Perché lo zucchero fa male

Parlare dei danni dello zucchero oggi non è più un tabù. Anni fa c’era chi, per vendere, propagandava una presunta innocuità dello zucchero e i suoi relativi effetti benefici. Oggi tutti sanno che è vero il contrario. La stessa Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) consiglia una dose giornaliera massima di 25 grammi: è ormai chiaro come troppo zucchero faccia male.

Quello che resta da sciogliere – è proprio il caso di dire – è semmai la poca consapevolezza sulle quantità che andiamo a ingerire in relazione agli alimenti di cui ci nutriamo. Pochi si immaginano, ad esempio, che con un solo bicchiere di comune succo di frutta, solitamente si è già raggiunta la dose massima giornaliera indicata dall’Oms. C’è poi ancora poca consapevolezza sui reali danni che i troppi strappi alla regola a tavola potrebbero portare al corpo, e anche alla mente, come spiega Roberto Marrocchesi, dottore in Farmacia e naturopata da oltre 30 anni intervistato da Epoch Times.

Innanzitutto, tiene a sottolineare Marrocchesi, parliamo dei danni dello ‘zucchero’ e non degli ‘zuccheri’. Quindi dei danni del saccarosio, ovvero lo zucchero da cucina bianco; ma anche lo zucchero di canna, il fruttosio e il glucosio raffinati, lo sciroppo di mais e altri nomi sotto cui sono mascherati gli zuccheri semplici.

Questo perché quando si parla in generale di ‘zuccheri’ o carboidrati, si includono anche carboidrati complessi e amido. E nella dieta sono questi ultimi che dovremmo preferire. Alcune diete inoltre eliminano completamente i carboidrati e questo «è un errore colossale», spiega Marrocchesi. Perché ci sono alimenti basilari nella dieta che contengono carboidrati e dei quali non possiamo fare a meno: come frutta e verdura e gli alimenti con carboidrati complessi, come l’amido, che troviamo nelle patate, nel riso e più in generale nei cereali.

Il problema infatti, fa notare Marrocchesi, non è lo zucchero in sé, che è un alimento naturale: «Gli zuccheri naturalmente contenuti negli alimenti vegetali sono bilanciati dal resto dell’alimento stesso», quindi abbondiamo pure con frutta e verdura. Piuttosto, l’errore dell’uomo, continua Marrocchesi, è il raffinare lo zucchero «Dalla canna, dalla barbabietola, dalla frutta». E’ questo che lo rende «Un alimento pericoloso», tanto che il dottore paragona questa mentalità del raffinare a quella che ha creato l’eroina. Inoltre in questo modo si può aggiungere a piacimento in qualsiasi alimento.

«Lo zucchero è una vera e propria droga legale e a basso costo che dà assuefazione: la gente dello zucchero non riesce a farne a meno».
Questo perché lo zucchero, o gli zuccheri semplici, continua Marrocchesi, sono come i combustibili di una stufa: carta, paglia o legna. Quando si getta il combustibile nella stufa fa una fiammata e poi si spegne. Questo «costringe a usare un’altra bracciata di carta o paglia, provocando un fenomeno che si chiama resistenza insulinica, o alternanza di flash/bombe di zucchero alternate a crisi ipoglicemiche». In pratica, di zucchero più se ne mangia più se ne vuole mangiare.

Il fatto è che, per Marrocchesi, le persone al giorno d’oggi mangiano poca frutta e verdura «Che contengono zuccheri in forma bilanciata dagli altri nutrienti», e pochi cereali, prediligendo piuttosto una dieta ricca di proteine con carne e latticini. Di conseguenza si «Cerca disperatamente intuitivamente lo zucchero, perché rappresenta la più rapida forma di carburante che alimenta le cellule», e il modo più veloce e piacevole per farlo, è fiondarsi su qualunque genere di dolce. Il problema è che, così facendo, di zucchero alle cellule del corpo «Gliene arriva subito un’ondata», e questo a lungo andare crea squilibri.

