Il capo dell’Fbi fa marcia indietro: la Russia ha favorito Trump

AGGIORNAMENTO: Il Washington Post ha recentemente pubblicato un articolo secondo cui il direttore dell’Fbi, James Comey, sostiene la valutazione della Cia secondo cui la Russia avrebbe favorito la vittoria di Donald Trump contro Hillary Clinton alterando i risultati elettorali. Conclusione sulla quale, secondo quanto ha riferito il quotidiano, ha concordato anche il direttore della National Intelligence, James R. Clapper Jr.

«All’inizio di questa settimana – diceva il direttore della Cia John Brennan in un messaggio al personale dell’agenzia – ho incontrato separatamente il direttore dell’Fbi James Comey e il direttore del National Intelligence, Jim Clapper, e concordiamo sullo scopo, la natura, e l’intento dell’interferenza russa nella nostra elezione presidenziale».

Il direttore dell’Fbi, James Comey, ha parlato al telefono con il presidente eletto Donald Trump, sostenendo che non vi siano prove credibili su un tentativo da parte della Russia di influenzare il risultato delle elezioni presidenziali, diversamente da quanto affermato – secondo il servizio esclusivo di Townhall.com – dalla Cia.

Ma da diversi servizi – in particolare, quello pubblicato dal Washington Post all’inizio di questa settimana, che cita fonti anonime interne della Cia e la stessa amministrazione Obama – emergerebbe che la Russia abbia realmente cercato di influenzare le elezioni a favore di Trump.

D’altra parte, Comey – come riportato da Townhall.com – ha riferito al neo-presidente che il direttore della National Intelligence era d’accordo con la valutazione dell’Fbi, aggiungendo che la Cia e il suo direttore John Brennan sono gli unici membri nella comunità dell’intelligence statunitensi ad aver sostenuto la notizia secondo cui russi avrebbero appoggiato gli attacchi informatici mirati a influenzare le ultime elezioni americane. «E Brennan – sostiene il direttore del FBI – prende gli ordini direttamente dal presidente Obama».

La Testata online filo-conservatrice Townhall.com, in un articolo del 14 dicembre citava «fonti informate sulle conversazioni tenute da Comey con Trump», le quali hanno affermato anche che Comey vede le fughe di notizie arrivate al New York Times e al Washington Post – sulla presunta influenza della Russia – come un tentativo del Partito democratico per cercare di delegittimare Trump. E il direttore dell’Fbi avrebbe poi aggiunto che sembra poco chiaro se a sostenere la pirateria informatica sia stato il governo russo, oppure singoli individui di nazionalità russa che hanno agito di propria iniziativa.

Inoltre, «è anche poco chiaro – sostiene una nostra fonte – perché Putin dovrebbe aver preferito trattare con Donald Trump, che ha promesso un importante rafforzamento militare, piuttosto che con Hillary Clinton, che avrebbe portato avanti le stesse prudenti politiche di Barack Obama verso il Cremlino».

Infatti martedì, come ha riferito la Reuters, tre funzionari dell’Ufficio del direttore della National Intelligence, che sovrintende 17 agenzie di spionaggio Statunitensi, ha confermato l’esistenza di prove degli attacchi informatici effettuati dalla Russia; ma ha aggiunto che mancano quelle sul presunto tentativo del Cremlino di favorire Trump ai danni della Clinton.
Comunque, «l’Ufficio del direttore della National Intelligence non sostiene che l’Agenzia [la Cia, ndr] stia sbagliando, ma solo che non abbia prove, e –  come affermato da uno dei tre funzionari esperti dell’Ufficio stesso – è ovvio come non possano, perché non risulta siano coinvolti degli agenti direttamente agli ordini di Mosca».

Una decina di giorni prima del giorno delle elezioni, Comey, in una mossa senza precedenti, aveva inviato una lettera al Congresso dicendo che l’Fbi stava esaminando nuovi messaggi di posta elettronica riguardanti Hillary Clinton e provenienti da un server di posta elettronica privata:«La squadra investigativa dell’FBI ha lavorato tutto il giorno per elaborare e rivedere un grande volume di e-mail da un dispositivo ottenuto in relazione a un indagine criminale non correlata a questo caso». Poi, nella fine settimana precedente le elezioni, aveva dichiarato che non sarebbe stata richiesta nessuna incriminazione della Clinton. 

 

Articolo in inglese: Report: FBI Director told Trump that Russians Didn’t Influence Election

Traduzione di Massimo Marcon

 
Articoli correlati