milioni di cittadini di Hong Kong, il 58 percento dei votanti, hanno espresso il loro voto il 4 settembre: è la più alta affluenza alle elezioni da quando, nel 1997, la Gran Bretagna ha ceduto Hong Kong, sua colonia, permettendone l’annessione alla Cina continentale. Alcuni elettori sono tornati in patria da Stati Uniti, Canada e Regno Unito esclusivamente per esprimere il proprio voto.

In gioco 35 seggi locali su 70 posti disponibili al Consiglio legislativo. I legislatori pro-democrazia hanno incessantemente ricercato almeno un terzo dei seggi, numero necessario per bloccare l’emissione di leggi antipopolari da parte di una legislatura condivisa con legislatori pro-Pechino.
Nel momento in cui si è concluso il conteggio dei voti, lo schieramento pro-democrazia ha scoperto di non aver solamente mantenuto i propri seggi, ma di aver ulteriormente espanso la propria presenza nel Consiglio ottenendo 30 seggi rispetto ai 27 da cui partivano.

Ching Cheong, giornalista e commentatore veterano di Hong Kong, ritiene che i legislatori democratici sappiano bene quanto valga il diritto di veto nel Consiglio legislativo: «È assolutamente la cosa più importante: senza questo, il Partito Comunista Cinese potrebbe fare tutto quello che vuole».

Dei 30 legislatori pro-democrazia, sei appartengono alla cosiddetta ‘Generazione degli ombrelli’, i giovani cittadini di Hong Kong che nel 2014 parteciparono in massa alla protesta del Movimento degli ombrelli a favore della democrazia.

IL CAMBIO DELLA GUARDIA

Nathan Law, appena ventitreenne, è il più giovane eletto nella storia del Consiglio legislativo.

Due anni fa, Law è stato uno dei leader della protesta studentesca del Movimento egli Ombrelli che più si è fatto conoscere; e lo scorso aprile, insieme a Joshua Wong, il più importante studente attivista e contestatore adolescente, ha aiutato a istituire il partito politico chiamato Demosisto.

Demosisto richiede un referendum per decidere il futuro di Hong Kong dopo il termine delle condizioni negoziate dal Regno Uniti per il passaggio completo del Paese alla Cina nel 2047. Sotto le attuali speciali condizioni, Hong Kong, a differenza della Cina continentale, possiede un sistema giudiziario indipendente che garantisce i diritti fondamentali, e una reale benché limitata democrazia. L’idea di una auto-determinazione è una delle nuove concezioni politiche sostenute nel territorio.

Law, che è un ex studente leader dell’università Lingnan di Hong Kong, sostiene che dopo le elezioni la legislatura potrebbe divenire più ‘giovane’ nel futuro; secondo lui, sempre più giovani cittadini di Hong Kong si renderanno conto che «la società è condizionata dall’ecologia politica». Infatti molti legislatori sono cinquantenni o sessantenni.

Il leader ventitreenne in conferenza stampa ha affermato che il ‘miracoloso’ risultato delle elezioni riflette il desiderio di cambiamento dei votanti: «Specialmente alla luce dello stallo che sta vivendo il movimento democratico, gli elettori desiderano un nuovo modo di fare le cose affinché il movimento abbia un nuovo futuro. Pertanto, lo spirito di resistenza delle persone può essere rafforzato».

Law ha battuto il legislatore pro-democrazia veterano Cyd Ho del partito Laburista di Hong Kong nel distretto elettorale dell’Isola di Hong Kong. Allo stesso modo Lee Cheuk-yan, compagno di partito di Ho e legislatore di lunga data, ha perso il proprio seggio a favore del trentaduenne Cheng Chung-tai, un membro del gruppo politico radicale Civic Passion.
Alcuni della vecchia guardia sono riusciti a mantenere il proprio seggio con molta fatica.
Leon Kwok-hung, un legislatore radicale veterano conosciuto come ‘Long Hair’ a causa della sua lunga chioma grigia e fluente, ha vinto con un margine di soli mille voti sulla candidata indipendente Christine Fong.

QUESTIONI LOCALI

La maggior parte dei nuovi candidati hanno promesso di prestare maggior attenzione alle questioni locali, incluso il candidato che ha guadagnato la maggior parte dei voti (più di 84 mila). Eddie Chu, un attivista di 38 anni, negli ultimi dieci anni è intervenuto nelle questioni riguardanti la preservazione dell’ambiente locale. Nel mezzo della campagna elettorale è stato vittima di intimidazioni e minacce in più occasioni da parte di alcuni membri della triade connessi con alti dirigenti e uomini d’affari locali.

Nel mezzo della conferenza stampa successiva alle elezioni, il candidato indipendente è scoppiato in lacrime ringraziando la famiglia e i residenti nell’area di New Territories West per il loro supporto: «Spero che mia figlia comprenda che suo padre non è entrato in politica per se stesso, ma per il futuro di Hong Kong. Suo padre non ha paura dei criminali, e al contrario spronerà i cittadini di Hong Kong e agli abitanti del New Territories ad alzare la loro voce, perché solo in questo modo Hong Kong vedrà una nuova via d’uscita».

Ivan Choy, un anziano docente dell’Università Cinese di Hong Kong, afferma che i risultati delle elezioni del Consiglio Legislativo indicano chiaramente che c’è stato un cambio della guardia a Hong Kong a seguito del Movimento degli Ombrelli.
Il professore sostiene che i giovani legislatori avranno molto da imparare quando entreranno in carica e che presumibilmente necessiteranno di un ‘periodo di rodaggio’ con i tradizionali legislatori pro-democrazia o pan-democratici.

RESISTERE AL REGIME COMUNISTA

Ma anche Ngok, professore associato con l’Università Cinese di Hong Kong, ritiene che l’elezione di giovani candidati suggerisca un cambio generazionale: «Gli elettori hanno scelto i candidati che dovranno lottare dentro e fuori la legislatura. Viceversa, i cosi chiamati ‘localisti’ o ‘avvocati dell’indipendenza di Hong Kong’ non hanno ottenuto tanto supporto quanto quello che si erano immaginati. La loro leadership ha sofferto la sconfitta; questo dovrebbe essere un segnale per il governo cinese riguardo come considerare Hong Kong».

Sebbene quelli che sostengono l’indipendenza di Hong Kong siano ai margini della politica – «una piccola ma rumorosa minoranza», per dirlo con le parole di Zhang Dejiang, il reggente  cinese per Hong Kong – il regime cinese ha costantemente sovrastimato la questione sfruttandola per parlare male di Hong Kong.
A tal proposito, prima delle elezioni, il governo cinese ha bandito cinque candidati per aver apertamente dichiarato il loro supporto all’indipendenza di Hong Kong. E, dopo le elezioni, l’Ufficio cinese per gli affari di Macao e Hong Kong ha affermato in un comunicato che il regime «si oppone risolutamente» a ogni movimento o discorso che riguardi l’indipendenza di Hong Kong.

Articolo in inglese: In Legislative Council Elections, Hong Kong Votes Against Chinese Regime

Traduzione di Davide Fornasiero

 
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