Questi sbalzi glicemici possono infatti causare sonnolenza e difficoltà nella concentrazione, sovraccaricando il pancreas. Il fruttosio inoltre, spiega Marrocchesi è «Più dannoso perché se ne va dritto dritto al fegato, senza passare dal pancreas, e quindi aumenta l’ingrossamento del fegato stesso».

Nei prodotti venduti al supermercato, solitamente possiamo individuare la quantità di grammi di zucchero dalla dicitura sulla scatola ‘di cui zuccheri’, sotto la voce carboidrati. I maggiori alimenti dai quali assumiamo «Quantità terrificanti» di zucchero senza accorgercene, sono le classiche bibite gassate, i succhi di frutta, e ovviamente tutti i dolci in generale. «Poi c’è zucchero nel pane, c’è zucchero persino nei piselli in scatola, surgelati, nel prosciutto e nel salame», aggiunge Marrocchesi.

Lo zucchero manifesta i suoi effetti negativi sul corpo col tempo, non subito: «E’ subdolo e poi ha anche la fregatura che è delizioso e quindi ti invoglia a prenderne di più». Il danno più comune, che tutti conosciamo, sono le carie. Altri sono l’obesità, la cellulite, il diabete, e anche l’osteoporosi. Infatti causa anche carenze di sali minerali, spiega Marrocchesi: «L’organismo deve mobilitare i sali minerali per tamponare l’acidità dello zucchero, quindi c’è questo fenomeno dell’acidosi che è molto poco studiato dagli scenziati moderni tardivi; molti scenziati singolarmente se ne sono accorti, ma sono episodi isolati. Quello zucchero causa un deficit di minerali, per cui la gente va in acidosi e quell’acidosi è causa come minimo di diabete e artrosi, nei casi peggiori anche di cancro».

«Poi c’è la dipendenza psicologica che in realtà è una dipendenza fisica: la gente si sente peccatrice, con l’atteggiamento un po’ con cui si va dal prete a confessare un peccato, mentre in realtà è un meccanismo biologico, quello della dipendenza da zucchero, per cui uno si sente attratto dai dolci perché ne ha [in precedenza, ndr] mangiati e ne soffre carenza. E di nuovo torniamo al fenomeno della stufa alimentata». Fino ad arrivare anche ad assumere zucchero per compensare eventuali «Carenze di affetto» con la sua ‘dolcezza’.

Marrocchesi si dice inoltre convinto che lo zucchero, insieme all’alcol, sia la principale causa «Dell’insorgere della cosiddetta malattia mentale nelle sue varie declinazioni: dalla schizofrenia alle manie e alle paranoie, le paure, le fobie e la depressione» e fa notare a questo riguardo come la psicanalisi sia nata a Vienna, la capitale mondiale dello zucchero. Inoltre «Adolf Hitler scrisse il suo ‘capolavoro’, il Mein Kampf, in una pasticceria viennese, ingurgitando deliziose paste alla crema».

Concludendo, Marrocchesi, crede nella medicina applicata da sé come prevenzione all’intervento del medico. Dopo aver eliminato o ridotto drasticamente lo zucchero, consiglia di riprendere a mangiare i cereali, «I chicchi più che i farinacei, di riso integrale, di orzo, di miglio, di avena, di mais»; poi di mangiare in misura minore «I farinacei, ma integrali», anche se qualche volta, dato che siamo in Italia, un piatto di pasta o pizza ci può stare. Ma «ogni tanto, non abitualmente»; poi di mangiare «Cibi animali il meno possibile» e arricchire i piatti con «Grandi contorni di verdure di tutti i colori secondo le stagioni». «Quindi una dieta sana non è affatto una dieta ospedaliera che uccide la gioia di vivere  ?  conclude Marrocchesi  ?  perché il cibo è un piacere, una dieta sana è una dieta umana».

Roberto Marrocchesi è traduttore del libro Sugar Blues al quale ha aggiunto un commento e 6 capitoli nell’edizione 2006, e autore di Come disintossicare il fegato (2015) edito dalla Macro Edizioni.

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