Il Parlamento europeo contro il traffico di organi in Cina

Dodici eurodeputati del Parlamento europeo, hanno recentemente rilasciato una dichiarazione congiunta, in cui chiedono al Parlamento di condurre un’indagine sul prelievo illegale e il traffico di organi da parte del regime comunista cinese.

L’eurodeputato belga Louis Michel è uno dei promotori della dichiarazione: il suo direttore di gabinetto, Bénédicte Van den Berg, ha dichiarato che il documento è una presa di posizione decisa contro questa pratica criminale, e che intende avviare un’indagine indipendente in Cina. Van Berg ha poi aggiunto che la sottrazione forzata di organi è un problema cruciale ed estremamente delicato, poiché sono in gioco vite e diritti umani.

Per esprimere il loro sostegno agli europarlamentari, il 25 e il 26 maggio i praticanti del Falun Gong (noto anche come Falun Dafa, una pratica di coltivazione perseguitata in Cina dal 1999 e i cui praticanti sono tra le principali vittime del prelievo forzato di organi) si sono radunati davanti al Parlamento europeo di Bruxelles, per denunciare come il regime comunista in Cina abbia creato un intero apparato, al fine di sottrarre con la forza gli organi a prigionieri di coscienza come i cristiani, i tibetani, gli Uiguri e appunto i praticanti del Falun Gong.
Dopo la rimozione forzata (gli organi vengono estratti da persone ancora in vita per preservarne la ‘freschezza’), gli organi vengono utilizzati nella fiorente e redditizia industria dei trapianti.

I praticanti del Falun Gong, oltre a condannare la persecuzione della propria  disciplina spirituale, hanno chiesto ai membri del Parlamento europeo di sostenere la causa, affinché questa atrocità possa essere indagata con maggior determinazione.
Questa è infatti solo l’ultima di una serie di iniziative: già a dicembre 2013, il Parlamento europeo aveva approvato una risoluzione che sollecitava il regime cinese a cessare la pratica della raccolta forzata di organi dai prigionieri di coscienza in vita.
L’ultima dichiarazione, firmata da dodici eurodeputati di quattro diversi partiti politici, ha fatto un passo avanti: invita l’Europarlamento a prendere ulteriori provvedimenti e, se otterrà il sostegno da oltre la metà degli eurodeputati, sarà ratificata come risoluzione.

Un praticante del Falun Gong intervistato alla manifestazione, ha spiegato che per porre fine a questa atrocità sono necessari gli sforzi continui da parte di persone comuni e leader politici di tutto il mondo; per questo motivo, i praticanti continueranno a tenere le attività di fronte al Parlamento europeo fino a quando la dichiarazione diventerà risoluzione.

«NOI TUTTI DOBBIAMO FARE DEL NOSTRO MEGLIO PER FERMARE LA PERSECUZIONE»

Alla manifestazione era presente anche l’eurodeputato tedesco Arne Gericke con in mano una copia della dichiarazione, per consentire a più persone di venire a conoscenza di questo crimine: «È difficile per gli europei conoscere in modo chiaro quello che sta accadendo in Cina: la verità sulla tragica raccolta di organi è tenuta nascosta dal regime cinese. Ringrazio chi si prende a cuore quello che sta succedendo in Cina: ci aiuta a comprendere e a dare risposte adeguate» ha dichiarato Gericke, che poi ha aggiunto: «Il prelievo di organi da persone vive per ragioni di profitto è inaccettabile in Europa. Siamo del tutto sconvolti. Noi vogliamo aiutare ma non sapevamo da dove cominciare, ed è per questo che sono così felice di vedere i praticanti del Falun Gong qui: questo mi permette di sapere cosa posso fare. Dobbiamo tutti fare del nostro meglio per fermare la persecuzione. È nostra responsabilità agire».

Tomáš Zdechovský, europarlamentare ceco anche lui promotore della dichiarazione, ritiene che il prelievo di organi in Cina sia una questione urgente: «Vogliamo aprire la discussione su questo tema in Europa. È essenziale per il nostro rapporto con la Cina, che è legato non solo all’economia ma anche ai diritti umani».
Secondo l’eurodeputato britannico Julie Ward «è importante parlare con franchezza di questo problema e ottenere l’attenzione di tutti»; la Ward ha precisato di aver firmato la dichiarazione «per i sette milioni di persone» che rappresenta.
Anche l’eurodeputato tedesco Joachim Zeller ha sottoscritto il documento: «Credo che questa sia la forma più estrema di violazione dei diritti umani ed è nostra responsabilità agire».

SENSIBILIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA

Alla manifestazione era presente anche un professore di nazionalità ceca, Martin Bursik, che ha detto di essere già a conoscenza del fenomeno per aver in passato ascoltato un discorso di David Kilgour in Repubblica Ceca (David Kilgour, ex magistrato ed ex ministro degli Esteri canadese, ha condotto – insieme all’avvocato per i diritti umani David Matas – la prima indagine indipendente sul prelievo di organi in Cina).
Bursik ha infine appoggiato la causa del Falun Gong, firmando la petizione alle Nazioni Unite per il blocco immediato del prelievo forzato di organi in Cina.

Durante l’evento, anche cinque giornaliste provenienti dalla Danimarca hanno avuto modo di venire a conoscenza di questa persecuzione: «Questa è la prima volta che sento parlare di questo orribile crimine» ha commentato una di loro; le giornaliste si sono poi impegnate a prendere l’iniziativa, e a contribuire ad aumentare la consapevolezza del pubblico di questo orrendo crimine contro l’Umanità.

Petizione alle Nazioni Unite per chiedere il blocco immediato del prelievo forzato di organi

 

Articolo in inglese: ‘Twelve Members of European Parliament Issue Declaration Calling for Investigation into Forced Organ Harvesting in China

 
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